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Comunicato Stampa
Finanza "verde": Finanza, Ricerca e Industria per lo sviluppo di tecnologie per le rinnovabili
"Finanza, Ricerca e Sistema Industriale sono fattori che devono interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove tecnologie per le rinnovabili. C'è una grande spinta, a livello internazionale, a investire sulle rinnovabili.
I capitali, soprattutto negli USA, si rivolgono a queste tecnologie che suscitano molte aspettative perché esse sono in forte evoluzione ed hanno un mercato in grande espansione.
Questo fenomeno ci dice che politiche pubbliche e iniziativa privata devono agire insieme se si vogliono raggiungere gli obiettivi europei sulle energie rinnovabili. La sua globalità suggerisce inoltre, che l'opportunità non è solo quella relativa al nostro Paese, ma quella dei mercati di tutto il mondo".
"Finanza, Venture Capital e tendenze globali dell'investimento in energia sostenibile: quali sviluppi per l'Italia?"
L'industria italiana deve imprimere una forte accelerazione per lo sviluppo di tecnologie per le fonti rinnovabili per recuperare il ritardo accumulato rispetto agli altri Paesi europei. Un significativo cambiamento di passo sul fronte delle tecnologie innovative per le rinnovabili è necessario al Paese per essere in grado di conseguire gli obiettivi al 2020 fissati dal Consiglio Europeo in ambito energetico-ambientale, sia al sistema industriale italiano per poter competere sul mercato di questo settore, che si profila un promettente business.
Nel 2006 si sono verificati investimenti a livello globale nell'energia sostenibile (efficienza energetica e fonti rinnovabili), pari a 70,9 miliardi di dollari, con un incremento del 43 % rispetto all'anno precedente.
La tendenza in atto risente del fatto che le energie rinnovabili richiedono l'adozione di tecnologie fortemente innovative rispetto a quelle tradizionali, per le quali è necessaria una nuova filosofia d'investimento, in grado di richiamare anche nuovi investitori e nuove forme di investimenti.
L'incremento degli investimenti nel settore delle rinnovabili registrato negli ultimi anni è frutto degli incentivi messi in atto dai Governi per ammortizzare i costi elevati, ma anche dell'apporto di finanziamenti da parte di soggetti privati, molti dei quali provenienti dai fondi di Venture Capital e Private Equity che investono in iniziative che non rappresentano ancora un business maturo. Nel 2006 gli investimenti in tecnologia ed equipaggiamento per la diffusione di energia sostenibile tramite Venture Capital e Private Equity hanno raggiunto, a livello globale, la cifra di 7,1 miliardi di dollari, con un aumento del 163% rispetto al 2005.
Nell'Unione Europea, l'ammontare di venture capital investito nel settore dell'energia pulita è stato pari a 1,5 miliardi di dollari nel 2006, con un incremento del 141% rispetto all'anno precedente. Nello stesso anno le aziende europee hanno attirato 1,8 milioni di Euro provenienti da Venture Capital e Private Equity contro gli 11 miliardi delle imprese statunitensi. In questo contesto, nazioni emergenti come Cina e India, entro tre-quattro anni, sono destinate a raggiungere il volume di capitali dell'Europa.
In Italia, nel 2005, la produzione lorda da fonti rinnovabili ha fatto registrare una crescita sostenuta, attestandosi a 49.920 GWh, con una crescita del 18,6 % per l'energia eolica, del 18,8% per l'energia solare e del 21,6% per le biomasse e i rifiuti. Tuttavia per il nostro Paese la percentuale di importazione energetica resta elevatissima e supera ampliamente l'80%. Questo dato tende a coincidere con la percentuale di dipendenza tecnologica nel settore delle rinnovabili.
L'utilizzo del venture capital, essenziale per favorire ogni forma di innovazione, in Italia risulta ancora marginale ed è largamente superato dal Private Equity, concentrato soprattutto in aziende che operano in settori tradizionali.
La nascita del Polo del Venture Capital Italiano, avvenuta a Torino nel 2007, rappresenta un incoraggiante segnale di discontinuità. Al suo interno sono presenti 11 fondi e risorse finanziarie per circa 1 miliardo di euro, al fine di sviluppare anche in Italia un network di venture capital, di incrementare gli spin-off universitari pubblici e di favorire la crescita del numero di imprese interessate ad operare con venture capitalist.
Dott.ssa Elisabetta Pasta
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