Ercole Drei 1886-1973:
trenta disegni inediti, scultura e pittura alla Nuova Galleria Campo dei Fiori
La raffinata mostra su Ercole Drei curata da Daina Maja Titonel ci conferma come l'artista faentino abbia una storia professionale intensa e prolifera che "copre gran parte del XX secolo, attraversa e incrocia gli eventi, le mostre, e le vite dei maggiori artisti della sua epoca, tanto che può essere assunta a modello dell'evolversi di certa scultura del Novecento".
Figlio di un capomastro muratore, nasce nel 1886 a Faenza dove frequenta prima la Scuola di Arti e Mestieri e poi quello che fu denominato Cenacolo baccariniano dove si formarono altri artisti del luogo (come il "collega" di Drei, Domenico Baccarini, che imparò dalla madre e divenne celebre per la sua ricerca tra Liberty, Simbolismo e aperture al Divisionismo con prefigurazioni compositive e cromatiche severiniane, boccioniane e alla Balla).
Drei si sposta presto: prima a Firenze, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti con maestri come Adolfo De Carolis, Augusto Rivalta e soprattutto Giovanni Fattori, che contribuiranno alla sua partecipazione alla X Biennale di Venezia (1912), poi a Roma, allora meta ambita di tanti giovani artisti.
Qui, in piena avanguardia, sceglie una strada più "classica" e monumentaleggiante attraverso sculture celebrative ma anche di dimensioni più contenute con le quali avrà un buon successo: gli varranno l'inserimento nelle maggiori esposizioni nazionali e internazionali del periodo, dalle Biennali veneziane e romane, alle Esposizioni della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, all'Esposizione italiana di Belle Arti a Buenos Ayres e all'Esposizione Internazionale di Barcellona...
Nel 1921 Drei prende uno studio-alloggio in quella Villa Strohl-Fern, ai piedi di Villa Borghese, che fu luogo di artisti e cenacolo di grande importanza per anni (villa e giardino romantico costruito dall'artista, poeta e musicista dilettante alsaziano Alfred Wilhelm Strohl-Fern che generosamente ne riservò alcuni studi ad artisti. Tra questi, e tra i suoi frequentatori, figurano Cipriano Efisio Oppo, i coniugi Bertoletti (Nino e Pasquarosa), Gisberto Ceracchini, Francesco Trombadori, Carlo Socrate, Armando Spadini, Felice Carena, Arturo Martini, Carlo Levi e poeti come Cardarelli, intellettuali, letterati o critici come Roberto Longhi o Bruno Barilli...).
In questo luogo meraviglioso, dove vivrà per tutta la vita, il nostro poderoso artista affina la sua ricerca che lo porterà, tra l'altro, a esporre (1923) in un luogo espositivo celebre per la sperimentazione: la galleria d'arte Bragaglia di Roma. Qualche anno dopo (1926) partecipa alla mostra milanese del Novecento italiano, ha la prima personale -presso l'Associazione Artistica di Roma (1930)-, è nominato membro dell'Accademia Clementina di Bologna (1934), ottiene il Premio della III Quadriennale romana (1939) e l'investitura come Accademico di S. Luca (1940). Intanto, ha accettato (1927) la Cattedra di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove ricoprirà anche la carica di Direttore (dal 1952 al 1957).
A questo intenso periodo risale la produzione più nota di Drei, specialmente relativa alla committenza pubblica: realizza, infatti, i due gruppi per il sepolcro ai caduti fascisti alla certosa di Bologna (1932), il monumento ad Alfredo Oriani al Colle Oppio (l935), i bassorilievi dell'Arco dei Fileni nel deserto della Sirte in Libia (1937), i quattro bassorilievi per un pilone del Ponte Duca d'Aosta a Roma ((inaugurato nel 1939), la stele Il Lavoro dei campi per l'E42 (1940-'42, ma collocata all'EUR solo nel 1962, in Viale del Turismo), la grande statua di Ercole allo stadio dei Marmi di Roma.
Nel 1941 ha la sua grande personale, ancora a Roma, alla galleria delle Terme e, dopo la guerra, è nominato componente del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti (carica che ricoprirà dal 1947 al 1951) mentre la sua ricerca si concentrerà sull'arte sacra, eseguendo grandi sculture per molte nuove chiese.
Muore a Roma il 1 ottobre 1973.
La sua esposizione alla Nuova Galleria Campo dei Fiori, in corso sino al 30 aprile 2008 e corredata da un bel catalogo a cura della Titonel e di Giovanna Caterina de Feo, consta di una trentina di disegni datati a partire dal 1905, inediti, essenzialmente studi preparatori delle più note sculture, come la Danzatrice con il cerchio (esposta nella Secessione del 1914), la Donna che si sveglia (Secessione, 1915), la Danza e il Risveglio (Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, 1920), i gessi Danza, Tragedia, Musica e Commedia, collocati nell'allestimento voluto dall'architetto Marcello Piacentini alla Biennale del 1928 e la Saffo (Quadriennale Romana, 1935), accanto agli studi per il celebre bassorilievo del Ponte Duca d'Aosta (1939).
Tra gli undici dipinti esposti segnaliamo alcune opere del 1915, una Natura morta con le aringhe esposta a Roma nel 1928 alla II Mostra d'Arte Marinara, alcune opere degli anni Trenta tra le quali una veduta di Villa Strohl-fern, e una Giuditta (studio per il grande dipinto Giuditta e Oloferne conservato alla Pinacoteca Comunale di Faenza).
Tra le sculture, in mostra ci sono Adolescente (del 1912), il bronzo Ritratto del Conte Zauli Naldi, due sculture di soggetto mitologico, una delle quali (Icaro) modello per il bronzo esposto alla III Quadriennale Romana del '39; una terracotta inedita, del 1953 circa, simile a un bronzo di formato maggiore alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
La mostra organizzata in collaborazione con l'Associazione Amici di Villa Strohl-Fern e curata da Daina Maja Titonel è in Via di Monserrato 30 a Roma;
info: 0668804621, info@nuovagalleriacampodeifiori.it;
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