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Torna al Teatro de' Servi, "Romeo e Giulietta paccavano eccome!" , una deliziosa commedia di Mimmo Strati che già nella scorsa stagione aveva riscosso un grande successo di pubblico e di critica e che ha tutte le caratteristiche per diventare un cult del suo genere.
In una scuola romana è tempo di autogestione e il divertimento e il caos regnano sovrani. A qualcuno però interessa anche la cultura ed invita Leandro, un giovane attore disoccupato, a tenere un corso di teatro.
Vincendo l'iniziale disinteresse generale Leandro riesce pian piano a coinvolgere i ragazzi insieme ad una romantica professoressa e uno strambo bidello, in una rappresentazione del capolavoro di Shakespeare, Romeo e Giulietta.
Gli studenti restano conquistati dalla vicenda, dalla forza delle sue dinamiche e delle emozioni che rimangono vive ed attuali anche a secoli di distanza . Quella del teatro sarà per i ragazzi un'esperienza che li coinvolgerà nel profondo.
La tenerezza dei personaggi, la loro semplice immediatezza ed autenticità ce li fanno sentire vicini, familiari: Leandro, disoccupato ma ancora pieno di passione e di speranza nel futuro nonostante tutto; Vanessa ragazza di borgata dal cuore d'oro, sbrigativa ed irresistibile, avvolta da nuvole di "fumo", Mirko, romanista sfegatato, figlio di separati, affezionato a un fratellastro che lo crede un amico del padre; la professoressa Candaletti, impagabile e romantica insegnante di ginnastica, Maria Alberta studentessa modello dal cognome altisonante, De Angelis, il bidello tenero e imbranato…
Molto bravi e credibili tutti gli attori tra i quali è doveroso citare la divertentissima Siddhartha Prestinari nella parte di Vanessa e la straordinaria Ilaria Giorgino nella parte della professoressa Candaletti.
Lo spettacolo è fresco, attuale, tenero ed esilarante e non può non conquistare lo spettatore.
Gioca a far da monito agli insegnanti perché Leandro ci crede, si appassiona e solo chi si appassiona può far appassionare, solo chi sa emozionarsi può trasmettere l'emozione.
Ed è un inno al teatro il quale diventa personaggio esso stesso, forse il più importante di questa pièce, perché è magia, a dispetto del tempo che passa, che si rinnova ad ogni levarsi di sipario, una scuola di vita, un amore che quando prende non sa lasciarti più.
(Ilda Ippoliti)
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