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sabato 25 aprile 2009

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ADULTI ALLE ATTIVITA' FORMATIVE.

 

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ADULTI ALLE ATTIVITÀ FORMATIVE

di Gianni De Falco, direttore Ires Campania


Dall'ultima indagine 'Multiscopo' condotta dall'Istat su "I cittadini e il tempo libero" (maggio 2006) pubblicata nei primi mesi del 2008 è possibile ricavare una serie di utilissime informazioni sulla partecipazione degli adulti ad attività formative di tipo formale e non formale e col ricorso all'autoformazione.

Il campione comprende circa 54mila individui, sufficiente a comprendere una serie di fenomeni.

Sono stati presi in considerazione tutti i tipi di partecipazione ad attività di formazione includendo attività organizzate e strutturate come i corsi di studio (formal education) e i corsi di formazione (non-formal education) ma anche attività autogestite come l'autoformazione (informal learning) a condizione che l'attività fosse condotta con la precisa intenzione di apprendere. Si è escluso, invece, l'apprendimento casuale (random learning) sia perché difficile da misurare sia perché esulava dallo scopo di quest'indagine.


La quota di persone che partecipano ad attività formative è superiore al 50% della popolazione fino ai 44 anni. Al crescere dell'età il livello di partecipazione diminuisce rapidamente. La partecipazione ad attività formative è maggiore per gli uomini (44,1%) rispetto alle donne (39,5%). Nel 2006 il 41,7% delle persone di 18 anni e più ha effettuato almeno un'attività di formazione negli ultimi 12 mesi precedenti l'intervista.

Le attività di formazione sono di diverso tipo: in primo luogo i corsi di studio (praticati delle persone di 18 anni e più, con oltre il 40% dei giovani fino a 24 anni) in cui rientrano tutti i corsi, dalla scuola elementare al dottorato di ricerca, che permettono il conseguimento di un titolo di studio riconosciuto dal sistema nazionale delle qualificazioni. Seguono poi i corsi di formazione (16,3%) che sono, invece, attività strutturate e organizzate che possono eventualmente dare diritto ad un attestato e/o qualifica ma non permettono di modificare il titolo di studio di chi le pratica. Infine, si evidenziano le attività di autoformazione (35,8%) che sono attività non strutturate e praticate autonomamente con l'intenzione di aumentare e migliorare le proprie conoscenze e 'competenze'.

Notevoli sono le differenze territoriali: partecipano ad attività formative il 48,5% delle persone residenti nel Nord-est e circa il 43% di quelle del Nord-ovest e dell'Italia centrale; risulta, invece, decisamente inferiore la quota di persone residenti nell'Italia meridionale e nelle Isole (circa 35%).

Le regioni in cui il tasso di partecipazione alle attività formative è più alto sono: Trentino-Alto Adige (53,1%), Friuli-Venezia Giulia (52,2%) e Veneto (50,1%). Le regioni in cui la partecipazione è minore, invece, sono: Calabria (33,1%), Sicilia (34%) e Campania (34,3%).

I livelli di accesso della popolazione alla formazione adulta sono molto diversificati e riflettono le condizioni socio-demografiche, l'inquadramento professionale dei lavoratori e non ultimo le possibilità offerte dal territorio.

Differenze rilevanti si riscontrano a livello sociale: gli occupati rappresentano il 54,6% dei casi e le persone in cerca di prima occupazione il 49%.

Si rilevano forti differenze anche tra gli occupati con i direttivi, quadri e impiegati (67%) e i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (66,3%) che partecipano ad attività formative molto più degli operai (41%) e dei lavoratori in proprio e coadiuvanti (42,4%).


L'autoformazione ha un ruolo estremamente rilevante. Il 51% di chi ha svolto almeno un'attività di formazione ha svolto, infatti, solo attività di autoformazione, il 34,7% ha svolto sia corsi di studio e/o di formazione sia autoformazione e il 14,3% ha praticato solo corsi di studio e/o di formazione. Il ricorso all'autoformazione come canale esclusivo di formazione è minimo tra i giovani, per poi aumentare con l'età.


Al variare dell'età, varia anche la frequenza dei corsi di formazione: fino a 34 anni circa un quarto delle persone svolge almeno un corso di formazione; tra i 35 e i 54 anni, in coincidenza con la vita lavorativa, il livello di partecipazione si riduce leggermente (circa 20%). Dopo i 55 anni la partecipazione a corsi di formazione si riduce drasticamente.

Sono nette le differenze territoriali, con il Nord che tocca livelli di partecipazione alla formazione più elevati (27,7% il Trentino-Alto Adige, 26,4% la Valle d'Aosta, 23,5% il Friuli-Venezia Giulia, 21,3% il Veneto), ed è seguito dal Centro con valori che si attestano intorno alla media nazionale (15-16%) e dal Sud dove si registrano i tassi di partecipazione più bassi (10,8% in Sicilia, 9,9% in Campania e 9,4% in Basilicata).


Il 44,6% di coloro che svolgono corsi di formazione lo fanno in ambito lavorativo, il 41,8% segue quelli per la crescita professionale; il 24,4% corsi sportivi o di danza, il 16,7% seminari e il 14,4% corsi per finalità personali. È minore, infine, la quota di chi segue corsi di formazione a distanza (8,5%) e lezioni private (8,2%).

Gli uomini sono più coinvolti in corsi di formazione in ambito lavorativo (49% rispetto al 40,3% delle donne) e in quelli per la crescita professionale (44,8% rispetto al 38,8%).

I corsi di formazione vengono seguiti in primo luogo per ampliare le conoscenze e le 'competenze' su un argomento di interesse (44%), e, secondariamente, per poter svolgere meglio il proprio lavoro ed aumentare le possibilità di una promozione (43,3%).


Il 24,9% delle persone tra i 18 e i 64 anni che ha seguito almeno un corso di formazione ha partecipato a corsi erogati dal datore di lavoro, mentre il 9,8% a quelli erogati da organizzazioni legate al datore di lavoro. Il 14,9% ha seguito corsi organizzati da scuole, università o centri territoriali permanenti e l'8,5% da istituti privati la cui attività principale non è la formazione. Il 7% ha frequentato corsi svolti da centri di formazione professionale, il 7,2% da privati cittadini, il 5,6% dalle università popolari, della terza età o del tempo libero e il 5,5% dalle camere di commercio, o dalle strutture educative comunali o dalle organizzazione sindacali o no-profit.

Dal punto di vista territoriale, invece, nell'Italia meridionale e insulare è più diffusa la frequenza di corsi erogati da scuole, università o centri territoriali permanenti (circa 22%), mentre al Nord è più diffusa che al Sud la frequenza di corsi svolti dal datore di lavoro o da enti legati al datore di lavoro.


Considerando gli occupati di 18-64 anni che hanno svolto almeno un corso di formazione, il 52,6% lo ha seguito durante l'orario di lavoro.

Per la maggior parte degli impiegati e degli operai (che rientrano tra i lavoratori dipendenti), le ore di corso erano considerate completamente o in parte orario di lavoro a tutti gli effetti (rispettivamente 94,2% degli impiegati e 91,7% degli operai); diverso è per i lavoratori in proprio, dove, per il 43,6% le ore di corso non sono state considerate orario di lavoro.


Circa la metà delle persone che hanno svolto almeno un corso di formazione ha pagato delle spese di iscrizione o di altro tipo; la percentuale più alta si registra tra i più giovani (55,9% tra i 18-19enni e 55,4% tra i 20-24enni). Il Sud e le Isole registrano la quota più bassa di persone che hanno dovuto sostenere delle spese (44,2% nel Sud e 42,3% nelle Isole contro il 50% del Nord). Il 58,8% di chi ha affrontato delle spese ha pagato il corso autonomamente, il 22,3% è stato aiutato dalla famiglia, il 24,2% ha avuto il corso pagato dal datore di lavoro, l'8,4% ha partecipato a corsi pagati da enti ed istituzioni varie.


Il 35,8% delle persone di 18 anni e più hanno effettuato un'attività di autoformazione nei 12 mesi precedenti l'intervista. La quota di chi ha effettuato attività di autoformazione è più alta tra gli uomini (38,3%), tra i giovani fino ai 24 anni, tra gli studenti (60,2%), tra i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (59,7%) e tra i laureati (65,9%). Il ricorso all'autoformazione è abbastanza diffuso anche tra gli ultra sessantacinquenni, a differenza della partecipazione a corsi di studio e di formazione.

Tra le modalità con cui le persone hanno effettuato attività di autoformazione risulta al primo posto l'utilizzo di materiale a stampa (63,3%), seguito dall'utilizzo di personal computer e Internet (57,6%) e dall'imparare attraverso amici, parenti e colleghi (55,4%).


Il 30,2% delle persone che hanno frequentato almeno un corso di studio e/o formazione ha incontrato qualche difficoltà durante lo svolgimento del corso. Maggiori difficoltà sono state riscontrate dalle donne (32,1% rispetto al 28,2% dei maschi), dalle persone dai 20 ai 34 anni e dalle persone residenti nell'Italia meridionale (35,2%).

Al primo posto tra i problemi incontrati si colloca il costo elevato del corso (37%), seguito dall'organizzazione in orari scomodi (32,6%), e dal luogo difficile da raggiungere (28,8%). Segue la formazione non adeguata alle aspettative (20,1%). Molto più bassa la quota di chi ha dichiarato di non avere ricevuto l'appoggio del datore di lavoro (5,7%).

 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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