nelle
sale italiane dal 23 marzo 2012 e negli Usa dal 25 aprile
THE RAVEN
regia
di James McTeigue
Come non farsi attirare
da un film su Edgar Allan Poe della Amontillado Productions?
1849, Baltimora (città natale di Hannibal
Lecter!): uno spaventoso assassinio sconvolge la città, due donne, madre
e figlia, sono state uccise in maniera efferata. Gli investigatori non
sanno a che santo votarsi, finché l'Ispettore Emmett Field (Luke
Evans) ha un'intuizione: luogo e modalità degli omicidi
sono copiati dal racconto di un noto e popolare scrittore, Edgar Allan
Poe (John Cusack). Oppiomane, giocatore e
semi-alcolizzato, sempre senza un soldo, obbligato a quarant'anni a
pietire collaborazioni ai quotidiani locali per tirare avanti, è un
intellettuale geniale e raffinato e uno spietato critico letterario, che
considera i propri Racconti del Mistero e del Terrore produzioni dal
mero scopo alimentare. Per anni vedovo inconsolabile, finalmente
corteggia, ricambiato, la bella e determinata Emily (Alice
Eve) figlia del colonnello Hamilton (Brendan
Gleeson), potente e ricchissimo armatore navale, che vede
la relazione come il fumo negli occhi. Pur avendo assistito al
rinvenimento di un terzo e poi di un quarto corpo orribilmente mutilati,
Poe non vorrebbe farsi coinvolgere nelle indagini, ma vi sarà
costretto. Il killer rapisce infatti Emily, ma non esige un riscatto:
lascia in giro biglietti e indizi, solo se lo scrittore risolverà la
macabra caccia al tesoro, di cui è tenuto a dare fedele cronaca sul
quotidiano locale, la sua amata sarà salva.
Dopo
una prima parte introduttiva è intorno a questo che ruota il resto
film: il rapporto fra Poe e l'investigatore, prima diffidente, quasi
pentito di averlo coinvolto, poi affascinato dalla sua personalità e
ammirato della sua intelligenza, e fra Poe e il colonnello, disperato
per la sparizione della figlia, disposto a qualsiasi compromesso pur di
salvarle la vita.
Questo
film non è una variazione stravagante e farsesca nello stile di
SHERLOCK HOLMES con Robert Downey, e nemmeno una sterile trasposizione
al passato di un qualsiasi C.S.I., anche se sicuramente l'idea di base
ricorda episodi di alcune serie televisive degli ultimi anni, da COLOMBO
a LA SIGNORA IN GIALLO fino al recentissimo CASTLE.
Gli
sceneggiatori partono da fatti storici e autentiche cronache dell'epoca
e personaggi reali: la fidanzata segreta di Poe, mai identificata con
certezza; il critico Griswold, demolitore dell'opera di Poe in vita, che
qui finisce "affettato"; il poema THE RAVEN (Il Corvo) che venne pagato
9 miseri dollari; l'ultima parola di Poe in punto di morte, la mai
chiarita invocazione del nome "Reynolds", fondamentale qui per la
risoluzione del mistero. A tutto questo aggiungono e mescolano abilmente
ipotesi fantasiose in fondo non così campate in aria.
Hanna Skakespeare, autrice fra l'altro
degli script di THE GHOST WISPERER e CLOSE TO HOME, serie televisive di
buon successo, padroneggia bene epoca e argomento del soggetto, scritto e
sviluppato da Ben Livingstone, attore soprattutto
teatrale con l'hobby della scrittura; questo è il suo primo copione
cinematografico e fa ben sperare per buone produzioni future.
Prevedibilmente stupendi ed accuratissimi i costumi di Carlo
Poggioli, nella sua lunga carriera passato con noncuranza dal
set di IL NOME DELLA ROSA e de L'ULTIMO DEI TEMPLARI ai palcoscenici
teatrali di Luca Ronconi e a quelli operistici dell'Arena di Verona e
del Teatro alla Scala: anche grazie a lui la scena del ballo in maschera
è una gioia per gli occhi.
Complimenti
allo scenografo anglo-australiano Roger Ford: ricco di
una variegata esperienza (da THE QUIET AMERICAN a BABE e BABE VA IN
CITTA', da SIRENE ai due episodi di LE CRONACHE DI NARNIA) ricrea per le
strade, nei quartieri operai e negli ottocenteschi palazzi borghesi
magnificamente arredati di Belgrado e Budapest una plausibilissima
opulenta Baltimora pre-guerra di Secessione.
E' ben coadiuvato dal direttore della
fotografia Danny Ruhlmann, dalla passata solida
esperienza di freelance in documentari e trasmissioni tv di cronaca: le
luci sia diurne che notturne sono giuste e le inquadrature adeguatamente
pittoresche.
Serrato
e martellante il montaggio di Niven Howie, che
ha iniziato come fotografo di pubblicità e regista di videoclip prima
di passare al cinema.
Il
regista australiano James McTeigue dopo il 2005, anno
dello sfolgorante esordio nella regia col cult V COME VENDETTA, non ha
combinato un granché: qui svolge con cura il suo compito, senza
particolari colpi d'ingegno, ma dimostrando di saper girare come si deve
tanto i piani sequenza quanto gli inseguimenti a cavallo. Nonostante il
tema macabro non indulge in effettacci e sfrutta al meglio le belle
locations, dirigendo con fermezza il cast anglo-americano, oltre ad una
miriade di figuranti e l'intero personale tecnico ungheresi (il bello
delle produzioni all'estero, risparmi un sacco sulle spese generali, ma
non combini un accidente senza un'intera squadra di traduttori e
interpreti).
L'ottimo cast è composto
in massima parte da attori britannici, piuttosto curioso per un film
ambientato nel New England. Misteri delle co-produzioni internazionali:
forse non c'era sufficiente disponibilità di attori con un buon accento
dell'est.
John Cusack ha ormai
quasi trent'anni di carriera alle spalle, trascorsi fra una gran
varietà di interpretazioni di ottimo livello, dall'horror di 1408 alla
commedia dark di ESSERE JOHN MALKOVICH, a quella sentimentale di
SERENDIPITY, al thriller giudiziario de LA GIURIA. Questa volta,
nonostante il fisico imponente (90 chili su 1,92 di altezza) riesce con
credibilità ad infilarsi nei panni dello striminzito ed emaciato Edgar
Allan Poe nei suoi ultimi giorni di vita. Purtroppo per l'ennesima volta
il doppiaggio italiano fa i suoi danni, coprendo con una vocetta fessa i
toni sofferenti, bassi e rochi dell'originale.
La parte dell'investigatore, uomo di legge
colto e curioso, quasi un precursore di Sherlock Holmes, è affidata al
32enne gallese Luke Evans, che nonostante la giovane
età dona serietà ed autorevolezza al suo personaggio. Prestante, dallo
sguardo magnetico e dalla voce netta e piacevole, ha già una lunga
esperienza di attore teatrale. Dopo essersi fatto notare nel piccolo,
delizioso TAMARA DREWE di Stephen Frears ha interpretato al cinema parti
principali ma in pop-corn-movies non certo memorabili (è stato Aramis
in I TRE MOSCHETTIERI e Zeus in IMMORTALS). Ora è nel cast della nuova
Trilogia di Jackson LO HOBBIT, e questo darà senz'altro slancio alla sua
carriera cinematografica.
Il padre della bella
fanciulla rapita è l'irlandese Brendan Gleeson, un
pilastro dello schermo britannico, per niente svantaggiato dal fisico
massiccio che l'ha fatto imporre in parti di vilain, da GANG OF NEW YORK
a IN BRUGES, o comunque fortemente caratterizzate in blockbuster
internazionali (era Alastor Moody in HARRY POTTER) come in piccole
produzioni indipendenti irlandesi e australiane. Instancabile, negli
ultimi mesi lo si è già visto in THE GUARD (tradotto Un poliziotto da
Happy Hour!!!), ALBERT NOBBS (era il dottore) e SAFE HOUSE (il viscido
agente della Cia), anche qui dà come sempre il massimo.
Una piacevole sorpresa la bella Alice
Eve, fin'ora in una manciata di piccole partecipazioni: non è
la "solita bionda decorativa", è decisamente un'attrice completa nel
disegnare un'eroina moderna pur negli abiti ottocenteschi mirabilmente
sfoggiati.
Insomma un film
piacevole, nonostante i personaggi schematici e la trama a tratti
prevedibile (a parte il clamoroso colpo di scena dell'ultimo minuto), un
gotico classico nel miglior senso del termine. Soprattutto si esce con
una gran voglia di andarsi a comprare una biografia di Poe e di
rileggere i suoi racconti, e non è poco.
(recensione di MARINA
PESAVENTO)
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