"Tutti assolti, come è giusto che sia. Esprimo piena soddisfazione per la sentenza. In questo paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità". E' quanto afferma Gianni Tonelli, segretario del Sap, sindacato di polizia, sulla sentenza di appello del processo Cucchi, che ha visto assolti tutti gli imputati. "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, - continua Tonelli - se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie". "Mi auguro - prosegue - che questa sentenza venga rispettata e che presto la Cassazione metta la parola fine a tutta la vicenda. ...".
La logica che e' alla base di questo pensiero ("Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze"), e' la stessa di chi, per esempio, di fronte ad un ferito a seguito di un incidente stradale provocato per violazione del codice da parte della stessa vittima, sostiene che e' bene quello che e' accaduto e che, se non viene curato per essere salvato, se e' morto "sono cazzi suoi".
Ognuno puo' pensare e dire quello che vuole. Ovviamente. Ma a noi preoccupa che in questo caso sia l'esponente di un sindacato di polizia ad esprimere questo tipo di opinione. Cioe', l'appartenente ad un corpo dello Stato che, per definizione, prassi e metodologia, deve difendere e confortare tutti i cittadini, anche quelli che per loro sbagliano.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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