Cerimonia di
apertura di Social Cohesion Days alla presenza tra gli altri di Giuliano
Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il premio Nobel
per l'Economia Eric Maskin e il professor Romano Prodi.
"La coesione sociale non può essere costruita dall'alto o dal basso, ma è un processo che coinvolge tutti" ha detto a Social Cohesion Days il ministro Giuliano Poletti.
Per Romano Prodi: "Lo Stato ha la responsabilità di incentivare settori
innovativi, Internet, le cure anticancro, l'economia verde"
Si
è tenuta oggi a Reggio Emilia, presso il Centro Internazionale 'Loris
Malaguzzi' la conferenza di apertura di Social Cohesion Days, primo
forum internazionale sulla Coesione Sociale che si concluderà sabato 6
giugno 2015. Alla conferenza di apertura, dal titolo 'L'importanza delle
politiche di coeesione sociale per promuovere una crescita
intelligente, sostenibile, equa" hanno portato il loro saluto Carla
Rinaldi, presidente della Fondazione 'Reggio Children', Luca Vecchi
-Sindaco di Reggio Emilia- e Raul Cavalli, portavoce di Social Cohesion
Days.
Quest'ultimo
nel suo discorso ha dichiarato: "Pensiamo che parlare di Coesione
Sociale imponga uno sforzo in grado di immaginare un futuro possibile
nell'ambito del quale sancire un nuovo patto tra le “generazioni” e tra
gli Stati ed i loro cittadini. Pensiamo, quindi, che discutere di
Coesione Sociale nelle piazze, nelle università, nelle biblioteche
aprendo un confronto tra comunità scientifica, politica e cittadinanza
sia l'unico modo di centrare l'obiettivo.
È importante farlo ora. La
Commissione nell'ambito del programma UE 2020 si prefigge una strategia
che consenta all'Unione europea di raggiungere una crescita
intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e
dell'innovazione; sostenibile, basata su un'economia più verde, più
efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; inclusiva,
volta a promuovere l'occupazione,
la coesione sociale e territoriale.
L'intenzione dei Social Cohesion
Days non è la mera protesta, né sarà una battaglia contro (una tendenza
dominante neoliberista, una pervasiva finanziarizzazione economica, un
dilagante relativismo morale, il progressivo abbandono delle culture e
delle tradizioni identitarie); sarà, invece, un'azione collettiva per
formulare proposte, suggerire scenari e interpretazioni che possono
contribuire sì allo sviluppo, ma del progresso umano affinché la
crescita economica non sia più disgiunta dal benessere, ma ne sia
strumento".
Gli
interventi di apertura hanno visto prendere parte Omar Arias, Lead
Economist Social Protection and Labor Global practice, della Banca
Mondiale, Pietro Barbieri -portavoce nazionale Forum del Terzo Settore- e
Giuliano Poletti -ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di
seguito alcuni stralci del loro discorso sulla coesione sociale.
Giuliano Poletti: "...
La coesione sociale non può essere costruita dall'alto o dal basso, ma è
un processo che coinvolge tutti. Lavorare per la coesione sociale
significa immaginare una serie di modelli tali consentire il
conseguimento di questo obiettivo con la partecipazione di tutti i
soggetti. Il tema che abbiamo davanti è come costruire delle
infrastrutture che consentano di rendere protagonisti i cittadini.
Abbiamo l'obiettivo, abbiamo la società che si organizza, la
cittadinanza dinamica. Serve uno sforzo per trovare forme che ci aiutino
a evitare logiche in cui la società interviene quando lo Stato non ci
arriva o il mercato non investe.
... La coesione sociale ha bisogno di un contesto nel quale
ogni cittadino abbia il massimo di opportunità. La coesione sociale in
un contesto ad alta disoccupazione ha molte difficoltà, quindi noi
abbiamo il dovere di alzare il tasso di occupazione. In questo paese
abbiamo sopportato una precarizzazione del lavoro che ha messo in
ginocchio i cittadini. Dobbiamo far si che il contratto di lavoro a
tempo indeterminato torni ad essere la forma di contratto maggioritaria
di questo paese. I contratti precari hanno dato alle imprese la
convinzione che si potesse competere sul costo del lavoro, riducendo il
costo del lavoro, più che salvaguardare il know how. Ciò ha impoverito
il nostro sistema economico.
... L'altro dato è quello sulla previdenza, un grande tema
mondiale. Il nostro sistema di previdenza ha visto cambiamenti e ha
prodotto danni. La mancanza del ricambio è forte. I lavori socialmente
utili noi li abbiamo fatti fare ai ragazzi di trent'anni: una scelta
inaudita. Io li farei fare a chi sta andando in pensione per
accompagnarlo serenamente alla fine. Usare i ragazzi giovani provoca
molte tensioni sul piano sociale".
La conferenza è
proseguita con il dialogo 'Il tempo delle scelte' tra l'economista Eric
Maskin e il professor Romano Prodi. Di seguito alcuni passaggi del
dialogo.
Eric Maskin: Uno dei miei interessi da
economista è quello tra globalizzazione e ineguaglianza. C'è un grande
periodo di globalizzazione. Cina e India sono cresciute enormemente
grazie alla globalizzazione, ma la globalizzazione ha anche un lato
oscuro, l'ineguaglianza. Disegnare un computer negli Stati Uniti,
programmarlo in Europa e assemblarlo in Cina potrebbe generare
disuguaglianze. La chiave per fare qualcosa contro l'inuguaglianza è
fare il possibile perché le persone possano condividere i benefits della
globalizzazione.
Romano Prodi: "Quando ho cominciato i miei
studi economici il sistema di welfare europeo era considerato il modello
più importante. Oggi non è più così. Qual è l'adattamento che dobbiamo
fare? Il mondo va verso un progressivo abbandono del welfare o c'è
ancora uno spazio economico per una convergenza? Il Brasile ha messo
come condizione per l'impegno statuale l'obbligo scolastico e di
vaccinazione per i minori. Nei paesi progrediti dobbiamo abbandonare
questi obiettivi o possono essere ancora fattori di crescita?".
Eric Maskin: "L'Europa sta passando un
periodo molto difficile negli ultimi anni con una crisi profonda del
sistema di welfare. L'austerità coinvolge profondamente le persone che
hanno più bisogno. La recessione continua perché le persone non possono
fare affidamento sui beni. I governi devono incrementare la spesa, non
abbassarla. Il piano di Obama da 800 miliardi di dollari per stimolare
l'economia è stato un successo".
Romano Prodi: "Grande responsabilità,
quindi, non solo del mercato ma anche dello stato. Questo lo giudico
indispensabile per portare avanti alcuni settori innovativi. Internet,
per esempio, è nato dalla spesa pubblica. Così come le medicine
anticancro dovrebbero essere finanziate dalla spesa pubblica. Così come
l'economia verde, con incentivi statali. Siamo di fronte a una serie di
obiettivi in cui il rapporto fra mercato e intervento dei governi assume
un ruolo nuovo. L'autorità dei governi deve essere affiancata da FMI E
WB. Qui abbiamo delle rotture fortissime perché la WB ha visto nascere
un concorrente enorme: la Banca asiatica per gli investimenti e le
infrastrutture. Un fatto nuovo questa concorrenza, prodotta con
rapidità, a cui hanno aderito tutti i grandi paesi europei, a
compinciare dalla Gran Bretagna che di solito non fa nulla che non venga
dagli USA. Mi chiedo se questo doni magg
iore o minore sensibilità ai problemi di crescita mondiali. In questo
momento nel mondo ci sono 250 milioni di persone che vivono in paesi in
cui non sono nate. Ciò porterà a un mondo più unito o più diviso?".
Eric Maskin: "Sono ottimista. Ogni cambiamento tecnologico, sociale è rivoluzionario. La competizione non è necessaria".
Il programma di Social Cohesion Days
prosegue anche domani, giornata che vede tra gli altri la presenza di
Tito Boeri, economista, presidente di Inps e di Bertram Niessen, docente
di sociologia dei New Media all'Università Statale di Milano.
Informazioni sorcialcohesiondays.com
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