La proposta prevedrebbe poi il raggruppamento dei profili professionali appartenenti alle 5 aree in 3 ambiti professionali: Sanitario, Socio sanitario e infine Amministrativo, tecnico e professionale. Le progressioni economiche all'interno delle aree avverrebbero attraverso una procedura selettiva con una attribuzione di differenziali economici di professionalità da intendersi come incrementi stabili, con priorità di progressione per il personale che abbia maturato: 10 anni di esperienza professionale senza aver mai conseguito progressioni economiche 25 anni di esperienza professionale e che abbia conseguito fino a due progressioni economiche.
E infine un sistema di incarichi articolati in tre tipologie: Incarichi di posizione; Incarichi di funzione organizzativa; Incarichi di funzione professionale; che sarebbero graduati in base alla complessità (complessità base, complessità media, complessità elevata).
“Come Fsi-Usae diciamo subito che prendiamo le distanze da quella proposta e che bocciamo subito un contratto in cui non c'è nient'altro che un nuovo muro per frenare l'avanzata degli infermieri e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e un tetto per schiacciarle verso il basso” dichiara Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae che continua “La nostra federazione si è espressa con chiarezza sulla questione, Noi rivendichiamo aumenti che portino la base stipendiale di queste professioni ad almeno duemila euro netti mensili e vogliamo che l'indennità di funzione e di specializzazione siano aggiuntive. Noi chiediamo l'inquadramento nella dirigenza e la libera professione senza vincoli.”
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