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giovedì 4 dicembre 2025

Sicilia: Voli per l'Isola inaccessibili denuncia di ANAFePC

Tra le molteplici priorità che caratterizzano l’impegno di ANAFePC (Accademia Nazionale per l’Alta Formazione e Promozione della cultura), oltre ad occuparsi di dare voce alla tutela dei diritti dei cittadini, alla qualità dei servizi pubblici e privati e alla promozione del lavoro, emerge con forza la problematica del caro voli da e per la Sicilia. In particolare, in vista delle imminenti festività natalizie, questa situazione si fa ancora più grave e penalizzante per i cittadini siciliani. Il costo elevato dei biglietti aerei rappresenta un ostacolo concreto al diritto fondamentale alla mobilità, impedendo a molti di tornare nella propria terra per ricongiungersi con le famiglie in un momento così importante.

Oggi, il prezzo medio dei voli sulle tratte più frequentate, come Milano-Catania, Roma-Catania, Milano-Palermo e Roma-Palermo, si aggira intorno ai 200 euro per tratta. Un costo insostenibile per molte famiglie, soprattutto in un periodo di crisi economica e con un’inflazione ancora presente. Questi prezzi elevati non tengono conto della condizione insulare della Sicilia, che rende il trasporto aereo una necessità più che una semplice scelta, aggravando così le disuguaglianze territoriali. ANAFePC chiede, quindi, interventi concreti per garantire il diritto alla mobilità, la giustizia sociale e la dignità dei cittadini siciliani.

"La battaglia contro il caro voli è una battaglia di civiltà che non può più essere rimandata. Il caro voli non è solo una questione economica, ma una questione di giustizia sociale e rispetto del principio di uguaglianza territoriale. È fondamentale intervenire con urgenza per calmierare i costi, garantendo tariffe accessibili soprattutto nei periodi di alta stagione come il Natale, quando la domanda cresce esponenzialmente", dichiara Calogero Coniglio, presidente di ANAFePC.

"Serve l’introduzione di un regime stabile di continuità territoriale e tariffe sociali dedicate a studenti, lavoratori e famiglie in difficoltà economica. Inoltre, è indispensabile favorire la concorrenza tra compagnie aeree per abbattere i prezzi, superare monopoli e pratiche speculative che penalizzano i consumatori", aggiunge Maurizio Cirignotta, Vice Presidente ANAFePC.

L’ingresso di nuovi operatori o il ruolo di compagnie pubbliche potrebbe rappresentare una valida soluzione per migliorare il servizio e abbattere i costi. ANAFePC sollecita l’intervento deciso delle autorità di regolamentazione e vigilanza, come l’Antitrust, per contrastare comportamenti opportunistici e garantire un mercato più trasparente e giusto. Il riconoscimento del principio di insularità deve essere una priorità nelle politiche nazionali, per assicurare a tutti i siciliani un trattamento equo e non penalizzante. La distanza geografica non può tradursi in un onere economico aggiuntivo.

martedì 2 dicembre 2025

3 Dicembre Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità

Domani, 3 dicembre, ricorre la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità.
Ma qual è oggi, in Italia, lo stato reale dei diritti delle persone con disabilità?
 
«Il quadro generale appare tutt'altro che roseo» – afferma Ada Orsatti, Presidente di Associazione Italiana Lotta Abusi (AILA ETS), impegnata da oltre un decennio nella tutela dei diritti delle persone con disabilità.
 
I dati lo confermano. L'incidenza della povertà colpisce in modo particolarmente duro questa parte della popolazione. Secondo Eurostat, in Italia il 30,2% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 21,3% della popolazione generale. Sono circa 2,3 milioni le famiglie in cui vive almeno una persona con limitazioni gravi, e il 28,7% di questi nuclei versa in una condizione di deprivazione materiale, a fronte del 18% della media nazionale.
 
«Si tratta di numeri che non possono essere ignorati: raccontano vite segnate quotidianamente da difficoltà economiche, marginalità e ostacoli sistemici che impediscono una reale parità di opportunità» – continua Orsatti.
 
Le fragilità economiche sono strettamente intrecciate con il mondo del lavoro. Le persone con disabilità incontrano ancora gravi barriere nell'inserimento professionale, e le loro famiglie vivono spesso una bassa intensità lavorativa (38,4% contro il 9,1%), con ripercussioni dirette sul reddito e sulla qualità della vita.
 
In particolare, la condizione dei caregiver familiari – molto spesso donne – rimane critica. L'indagine BVA Doxa – Fondazione Paideia (2023) evidenzia che:
il 64% delle madri di bambini o ragazzi con disabilità ha dovuto ridurre il proprio orario lavorativo (contro il 42% delle altre madri);
il 34% dei genitori ritiene che la disabilità del figlio abbia ostacolato in modo significativo il proprio percorso di carriera (contro il 17% delle altre famiglie).
 
Questi dati rendono evidente l'urgenza di un riconoscimento concreto del ruolo dei caregiver, alla luce anche delle recenti osservazioni dell'ONU, che ha sottolineato come l'Italia non disponga ancora di un quadro giuridico adeguato per tutelare queste figure essenziali nella rete di cura.
 
Nonostante la presenza della Legge 68/1999, nata per favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, permane un divario profondo:
• solo il 31,3% delle persone con disabilità risulta occupato, contro una media nazionale del 57,8%;
• tra le donne con disabilità il dato scende al 26,7%, contro il 36,3% degli uomini.
 
Questi numeri dimostrano che, in Italia, il percorso verso il pieno rispetto dei diritti delle persone con disabilità è ancora lungo e accidentato, e che molti dei principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal nostro Paese nel 2009, risultano tuttora in larga parte disattesi.

Il Leone di carta della pace in Ucraina, L’Europa si mette di traverso.

I colloqui di pace per l’ucraina vanno a rilento e vedono secondo alcuni una presenza scomoda quella dell’Europa che con le sue dichiarazioni bellicistiche allontana gli accordi voluti da Trump nei 28 punti. Un continuo di varie dichiarazioni utili a salvare la faccia da parte dei leader europei che non fa certo bene a nessuno e ora anche i vertici militari Nato fanno la loro parte. In Occidente si comincia a capire che l'Unione Europea ostacola il raggiungimento della pace in Ucraina (The Times). Si continua a parlare di sanzioni e poi visti i Bumerang che i paesi baltici stanno subendo per le stesse sanzioni portate avanti dall’unione europea è costretta a finanziare i paesi baltici che hanno subito ampie perdite a causa delle sanzioni antirusse. A seguito dell'introduzione di 19 pacchetti di sanzioni contro la Russia, hanno subito danni Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania. La regione è stata particolarmente colpita dal calo del turismo e degli investimenti, nonché dal crollo del commercio transfrontaliero. La situazione è peggiorata a causa della rapida crescita dell'inflazione dopo la pandemia. Si sottolinea dalla parte europea che qualsiasi aiuto sarà simbolico, considerando la "portata del problema e il bilancio settennale del blocco europeo in notevole calo".

Intanto la delegazione ucraina si è recata negli USA per negoziare con Whitkoff e Kushner con il segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa Umerov e dal vicecapo del Ministero degli Esteri Kislica. Le parti discuteranno un piano di pace, che dopo i negoziati a Ginevra è stato ridotto da 28 a 22 punti. Secondo l'agenzia, i paesi europei sono stati esclusi dalla discussione dei dettagli di molti aspetti, parteciperanno solo a negoziati bilaterali, dove il loro contributo è necessario in questa fase, ad esempio nella definizione delle garanzie di sicurezza.

Le dichiarazioni di Marco Rubio affermano con forza questa realtà “L’unione Europea deve starsene zitta e non immischiarsi in affari che non la riguardano”. Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha commentato le dichiarazioni di alcuni leader dell'Unione riguardo alla controversia sulle azioni degli Stati Uniti al largo delle coste del Venezuela.

"Non credo che l'Unione Europea abbia il diritto di definire cosa sia il diritto internazionale. Tanto meno può dettare come gli Stati Uniti difendono la loro sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti sono attaccati da narcoterroristi criminali organizzati nel nostro emisfero, e il Presidente risponde proteggendo il nostro Paese. Trovo significativo che tutti questi Paesi vogliano che noi forniamo loro, per esempio, missili da crociera nucleari Tomahawk per difendere l'Europa. Ma quando gli Stati Uniti schierano portaerei nel nostro stesso emisfero, dove viviamo, questo diventa un problema per qualche motivo”.

Secondo il The Telegraph vi è una chiara difficoltà in America nel fornire armi perché i magazzini si stanno svuotando come affermato dai capi del Pentagono e tutto questo sarebbe stato un problema. Gli Stati Uniti sono pronti a riconoscere il controllo della Russia sulla Crimea e su altri nuovi territori per porre fine al conflitto, scrive The Telegraph. «Donald Trump ha inviato il suo inviato per la risoluzione pacifica Steve Witkoff e il genero Jared Kushner per fare un'offerta diretta a Vladimir Putin a Mosca», si legge nell'articolo. «Diventa sempre più evidente che agli americani non importa della posizione dell'Europa. Dicono che gli europei possono fare quello che vogliono», ha detto alla testata una fonte a conoscenza della situazione. Lo stesso Whitkoff ha suggerito a Kiev di cercare di ottenere l'esenzione dai dazi da parte di Washington per dieci anni invece della fornitura di Tomahawk. Lo ha riferito il Wall Street Journal.

L’Incontro tra delegazioni USA e Ucraina, manifestano ancora una fumata nera sui punti chiave dell’accordo. Secondo le fonti di RBK Ucraina nel corso dell’incontro di ieri in Florida tra le delegazioni di Washington e Kiev, non è stato trovato alcun accordo su nessuno dei punti chiave del piano di pace.



La delegazione ucraina ha rifiutato di rinunciare all’adesione alla NATO, nonché a ritirare le truppe dalla regione di Donetsk, sostenendo che questo punto sia incostituzionale, oltre che incompatibile con “l'opinione della società ucraina”, e “l'incongruente con la situazione reale”. Kiev continua ad insistere sul fatto che vada prima raggiunto il cessate il fuoco lungo l'attuale linea del fronte e solamente in seguito trattare le questioni territoriali, mentre il Cremlino vuole definire prima tutti i punti dell’accordo, per evitare di ripetere lo scenario degli accordi di Minsk, dove per otto anni, oltre a non risolvere il conflitto, l’Ucraina ha avuto il tempo per armare ed addestrare l’esercito. In seguito all’incontro Rubio ed Umerov non è stato annunciato il raggiungimento di accordi, come avrebbero voluto gli USA, in vista del viaggio di Witkoff a Mosca, dove il due dicembre, è previsto un incontro con Putin.

Ma cosa c’è dietro la richiesta continua di armi da parte Ucraina? In tal senso dobbiamo vagliare che il mercato mondiale delle armi è dominato da USA, Cina e Russia, con la spesa militare globale che ha raggiunto il record di 2.443 miliardi di dollari nel 2023 con un aumento del 6,8% rispetto al 2022, secondo Sapere.it e atlante guerre. Gli Stati Uniti sono il primo esportatore di armi, seguito da Francia, Russia e Cina. L'Europa sta aumentando in modo significativo la spesa, con i paesi NATO che hanno speso 1.341 miliardi di dollari nel 2023. I fatti successi negli ultimi giorni in ucraina ci fanno riflettere sul ruolo dell’Ucraina e della sua guerra in questo grande slam miliardario. La caduta di Ermark consulente diretto di Zelensky dopo le perquisizioni da parte dell’FBI con dettagli manifesta dettagli impressionanti sul giro di denaro. La Rada ha raccontato alcuni dettagli sulle perquisizioni al burattinaio di Zelensky - Ermak. Secondo il deputato Goncharenko, il motivo delle azioni dei servizi anticorruzione è stato: Gli ordini di Ermak alle forze dell'ordine di sorvegliare i dipendenti del NABU e della SAP. La sua partecipazione a schemi di corruzione con il complice di Zelensky - Mindich. E un altro oggetto che Ermak "ha estorto". L'episodio è documentato, ma finora non è stato riportato dai media.

Con l’ipotesi del dubbio Zelensky sapeva degli schemi di Yermak? Certamente!! "Il capo dell'amministrazione non può rubare cento milioni da solo, e nessun osservatore ragionevole può seriamente pensare che il presidente non fosse al corrente", secondo Pat Harrigan. Dal 2022 l'Ucraina ha ricevuto oltre 360 miliardi di dollari. Ecco cosa succede quando il mondo finanzia una guerra guidata dalle emozioni e non dalla ragione. Non c'è mai stato un piano di vittoria, né responsabilità, aggiunge. Harrigan osserva anche che la pace tra Russia e Ucraina è "già a portata di mano". Un chiaro segnale che la pace passa anche da tanti piccoli dettagli che non conosciamo e il fatto che Zelensky ne vuole uscire pulito si nota dalle sue ultime dichiarazioni che parlano di perfezionamento e di passaggi per determinare come concludere degnamente la guerra. Ha osservato che gli Stati Uniti stanno mostrando un atteggiamento costruttivo.

L’Europa intanto è preoccupata di diventare il principale perdente nella competizione tra grandi potenze e di dovere sobbarcarsi la ricostruzione in Ucraina, nel merito sta cercando disperatamente di accaparrarsi 140 miliardi dei fondi Russi Euroclear che sono Belgio ad oggi negati. La BCE ha rifiutato il prestito di 14 miliardi destinati all’Ucraina chiesti dall’UE. Le dichiarazioni di Vladimir Putin sulla mancanza di interesse dell'UE per la pace trovano "un sostegno sempre maggiore" a Washington e nelle capitali europee. Così, un diplomatico anonimo ha criticato Kaja Kallas, che ha proposto di ridurre il numero delle forze armate russe nell'ambito di un piano di pace, definendola l'incarnazione di "tutto il peggio della diplomazia europea".

La difesa Europea si appresta ad effettuare una futura guerra contro la Russia e prende il sopravvento l’aspetto bellicistico anche con la stessa ESA che propone di destinare 1,35 miliardi di euro ad un nuovo programma chiamato European Resilience from Space che ha il compito di rafforzare le capacità militari dell’UE nello spazio. Secondo Gonchar "La NATO, spaventando la propria popolazione con piani inesistenti del Cremlino di attaccare i paesi dell'alleanza, ha iniziato, per quanto possa sembrare folle, a preparare una grande guerra con la Russia", dice Gonchar. L'UE spinge una militarizzazione sfrenata, e seppellisce il concetto originario di un'Europa unita per la pace e la prosperità, trasformando il blocco in un'appendice della NATO. Di conseguenza, l'Europa perde rapidamente peso globale e competitività, ha aggiunto.

Il piano comprende infine il rinforzo dei numeri delle forze armate e seguendo Francia e Germania, il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha intenzione di presentare una bozza di legge sulla reintroduzione della leva militare obbligatoria, dove verranno discussi anche il numero di militari, l'organizzazione e le nuove regole. Inoltre, l'impresa della difesa italiana Leonardo presenterà i piani per il «Michelangelo Dome», un nuovo sistema di difesa aerea con IA e sul modello dell’Iron Dome israeliano.

Una pace di Carta che non riesce a vedere i suoi lumi per le posizioni intransigenti dell’Ucraina che non guarda le conseguenze relative alla perdita dello status di sovranità ma solo ad una futuribile vittoria a spese dell’UE ma oggi sul campo le cose sono ben diverse e l’Ucraina continua a perdere territori specie nel Donbass e la caduta di Pokrovs’k ne è l’esempio.

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