E il web apprezza
Anche il popolo di Internet ragiona sulla possibilità di creare un'aggregazione tra Rosa Bianca e Udc e commenta, sul sito www.larosabianca.net, le dichiarazioni di Mario Baccini: "Se c'e' la possibilita' di collaborare con chi ha le nostre stesse ragioni, allora ben venga. Noi abbiamo un codice etico sulle candidature che esclude chi ha problemi con la giustizia e con la mafia".
Giuseppe ritiene "lodevole l'iniziativa purché venga sempre rispettata'. "Quando Casini ha affermato giorni fa che Cuffaro sarebbe stato candidato ho provato imbarazzo per lo stesso leader Udc. Se la rosa bianca lavorerà con serietà riuscirà a togliere voti ai moderati dei due partiti maggiori".
"Il dialogo ben venga ma, vi prego, non l'alleanza con chi ha messo a tacere la propria coscienza in cambio di poltrone prestigiose. Se davvero Casini ha da sempre gli ideali che ora va sbandierando ai
quattro venti, mi chiedo come sia possibile che sia stato 14 anni, e non 14 minuti, dentro una coalizione che di facciata propagandava
libertà, - scrive Giovanni Paolo Sapia - ma che in realtà al suo interno vigeva la dittatura dell'onorevole Berlusconi. Spero proprio che l'alleanza tra la Rosa Bianca e l'Udc non si faccia".
"Il riferimento ad un codice etico per le candidature è fondamentale e meriterebbe di essere reso pubblico con grande evidenza, al pari dello statuto (tuttora in fase di costruzione) su questo sito. Se si accettano queste regole fondamentali, l'accordo può esserci con chiunque. L'importante – dice Raimondo - è continuare a volare alto, illuminati da un'alta considerazione morale della politica e forti di alcune convinzioni fondamentali: rispetto per la vita; sostegno alla famiglia; giustizia sociale; attenzione agli ultimi; regolamentazione della economia; condanna delle speculazioni e delle distorsioni del mercato".
Infine un auspicio: "All'interno di ogni formazione è possibile e auspicabile che possa crescere un gruppo dirigente, espressione genuina di una selezione sul territorio,capace di dialogare e impegnarsi nella elaborazione politica piuttosto – chiude Giovanni Maurizio Salerno – che nella ricerca a tutti i costi del consenso, superando così i particolarismi regionalistici e le strutture di potere clientelare".
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