Paolo Landi, Adiconsum: “L’utilizzo della tv mobile non prevede una connessione ad una rete,come vogliono farci credere. Il costo, quindi, anche solo per un presunto “collegamento”, equivarrà a privatizzare l’etere. Diciamo “NO” ad un suo utilizzo privato!”
Adiconsum, in merito al preannunciato avvio (giugno 2006), da parte di alcune aziende, dell’inizio della vendita dei servizi relativi alla TV MOBILE con modalità e costi simili al’attuale servizio offerto con la connessione UMTS, ha manifestato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato le proprie perplessità:
- l’utilizzo della tv mobile non prevede infatti una connessione ad una rete.
- la diffusione dei canali nell’etere avviene mediante ripetitori di segnale.
- per la visione dei canali televisivi occorre dotarsi di un apparato mobile di ricezione (che, come avviene già oggi con qualsiasi decoder fisso.
Adiconsum si dichiara quindi contraria ad eventuali costi richiesti per il presunto “collegamento”. Ciò porterebbe infatti come effetto ad una privatizzazione dell’etere!
Queste le richieste avanzate da Adiconsum all’Autorità per le comunicazioni e all’Antitrust:
1. impedire la commercializzazione di qualsiasi servizio di TV mobile, se non dopo una corretta sperimentazione delle varie tecnologie dedicate e in presenza di norme legislative sulle caratteristiche degli apparati e sulla difesa dei diritti dei consumatori;
2. garantire all’utente la ricezione dei segnali televisivi non criptati, diffusi attraverso l’etere, senza costi aggiuntivi all’acquisto dell’apparato mobile di ricezione;
3. scegliere lo standard o gli standard (DVB-H derivato dal digitale terrestre; DMB, derivato dalla radio digitale DAB; ISDB, utilizzato in Giappone) più appropriati, garantendo qualità e minori costi, permettendo una consultazione pubblica fra i vari soggetti interessati (associazioni consumatori comprese), dopo avere acquisito i dati della sperimentazione. (In assenza di tali scelte, infatti, alcune aziende hanno chiuso accordi commerciali per l’utilizzo dello standard DVB-H);
4. garantire neutralità di trattamento verso qualsiasi tecnologia;
5. bloccare gli accordi fra le aziende sulla tv mobile, fino al termine della sperimentazione e dopo l’approvazione delle specifiche regolamentazioni.
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