Ieri sera, al Mississippi di Gabicce Mare, è stata ospite d’onore della riuscitissima manifestazione “Belle d’Estate”, finale nazionale dell’omonimo concorso di bellezza condotto per l’occasione dalla affascinante Janet De Nardis di Rai Due.
Ma torniamo a Jessica, trans che dopo lo spettacolo cabarettistico (quasi trasgressivo, ma dove nel contempo c’è poco o nulla di trasgressivo) parla sempre e comunque di Dio.
Così esordisce: “Bisogna trovare assolutamente il tempo di pregare giacchè solo così è possibile avvicinarsi all’Onnipotente e cercare di fermare il lento declino di questo mondo che sta andando letteralmente a rotoli”.
Poi Jessica spende ben volentieri qualche parola per gli animali: “Lancio un grido d’allarme e dico che non è possibile abbandonarli come vecchi giocattoli. Loro possiedono intelligenza, sentimento e danno molto affetto: non è concepibile trattarli alla stregua di oggetti inanimati”.
Chiediamo a Jessica di parlarci brevemente del più grande rimpianto nel della sua carriera: “Mi è dispiaciuto molto quando, quasi un anno fa, l’apposita commissione, presieduta dal mio conterraneo Pippo Baudo, mi ha esclusa dal Festival di San Remo con la canzone “Le ragioni di Dalila” di Vincenzo e Pippo Spampanato della ENGI di Catania. Con questo brano denuncio le violenze subite dalle donne e racconto in particolare la storia di quella moglie americana che mutilò il marito nelle parti intime dopo essere stata picchiata e seviziata in continuazione tra le mura domestiche. Non ho mai capito – conclude Jessica- se la mia esclusione da San Remo sia da catalogare come un atto contro la mia diversità o come una originale forma di razzismo”.
Alfonso Aloisi
alfonsoaloisi@virgilio.it
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