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lunedì 22 settembre 2008

OASI WWF LAGUNA DI ORBETELLO: ATTERRAGGIO SPECIALE : stormo di giovani ibis eremita al seguito di un ultraleggero, guidato da "genitori adottivi umani"

Lo spettacolo della natura continua a sorprendere

"ATTERRAGGIO SPECIALE" NELL'OASI WWF LAGUNA DI ORBETELLO

Uno stormo di giovani ibis eremita al seguito di un ultraleggero, guidato da "genitori adottivi umani", si prepara a trascorrere l'inverno nell'Oasi per recuperare le capacità migratorie.

ALL'INDOMANI DELL'APERTURA DELLA CACCIA,

IL WWF VOLA CON GLI IBIS PORTANDO UN MESSAGGIO DI SPERANZA


Un mese di viaggio, 1.300 km percorsi, preceduti da 14 voli di allenamento di circa 15 km ognuno. 11 ibis a seguito di un ultraleggero, un team di 15 persone: sono questi i numeri di uno straordinario programma sperimentale, alla sua quinta spedizione, promosso dall'Associazione ambientalista austriaca Waldrappenteam in collaborazione con il WWF Italia, che "ospiterà" gli ibis nei mesi invernali, e con il patrocinio della Provincia di Grosseto. Nell'Oasi WWF Laguna di Orbetello, stamattina alle 11.30, le due associazioni hanno dato il benvenuto ai primi 6 ibis eremita dello stormo partito da Gorizia lo scorso 7 settembre, che si prepara a trascorrere l'inverno nell'Oasi per cercare di recuperare un istinto migratorio ormai perso. Gli altri esemplari sono attesi nei prossimi giorni.

Questi rari e grandi uccelli neri dal lungo becco rosso sono giunti in Toscana "guidati" da un'equipe di ricercatori, vere e proprie "madri adottive umane", che mirano a reinsegnare a questi uccelli l'antica rotta migratoria verso Sud, utilizzando un deltaplano che li affianca nel volo, proprio come una vera madre. Con la progressiva scomparsa delle paludi e delle isole che segnavano la rotta della migrazione (e offrivano riparo per le soste), gli ibis eremita hanno infatti dimenticato il loro istinto di viaggiatori, rinunciando a migrare verso i luoghi più caldi. L'obiettivo di questa peculiare tecnica quindi è quello di intervenire sull'apprendimento delle rotte migratorie, in modo da poter utilizzare in futuro quanto acquisito per integrare le popolazioni naturali esistenti (Siria e Marocco).

L'Oasi di Orbetello sarà la loro area di svernamento, date le particolari condizioni ambientali che consentono un'accoglienza ideale per la specie. Da oggi fino alla loro prossima migrazione, gli ibis verranno lasciati alle cure dello staff WWF, che inizialmente si occuperà di rendere gli animali socievoli per la loro manipolazione, cercando di trascorrere il maggior tempo possibile con il giovane stormo. Provvederanno quindi alla loro alimentazione, alla loro salute, e gli applicheranno dei GPS a zainetto che consentono di registrare quotidianamente gli spostamenti degli uccelli, controllando periodicamente il loro peso. Ogni giorno verranno registrati i parametri meteorologici e la presenza/assenza degli individui. Se l'apprendimento ha funzionato, gli uccelli ritorneranno da soli in Baviera una volta raggiunta la maturità sessuale (2° o 3° anno).

L'Oasi WWF Laguna di Orbetello offre allo stormo un habitat ideale per il loro svernamento. Grazie alla sua posizione lungo le rotte migratorie vede la concentrazione di migliaia di uccelli, specialmente nel periodo invernale, come fenicotteri, cavaliere d'Italia, airone bianco maggiore, airone cenerino, falco pescatore, mestoloni, spatole, avocette. Solo un ambiente integro, ricco di insetti e piccoli invertebrati di cui cibarsi, con siti da usare come sicuri dormitori, costituisce un luogo sicuro e con le condizioni ottimali dove gli ibis potranno svernare e ritrovare il proprio istinto migratorio.

Zona umida di importanza internazionale, Orbetello rappresenta l'Oasi storica del WWF Italia, oltre ad essere un prestigioso "polo" naturale per la ricerca in campo ambientale. Numerosi gli studi di conservazione avviati e seguiti all'interno dell'Oasi WWF Laguna di Orbetello: dall'inanellamento delle anatre per studiarne i processi migratori, agli studi sull'aviaria in collaborazione con l'INFS. L'Oasi, che protegge 1553 ettari di laguna, è inoltre un importante "cantiere" per l'osservazione e lo studio dei cambiamenti climatici in Italia.

…E INTANTO LA CACCIA RIAPRE SOTTO CATTIVI PRESAGI

La stagione venatoria 2008 si è riaperta al limite della legalità nazionale ed europea, confermando i cattivi presagi delle settimane passate. Dal primo settembre, infatti, 15 regioni su 20 hanno approfittato della preapertura, prevista come eccezione solo per poche specie migratorie, per aprire ufficialmente la caccia anche alla fauna stanziale. 7 regioni hanno approvato la caccia in deroga a specie protette, nonostante l'Italia stia per essere condannata dalla Corte di Giustizia Europea per una procedura d'infrazione sulle deroghe illegittime aperta nel 2006. Ed è notizia di questi giorni la proposta del Ministero dell'Ambiente, che il WWF ha chiesto di ritirare, che allenterebbe la normativa vigente sulla caccia nelle aree Natura 2000 - Zone a Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC) - modificando un decreto che, seppure migliorabile, risponde alle richieste dell'Unione europea e ha permesso all'Italia di uscire dalla procedura d'infrazione aperta nel 2006 proprio sulla scorretta attuazione della direttiva Habitat e Uccelli in Italia.

I CRAS WWF IN ALLERTA: GIA' ARRIVATI I PRIMI ANIMALI FERITI

Sono già arrivati diversi animali appartenenti a specie protette - come sparvieri, gheppi e poiane - nei Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS) del WWF, ospedali dedicati alle specie in pericolo e alla fauna selvatica, che ogni anno ricevono e curano gli innumerevoli animali appartenenti a specie protette che restano vittime dei tanti casi di bracconaggio e di chi non rispetta le regole.

LA PETIZIONE ONLINE

Il WWF ha attivato un'azione di pressione on line per fermare la caccia in deroga e salvare, tra gli altri, piccoli uccelli canori come pispole e fringuelli. La petizione su www.wwf.it

Roma, 22 settembre 2008

Sono a disposizione della stampa

  • Scheda di approfondimento sul Progetto Ibis Eremita
  • Video con riprese aeree della migrazione
  • Mappe della rotta di viaggio
  • Immagini degli ibis a seguito dell'ultraleggero

IL PROGETTO "IBIS EREMITA"

  • STORICO

Si tratta di un programma sperimentale messo in atto la prima volta dal Wuppertal Institute e dal Konrad Lorenz Institute austriaci, in collaborazione con l'associazione ambientalista austriaca Waldrappteam e il WWF Italia. Questi rari e grandi uccelli neri dal lungo becco rosso sono infatti "guidati" da un'equipe di ricercatori austriaci, vere e proprie "madri adottive umane", che mirano a reinsegnare a questi uccelli l'antica rotta migratoria verso Sud. Gli Ibis sono accompagnati e guidati dai velivoli ultraleggeri dei ricercatori: si tratta della stessa tecnica utilizzata con successo con le oche del Canada o le gru e utilizzata nel film "Il Popolo migratore". L'Oasi di Orbetello rappresenta la loro area di svernamento, date le particolari condizioni ambientali che consentono un'accoglienza ideale per la specie.

Dal momento che gli uccelli arrivano ad Orbetello, infatti, vengono lasciati alle cure dello staff WWF. Inizialmente si occupano di rendere gli animali socievoli per la loro manipolazione, cercando di trascorrere il maggior tempo possibile con il giovane stormo.

Si occupano quindi della loro alimentazione, della loro salute, e provvedono ad applicargli dei GPS a zainetto, che consentono di registrare quotidianamente gli spostamenti degli uccelli, controllando periodicamente il loro peso. Si registrano quotidianamente i parametri meteorologici e la presenza/assenza degli individui. Dopo un inverno passato in contatto con i ricercatori, gli uccelli dovrebbero essere in grado da soli di riprendere la rotta in senso inverso.

I ricercatori del Konrad Lorenz Institute hanno verificato come gli ibis eremita nati in cattività, pur possedendo ancora uno stimolo migratorio, non siano in grado di dirigersi correttamente a sud, lungo la rotta che portava i loro antenati selvatici nelle aree di svernamento. Con la progressiva scomparsa delle paludi e delle isole che segnavano la rotta della migrazione (e offrivano riparo per le soste) questi strani uccelli hanno infatti dimenticato il loro istinto di viaggiatori, rinunciando a migrare verso i luoghi più caldi. L'obiettivo di questa peculiare tecnica è quello di intervenire sull'apprendimento delle rotte migratorie, in modo da poter utilizzare in futuro quanto acquisito per integrare le popolazioni naturali esistenti (Siria e Marocco), oltre che quelle in cattività in diversi giardini zoologici.

Seguire gli spostamenti che gli ibis intraprenderanno è di fondamentale importanza per la continuazione del progetto. Gli uccelli sono provvisti di radio trasmittenti che permettono di localizzarli a qualche chilometro di distanza. Gli Ibis eremita sono in grave pericolo di estinzione: in Europa sono scomparsi fin dal Medioevo e sopravvivono in natura soltanto sulla costa atlantica del Marocco (circa 200 esemplari) e in Siria.


  • L'ULTIMA SPEDIZIONE

È partito domenica mattina 07 settembre dall'Aeroporto di Gorizia, tra le 07:30 e le 08:00, la quinta spedizione di undici ibis eremita proveniente dalla Baviera al seguito di un ultraleggero, o "papà ad elica" (così ormai è conosciuto il paramotore che gli ha insegnato a volare). La loro avventura è cominciata il 17 agosto scorso, dopo un mese e mezzo di "allenamenti" con 14 voli di preparazione di circa 15 km ognuno. Hanno percorso 1.300 km in tutto, seguiti costantemente da un team di 15 persone, i loro "genitori umani" adottivi appunto.

Trascorreranno l'inverno nell'Oasi WWF di Orbetello, habitat ideale per comprendere i criteri di conservazione della specie, per poi rientrare in Baviera, una volta diventati indipendenti.

Durante l'inverno il piccolo stormo potrà spostarsi dall'Oasi WWF di Orbetello e da lì partire per altre "escursioni" sulla costa maremmana o più a sud. I ricercatori austriaci a partire dalla prossima primavera potranno riportare poi gli ibis in Austria, per consentire loro di nidificare nei siti alpini storicamente abitati da questa specie.

  • IL VIAGGIO DEGLI IBIS IN TAPPE: NONOSTANTE IL CAMBIO DI ROTTA, ANDAMENTO DI SUCCESSO DELLA MIGRAZIONE 2008!

Al 12 settembre, volo da record!

Il 17 agosto è partita la quinta migrazione con un gruppo di giovani Ibis eremita accompagnata dagli uomini da Burghausen (Baviera). Per la prima volta la rotta li portava verso est evitando le Alpi. Otto giorni durava l'attraversamento della Slovenia da nord-est a sud-ovest.

Il 3 settembre il team ha raggiunto l'Italia. Il 12 settembre sono riusciti per la prima volta a fare una tappa di più di 150 chilometri, da Caposile vicino a Jesolo fino a Lugo di Romagna vicino a Ravenna: 158 chilometri in 3 ore e 28 minuti. A questo punto 940 chilometri dei 1300 chilometri erano stati svolti e il team ha pertanto potuto fare una previsione per l'arrivo in Toscana intorno al 20 settembre, data la buona predisposizione dello stormo e le condizioni metereologiche ottimali.

Per lo staff dei "genitori adottivi", è stata la realizzazione di un sogno: sorvolare Venezia, attraversare il Delta del Po per poi seguire la costa Adriatica e arrivare a Lugo di Romagna vicino a Ravenna, mentre il velivolo era seguito dai "suoi" uccelli. Anche il pilota Walter Holzmüller era entusiasta: "Gli uccelli non sono mai volati così bene. Già dalla partenza seguivano il velivolo molto vicino in formazione." È stato il volo più lungo, grazie ad una motivazione straordinaria del gruppo degli Ibis eremita e l'uso di un novo tipo d'ultraleggero, con il quale è possibile volare con velocità che corrisponde a quella degli uccelli, circa 45 chilometri al ore. Anche il vento che spingeva da dietro dava un gran sostegno.

Nel corso delle migrazioni precedenti lo staff aveva attraversato le Alpi in linea diretta. Le osservazioni degli Ibis che sono stati già liberati negli anni precedenti hanno dimostrato che questi uccelli, come anche le cicogne, preferiscono sfruttare le termiche. Per questa ragione evitano di sorvolare le montagne alte. Pertanto si è deciso di evitare le Alpi per la prima volta. La nuova rotta è stata la seguente: Da Burghausen in Baviera verso est fino a Wiener Neustadt dopo verso sud a Ptuj (Slovenia) e finalmente in direzione sud-ovest per raggiungere l´Italia.

In Italia hanno seguito la rotta conosciuta negli ultimi anni: la costa Adriatica fino a Rimini, da lì l´attraversamento dell´Appennino per raggiungere Arezzo, proseguendo verso il lago di Bolsena, per arrivare finalmente nell'Oasi del WWF Laguna di Orbetello. Johannes Fritz, il responsabile del progetto: "La nuova rotta è stata un successo. Le esperienze di quest´anno ci hanno fatto vedere che la nuova rotta è molto meno impegnativa dell´attraversamento delle Alpi. Tra l'altro corrisponde anche meglio con lo stile di volo di questi uccelli."

LA TAPPA DA RECORD…

La tappa da Caposile a Lugo (150 chilometri) è stata un caso di fortuna per il progetto scientifico. I ricercatori vogliono studiare la fisiologia degli uccelli migratori e com'è possibile che percorrano tali enormi distanze. Il progetto scientifico internazionale, che è svolto dal Waldrappteam in collaborazione con l'Istituto di Etologia dell'Università di Vienna e il centro di ricerca "Konrad-Lorenz Forschungsstelle Grünau", sfrutta la possibilità unica della migrazione guidata dagli uomini per prendere dati fisiologici consecutivi durante tutta la migrazione. È stata la prima volta che si è svolta una ricerca di questo genere. Le condizioni della migrazione dell'Ibis eremita, secondo la Direzione Scientifica del progetto, sono uniche e danno nuove possibilità per le ricerche basali. I risultati aiuteranno a capire meglio il fenomeno stupendo della migrazione degli uccelli.

…E L'AVVENTURA DI RICO

Sfortunatamente il viaggio dell´Ibis Rico è terminato troppo presto: Il 10 settembre è stato consegnato allo Zoo di Hellabrunn a Monaco. Già a Völtendorf (Niederösterreich, Austria). L'uccello ritornava "alla base" dieci chilometri dopo la partenza dal campo di volo. Nelle tappe precedenti, non partiva neanche. Fino a Piancada, Rico è stato trasportato in macchina sperando che dopo qualche giorno di pausa avrebbe volato di nuovo. Sfortunatamente, non l'ha fatto più. Per questo motivo si è deciso di rimuoverlo dal gruppo. Le cause del comportamento di quest'uccello sono ancora da accertare. L'uccello è forte, in buona salute ed era situato bene nel gruppo. Per i "genitori adottivi" è stata una decisione difficile perché si instaura un rapporto molto intenso con gli uccelli.




L'approdo degli ibis: la Riserva Naturale dello Stato Laguna di Orbetello


  • Perché l'Oasi di Orbetello per lo stormo degli ibis?

Zona umida di importanza internazionale, Orbetello rappresenta l'Oasi storica del WWF Italia e un prestigioso "polo" naturale per la ricerca in campo ambientale. Numerosi gli studi di conservazione avviati e seguiti all'interno dell'Oasi WWF Laguna di Orbetello: dall'inanellamento delle anatre per studiarne i processi migratori, agli studi sull'aviaria in collaborazione con l'INFS. L'Oasi, che protegge 300 ettari di laguna, è inoltre un importante "cantiere" per l'osservazione e lo studio dei cambiamenti climatici in Italia.

Grazie alla sua posizione lungo le rotte migratorie vede la concentrazione di migliaia di uccelli, specialmente nel periodo invernale, come fenicotteri, cavaliere d'Italia, airone bianco maggiore, airone cenerino, falco pescatore, mestoloni, spatole, avocette. Solo un ambiente integro, ricco di insetti e piccoli invertebrati di cui cibarsi, con siti da usare come sicuri dormitori, costituisce un luogo sicuro e con le condizioni ideali dove gli ibis potranno svernare. Lo staff WWF dell'Oasi di Orbetello, giorno dopo, giorno seguirà l'evolversi delle abitudini dello stormo, prendendosi cura di loro e monitorandone eventuali cambiamenti nei comportamenti e nelle esigenze, al fine di sviluppare strategie di conservazione per la specie a rischio di estinzione.

  • L'ambiente

Zona umida di importanza internazionale (convenzione di Ramsar), l'Oasi protegge 1553 ettari di laguna salmastra dove a tratti affiorano isolotti di limo ricoperti da vegetazione palustre. Il Tombolo della Giannella lungo la costa è ricoperto da una lussureggiante macchia mediterranea mentre nella riva interna della Laguna troviamo un esteso tappeto di salicornia. Più all'interno boschetti isolati di pioppi, sughere, frassini ed olmi. Scendendo ancora più a sud troviamo il Bosco di Patanella caratterizzato da grandi estensioni di brugo. Estensione 850 ettari.

  • La Flora e la fauna

Questo ambiente è caratterizzato da piante della macchia mediterranea quali lentisco, fillirea, mirto, corbezzolo; da vegetazione dunale a gramigna delle spiagge, santolina delle spiagge, sparto pungente, erba medica marina, calcatreppola marina, giglio di mare; da una zona lagunare dove troviamo un esteso tappeto di salicornia.

La qualità di questo ambiente, e la sua posizione lungo le rotte migratorie, vedono la concentrazione di migliaia di uccelli, specialmente nel periodo invernale, come fenicotteri, cavaliere d'italia, airone bianco maggiore, airone cenerino, falco pescatore, mestoloni, spatole, avocette. Orbetello rappresenta anche l'unico sito riproduttivo della costa tirrenica per la sterna comune e il fraticello.


Anche tra gli insetti c'è una rarità: si tratta di una cicindela endemica, che oltre ad Orbetello, si trova solo in Camargue.

Tra i mammiferi la volpe, il tasso e l'istrice.


Per maggiori informazioni o per ricevere le credenziali dell'ftp WWF da cui scaricare tutti i materiali:

WWF ITALIA – Ufficio Stampa

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