Questo il risultato di uno studio europeo elaborato dalla Jato Consult (divisione di Jato Dynamics, il principale fornitore mondiale di dati sull'automotive); dallo stesso studio risulta che vi sia una crescente diffusione delle utilitarie e un cambio di rotta nei confronti dei SUV (che allo stato attuale contribuiscono per il 9,4% sul totale delle emissioni di anidride carbonica delle auto vendute), le cui vendite, secondo la Jato Consult, sono in forte calo.
Lo studio ha preso in considerazione 21 Stati, esaminandone il volume in peso delle emissioni totali di CO2 per paese, i vari brand automobilistici e le varie tipologie di autovetture, ed ha registrato che nei primi nove mesi del 2008 si e' osservato una diminuzione del valore medio di emissioni di anidride carbonica. (1)
Per queste ragioni, sempre secondo Jato Consult, l'obiettivo di arrivare, nel 2015, a quota 100% delle auto con emissioni inferiori a 120g CO2/km rispettando i target stabiliti dall'Unione Europea, e' ancora possibile, ma per raggiungerlo e' necessario uno sforzo rapido e deciso sia da parte dell'industria automobilistica, che ha a disposizione 6 anni per produrre nuovi sistemi di autotrazione o trazione piu' efficiente, sia da parte dei governi e delle istituzioni.
Mentre negli USA il presidente Obama sta lavorando a un piano che lega investimenti e sovvenzioni a una precisa visione del futuro (5 milioni di posti di lavoro), investendo 150 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni per costruire un futuro energetico pulito e limitare la dipendenza energetica dall'estero, nel nostro Paese si procede ancora una volta alla "donazione-incentivo" per l'acquisto di nuove auto, senza standard adeguati ne' obiettivi precisi. Un ingente sperpero di risorse pubbliche che da una boccata d'ossigeno a un settore, quello automobilistico, perennemente in crisi, ma che, senza una reale strategia sugli investimenti e sull'ambiente, non avra' nessuna possibilita' di sviluppo reale.
Se il governo Berlusconi vuole davvero fare in modo che gli incentivi pubblici rappresentino una vera e propria catalizzazione in senso ambientale del parco auto italiano, deve sviluppare una politica di riduzione delle emissioni a livello nazionale, favorendo un bonus per l'acquisto di auto con limite di emissioni di CO2 a 120 g/km e disincentivando l'acquisto di vetture ad alte emissioni con un malus sopra i 160 g CO2/km (come ad es. ha fatto la Francia); non promuovere la rottamazione (bisogna calcolare l'intero ciclo vita del prodotto, la quantita' di energia complessivamente richiesta per realizzarlo, le risorse energetiche e l'acqua utilizzate nel ciclo produttivo, i rifiuti prodotti nel processo di smaltimento); bensi' ripensare interamente al concetto legato alla mobilita' privata e al trasporto merci, prediligendo la ferrovia e il mare alla gomma.
Ma almeno per ora in Italia, questa è ancora fantascienza. E rappresenta un'altra occasione perduta per i cittadini e per l'innovazione.
(1) www.jato.com/Consult
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Daniel Monetti
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