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giovedì 9 giugno 2011

REFERENDUM: WWF A PRESTIGIACOMO, 'ROMPA SILENZIO SU APPELLO A VOTO'

Lettera aperta del WWF al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo 

REFERENDUM:WWF A PRESTIGIACOMO,'ROMPA SILENZIO SU ACQUA E NUCLEARE' 
'SEGUA ESEMPIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO E PAPA BENEDETTO XVI'
 

Il WWF si appella al ministro dell'Ambiente: "Dia un segnale di sensibilità per lo strumento referendario e un invito, comunque la si pensi, ad andare a votare, come ha già fatto il Presidente della Repubblica". 

"Il  ministro dell'Ambiente si pronunci sui  temi referendari di acqua e nucleare e sull'importanza del voto per i referendum del 12 e 13 giugno". E', in sintesi, l'obiettivo della lettera che il WWF Italia oggi ha inviato al ministro Stefania Prestigiacomo, a firma del presidente nazionale, Stefano Leoni, e del presidente onorario Fulco Pratesi ,che nella missiva si dicono "stupiti per il suo perdurante silenzio in questa campagna referendaria". Di qui l'appello in vista della consultazione referendaria: "Si può ancora fare qualcosa: nel momento in cui il popolo italiano viene chiamato a partecipare, dare un segnale di sensibilità e invitare, comunque la si pensi, ad andare a votare, come c'insegna anche il Presidente della Repubblica. Sappiamo che rispetto ai quesiti referendari lei si trova su posizioni diverse dalle nostre. Tuttavia, la invitiamo a non prendere la nostra come una richiesta strumentale. Riteniamo, infatti, che chiarire come sia importante confrontarsi ed andare a votare sia un gesto necessario per difendere lo stesso ruolo ministero dell'ambiente e la politica ambientale più in generale". Sull'energia nucleare Leoni e Pratesi ricordano inoltre alla Prestigiacomo  che è stata proprio lei "a segnalare ai ministri suoi colleghi come, dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, sarebbe stata una scelta suicida schierarsi a favore del nucleare. E riteniamo che le sue parole non siano state dettate solo da valutazioni contingenti, ma da una sincera sensibilità". In particolare sulla crisi nucleare  in Giappone i due presidenti del WWF sottolineano che anche se "non tocca direttamente il nostro Paese,  porterà un gravissimo inquinamento radioattivo, persistente per decenni nelle acque dolci superficiali e di falda e a mutazioni genetiche nelle specie marine". Di qui un invito alla riflessione sulle scelte in materia energetica da parte di altri Paesi europei: "Se il Giappone è lontano, la scelta fatta dalla  Germania (proprio la "locomotiva d'Europa") di dire addio al nucleare entro l'anno 2022, portando nel contempo la quota di energia da fonti rinnovabili dal 17% al 35%, e in questi giorni anche dalla Svizzera, dovrebbe indurre anche l'Italia, dove centrali nucleari attive non ci sono (grazie al referendum del 1987), a chiarire cosa si intenda per Sviluppo sostenibile".  
Sull'importanza di un'economia e di un'energia davvero sostenibili scende in campo Un settore in cui proprio in queste ore anche Papa Benedetto XVI, affermando che "lo sfruttamento di energie pulite in grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza pericolo per l'uomo, devono costituire priorità politiche ed  economiche''. Il WWF esprime vivo apprezzamento per l'alto messaggio del Pontefice. 
Il WWF Italia inoltre ricorda che attualmente i cittadini italiani pagano in bolletta circa 1 miliardo di euro l'anno per lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari dismesse in seguito al precedente referendum del 1987 (v. scheda). "Sui referendum sull'acqua sarebbe interessante conoscere la sua posizione, viste le rilevanti competenze che il Codice dell'ambiente assegna al suo Ministero nella gestione ecologica del servizio idrico integrato, nell'efficienza del sistema di distribuzione dell'acqua per evitare sprechi e per garantire la qualità di questa risorsa".  

Si allega 

Scheda su costi nucleare: 

REFERENDUM: WWF, "IL NUCLEARE E' UN BUCO NERO:  1 MILIARDO L'ANNO IN BOLLETTA PER PAGARE ANCORA LE VECCHIE CENTRALI. IL FOTOVOLTAICO UNICA INDUSTRIA ITALIANA IN SVILUPPO"

Tra gli effetti a lungo termine del nucleare non c'è solo la radioattività:  sulle spalle degli italiani pesano tuttora i costi del nucleare dismesso nel  1987, a dimostrazione che è una tecnologia che, una volta avviata, diventa un vero e proprio buco nero economico. Attualmente infatti  paghiamo in bolletta circa 1 miliardo di euro l'anno per i vecchi impianti nucleari, chiusi dopo il referendum del 1987, per un totale finora di 23 miliardi di euro complessivi per zero kWh prodotti. E' la stima del WWF Italia, a partire dai dati dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas (AEEG). Alla voce "oneri generali" della bolletta – spiega l'associazione – troviamo i costi del nucleare in due  capitoli di spesa da 500 milioni di euro ciascuna: 'Mct', che sta per Misure di compensazione territoriale per lo smantellamento delle centrali nucleari, e 'A2', smantellamento delle centrali nucleari e chiusura del ciclo del combustibile.  Del tutto diversa la realtà del fotovoltaico:  negli ultimi 3 anni sono stati prodotti ben 5 GW (Giga Watt) - l'equivalente di una grossa centrale nucleare- e nel settore lavorano ben 20 mila addetti. Insomma, in controtendenza  con la crisi economica in atto, un vero e proprio boom. Ma l'elemento più rilevante è che i costi dei pannelli sono certi: una volta che l'impianto si paga, produce energia per 20 anni senza ulteriori esborsi. Anzi, il prezzo del Fotovoltaico, già dimezzato in pochi anni, raggiungerà la grid parity (coincidenza del costo del kWh fotovoltaico con il costo del kWh prodotto da fonti convenzionali) entro circa 5 anni. "I cittadini italiani decideranno se aprire un nuovo buco nero, che succhierà enormi risorse e provocherà enormi rischi, o andare verso il sole, in tutti sensi", conclude Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. 
 
 

Roma, 9 giugno 2011

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