"Tra 1° gennaio 2012 e 12 febbraio 2013, l'azienda ha emesso false informazioni nella sua pubblicità circa il tipo di carne e la preparazione del suo pollo", ha comunicato l'autorità per la concorrenza in una dichiarazione.
La multinazionale americana ha parlato di "carne di pollo" senza specificare che il filetto impanato o alla griglia conteneva anche parti di pelle, che il consumatore ungherese non poteva sapere, e l'autorità ha inoltre accertato che le immagini della campagna pubblicitaria sono state "particolarmente ingannevole".
Senza pelle, la carne di pollo si asciuga troppo in fretta, avrebbe giustificato così la società durante la sua audizione innanzi all'autority, aggiungendo che il termine "carne di pollo" era molto ampio e potrebbe essere interpretato in diversi modi dai consumatori.
Una sanzione che se appare mite dal punto di vista dell'entità è comunque esemplare, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", poiché potrebbe essere un utile precedente a livello europeo per situazione analoghe a tutela dei consumatori.
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