Gli agricoltori italiani presentano all'Europa il loro contributo alla "Carta di Milano", il manifesto programmatico che simboleggerà l'eredità "morale" di Expo 2015. Al Press Club di Bruxelles, in una sala gremita di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni comunitarie e italiane, il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino ha raccontato la genesi de "Il territorio come destino", il documento di sintesi del ciclo d'iniziative che l'organizzazione ha portato avanti in tutta Italia nell'ultimo anno per arrivare a definire un modello economico, sociale e produttivo sostenibile a cui riferirsi nel futuro per vincere la sfida di "nutrire il Pianeta".
Una sfida che "non riguarda solo l'Italia -ha spiegato Scanavino- ma coinvolge tutti, in primis l'Europa, che deve impegnarsi oggi più che mai a difendere, favorire e sostenere il valore multifunzionale dell'agricoltura che, oltre ad assicurare la produzione di alimenti, svolge un ruolo cruciale nella produzione di beni di pubblica utilità come l'affermazione e la salvaguardia della qualità dei paesaggi, il mantenimento della biodiversità, la stabilità del clima e la capacità di mitigare disastri naturali quali inondazioni, siccità e incendi".
"Il territorio è il destino degli agricoltori -ha sottolineato il presidente della Cia- e l'Europa deve essere lungimirante. Per garantire la sicurezza alimentare globale di fronte alla competizione e agli scenari del cambiamento, la soluzione non è un mondo senza agricoltori, un'agricoltura consegnata alle multinazionali alimentari, alle società finanziarie e ai fondi di investimento, ma un mondo con agricolture 'plurali' e con agricoltori sempre più protagonisti, in grado di innescare processi più integrati con l'ambiente, il turismo, la cultura, il welfare, tra città e campagna, tra produttori e consumatori".
E per la costruzione di questo nuovo modello gli agricoltori italiani sanno di dover usare meno risorse per produrre di più e per questo ritengono indispensabile il supporto di ricerca e innovazione. Inoltre chiedono di accostare alle filiere dei grandi numeri reti "a maglie strette" adattate ai territori e soprattutto di rovesciare finalmente il rapporto città-campagna assumendo una dimensione "multideale" in cui, aldilà dei prodotti alimentari e dei servizi materiali e immateriali, si afferma la centralità e il contributo dei valori agricoli per costruire un diverso esempio di sviluppo, di società, di relazione tra i cittadini.
"L'agricoltura cioè -ha evidenziato Scanavino- si vuole far carico delle più ampie problematiche della contemporaneità, riorganizzando la capacità di produrre in modo sostenibile, di assicurare equamente il cibo ridandogli valore e affermandolo come diritto, contribuendo attivamente all'educazione alimentare quale presupposto per contrastare le diverse forme di spreco alimentare, di gestire capillarmente le risorse naturali, di impostare un nuovo welfare. Questo -ha chiosato- è il contributo dell'agricoltura a Expo e al futuro che vogliamo".
Proprio a queste parole si è allacciato il presidente della Commissione Ambiente, Salute e Sicurezza alimentare del Parlamento Ue, Giovanni La Via, che ha plaudito all'iniziativa della Cia di contribuire in maniera così forte e determinante alla costruzione della Carta di Milano: "Sostenibilità -ha detto nel suo intervento in conferenza- è la parola chiave per il prossimo futuro, e significa che dobbiamo cercare di mantenere inalterate nel tempo le risorse naturali e questa è, senza dubbio, una delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare, perché non possiamo pensare di consumare beni e prodotti e di non lasciare, a chi verrà dopo di noi su questo pianeta, uno stock di risorse adeguato per continuare il processo produttivo e, soprattutto, per produrre sempre più alimenti in quantità adeguate". Quindi "credo anche decisivo lottare contro lo spreco alimentare (food waste) -ha aggiunto La Via- e proprio dal Parlamento europeo abbiamo lanciato più volte l'allarme. Con Expo 2015 potremo raggiungere un obiettivo ambizioso, incoraggiando gli Stati membri ad agire contro tali sprechi, a ogni livello della catena di approvvigionamento alimentare, dal campo alla tavola e per consentire di affrontare il tema della nutrizione al livello più elevato delle conoscenza scientifica del panorama mondiale".
Anche Michela Giuffrida, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e coordinatrice della delegazione AgriUe a Expo, ha osservato come la Cia "con il documento 'Il territorio come destino", risponde alla sfida della sicurezza alimentare globale con un approccio molto giusto, partendo da una consultazione dal basso, da chi ogni giorno si impegna per coltivare e produrre cibo". Ed Expo 2015 "deve rappresentare il nostro strumento per affermare che il cibo deve essere finalmente considerato un diritto dell'uomo come la vita, la salute, l'acqua". L'Europa "si mobiliti perché oggi, in un mondo in grado di fornire cibo a tutti, non tutti hanno cibo -ha osservato Giuffrida nel suo discorso-. Proprio con questa priorità, ora bisogna lottare contro lo spreco, difendere il suolo agricolo, diffondere l'educazione a un'alimentazione sana, puntare al consumo dei prodotti locali. Soltanto seguendo il principio della sostenibilità, salvaguarderemo la sopravvivenza stessa della terra".
Un plauso all'impegno della Cia è arrivato anche da Claudia Sorlini, presidente del Comitato scientifico italiano per Expo 2015. "Il contributo della Confederazione alla 'Carta di Milano' è molto significativo -ha affermato- perché parte dalle esigenze e dai problemi degli agricoltori, che sono i veri protagonisti della sfida dell'approvvigionamento alimentare globale". Perché "mangiare è prima di tutto un atto agricolo, che si sposa con la difesa dell'ambiente -ha aggiunto-. Al settore primario non si chiede solo cibo, ma anche di salvaguardare il territorio producendo in maniera sostenibile. Una sfida impegnativa, e la scommessa di Expo, ma che può essere vinta -ha chiosato Sorlini- con la collaborazione del mondo della ricerca e sviluppando l'innovazione".
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