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venerdì 20 luglio 2007

Ultimo Tango a Parigi: "Il burro? Bertolucci mi ha ingannato"


"Il burro? Bertolucci mi ha ingannato" Parla la star di Ultimo Tango a Parigi

Maria Schneider racconta i retroscena del capolavoro del regista italiano
E sulla famosa scena erotica rivela: "Mi sono sentita quasi violentata"



 LONDRA - "La scena del burro? E' stata un'idea di Marlon Brando. E Bertolucci mi disse che cosa dovevo fare solo poco prima di girarla. Mi hanno ingannato". A parlare è Maria Schneider, l'attrice che nel 1972 affiancò Marlon Brando come protagonista di "Ultimo Tango a Parigi". Il successo del film la rese, appena ventenne, il sex symbol di un'intera generazione.

Complice anche la famosa scena di sesso in cui il suo partner Brando usa del burro. Ma lei, quella scena, proprio non la voleva fare. E in un'intervista con il Daily Mail, la Schneider, ormai 55enne, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Accusando Bernardo Bertolucci e Marlon Brando di averla manipolata.

"Mi hanno quasi violentata", spiega. "Quella scena non era prevista nella sceneggiatura. Io mi sono rifiutata, mi sono arrabbiata. Ma poi non ho potuto dire di no. Avrei dovuto chiamare il mio agente o il mio avvocato perché non si può obbligare un attore a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma all'epoca ero troppo giovane, spiega, non lo sapevo. Così fui costretta a sottopormi a quella che ritengo essere stata una vera violenza. Le lacrime che si vedono nel film sono vere. Sono lacrime di umiliazione."

Per questo, dopo l'uscita del film, interruppe i suoi rapporti con il regista italiano. "Non ho ancora perdonato Bertolucci per il modo in cui mi ha trattata e anche quando l'ho incontrato a Tokyo 17 anni fa l'ho ignorato. Lo ricordo ancora bene sul set. Era grasso, sudato e ci ha manipolati, sia Marlon che me. Alcune mattine sul set era molto gentile e salutava, altri giorni non diceva niente, solo per vedere le nostre reazioni. Io ero troppo giovane e ingenua. E sfruttata. Per il film mi diedero solo 5mila dollari".

Ultimo Tango a Parigi, invece, incassò milioni. Anche se non ebbe vita facile con le censure di mezzo mondo, proprio per il suo alto contenuto erotico. Il giorno dopo la sua uscita nelle sale italiane, il 15 dicembre del 1972, la pellicola fu sequestrata dalle autorità per "esasperato pansessualismo fine a sé stesso". E, nel gennaio del '76, condannata al rogo da una sentenza della Cassazione. Bertolucci fu privato di diritti civili per cinque anni, per offesa al comune senso del pudore. Ma riuscì a salvare una copia del suo lavoro.

La pellicola non portò fortuna neanche alla Schneider, che, travolta dal successo, scivolò in una vita dissoluta, segnata dalla dipendenza dall'eroina. Colpa, sostiene l'attrice, dell'immagine che Bertolucci le aveva fatto assumere in Ultimo Tango. "Ero triste perché mi trattavano come un sex symbol, ma io volevo essere apprezzata e riconosciuta come attrice. Insomma, di quell'esperienza salvo solo il mio incontro con Brando".

E anche adesso che il mondo si prepara a festeggiare il 35° anniversario del capolavoro di Bertolucci, la Schneider rimane scettica. Sia sulle qualità del film sia sulle capacità di Bertolucci: "Credo che sia sopravvalutato", spiega. "Non ha più fatto nulla dopo Ultimo Tango che abbia avuto lo stesso impatto". Ed esclude categoricamente una sua eventuale partecipazione ai festeggiamenti. "Ho smesso con il cinema, almeno per ora. Adesso faccio una vita normale. Mi piace vedere gli amici, fare la spesa al mercato e cucinare. Ma - aggiunge ridendo - non uso più il burro per cucinare. Solo olio di oliva."


Origine: Repubblica


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