Carceri – Stanze del sesso nei penitenziari? Netto NO del SAPPE alla proposta della Sottosegretario alla Giustizia ALBERTI CASELLATI
"Sono davvero sconcertato dalle esternazioni estemporanee di certi esponenti di questo Governo di centro-destra e mi chiedo se esse sintetizzano l'effettivo intendimento dell'Esecutivo Berlusconi in materia penitenziaria. Garantire il sesso in carcere ai detenuti dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri di chi ha responsabilità di governo della Giustizia, vista la grave situazione penitenziaria".
E' quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, alle dichiarazioni della Sottosegretaria alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati, ospite del programma di radio2 "Un giorno da pecora" lunedì 5 aprile scorso.
"Qualche giorno fa, intervenendo ad una trasmissione radiofonica, la Sottosegretaria alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati, che per l'Amministrazione penitenziaria ha competenze ben definite relativamente alla Direzione generale delle risorse materiali dei beni e dei servizi e alla Direzione generale del bilancio e della contabilità e non quindi di indirizzo della politica penitenziaria del Paese, ha dichiarato: "Si dovrebbe pensare anche alla vita sessuale dei detenuti. Una persona repressa nel suo istinto naturale e sessuale può avere qualche altra polarizzazione sessuale, magari anche non desiderata, o addirittura imposta dall'ambiente. Bisognerebbe predisporre delle stanze dove potersi incontrare con le proprie mogli per un intrattenimento di carattere sessuale-affettivo. Riserverei a questi incontri lo stesso tempo dedicato ai colloqui con la famiglia, diciamo un'oretta." Che a fare queste dichiarazioni sia un Sottosegretario alla Giustizia che evidentemente ignora quali siano le reali priorità in materia carceraria in Italia (come ad esempio i gravi disagi connessi alla presenza oggi nelle 200 galere italiane di oltre 67mila a fronte di 43mila posti letto con una conseguente pesante assenza di posti letto nelle celle tale da costringere molti detenuti a dormire per terra) mi stupisce non poco e mi sento in dovere di chiedere al Ministro Guardasigilli Alfano se le dichiarazioni della Sottosegretario Casellati rispecchiano la linea del Governo in materia carceraria. La Sottosegretaria, che va ben oltre quanto tentarono di fare – non riuscendovi – i governi e i ministri della Giustizia di centro-sinistra succedutisi negli anni passati, pensa forse che si debba distogliere il già insufficiente personale di Polizia Penitenziaria dai compiti istituzionali di controllo e sicurezza in carcere per impiegarli e fare da 'baby sitter' o 'guardoni di Stato' al detenuto e ai suoi familiari mentre si scambiano effusioni in carcere? Ha pensato di chiedere un parere prima alle Associazioni dei familiari delle vittime della criminalità o a chi ha subìto un reato e poi anche ai suoi colleghi di coalizione di centro-destra, la Sottosegretaria Casellati, su cosa ne pensano della sua bizzarra idea di stanze del sesso nelle carceri? Pensa davvero che il sesso per i detenuti sia una priorità di Governo per l'Esecutivo Berlusconi? Crede forse che il dettato costituzionale che sancisce come le pene debbano tendere alla rieducazione del condannato passi anche attraverso il sesso in carcere? Forse la Sottosegretaria Casellati è rimasta romanticamente affascinata dalla deprecabile storia di qualche settimana fa a Milano Bollate, carcere a 'trattamento avanzato', in cui una detenuta è rimasta incredibilmente incinta di un altro recluso durante la detenzione in carcere… Ma non è quella la realtà delle carceri italiane".
Roma, 7 aprile 2010
Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
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