"Il processo Spartacus assume un'importanza primaria in considerazione del fatto che prima non esisteva un documento sul clan dei casalesi. L'ultima sentenza che era stata emessa risaliva al 1986 e riguardava il gruppo Antonio Bardellino, da allora sul clan dei Casalesi non vi sono state più decisioni dell'autorità giudiziaria. questo ha finito per determinare una carenza conoscitiva generale. Chi viveva sul territorio subiva e gli interventi delle forze dell'ordine erano solo di tampone. A partire dal 1992 le cose, invece, sono cambiate":così Federico Cafiero De Raho, magistrato della Procura di Napoli e pubblica accusa nel processo di primo grado contro i casalesi, ai microfoni di Ecoradio nell'ambito de L'Arca della Legalità, trasmissione condotta da Enrico Fierro e Nello Trocchia.
E sulla spavalderia della camorra aggiunge: " Credo che sia l'arma a cui ricorrono quando si sento minacciati. Andando avanti, da alcuni anni a questa parte, tutti conoscono la forza dei casalesi. Oggi c'è una sorte di prevenzione nei confronti del clan perchè Casale è un territorio in cui la camorra non si impone con la forza e la violenza ma con la ricchezza, con il denaro illegale che i casalesi sono riusciti a guadagnare svolgendo attività criminose. Accendere i riflettori sul meccanismo di reinvestimento dei casalesi: è questa la grossa minaccia per il clan".
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