La discussione in merito a questo tema si è evoluta tra i miei amici che continuano a sostenere che portare questo tipo di tecnologia in Africa sia assolutamente non necessario ne' prioritario.
Questa visione, è limitata, o meglio ristretta ad una mentalità chiusa nell'ottica di un'evoluzione intesa come "processo evolutivo simile al nostro".
A questo si aggiunge anche una visione fortemente veicolata dai nostri media del problema.
Vorrei fare una premessa a scanso di equivoci.
Sono ben cosciente delle condizioni in cui versano alcune zone di questo continente, ma questo vuol essere l'inizio di un dibattito che ha come obiettivo quello di pensare e far pensare ai metodi alternativi che si stanno utilizzando e che sono in fase di sviluppo, per poter far trarre benefici a quanti non hanno le possibilità di comunicare. Spesso questo significa non avere la possibilità di fornirsi dei beni di sussistenza primari, di medicinali o semplicemente non avere la possibilità di controllaregli eventi.
Secondo quanto riporta Stefano Montefiori del Corriere della Sera, negli ultimi 5 anni l'Africa è stato il mercato di telefonia mobile più in crescita al mondo:
[..]Negli ultimi cinque anni l'Africa è stato il mercato di telefonia mobile più in crescita al mondo e in Nigeria, in particolare,cresce del 100 per cento l'anno. La prima telefonata al cellulare in Africa è stata fatta in Congo (allora Zaire) nel 1987; oggi in 19 Paesi africani tre quarti di tutti i telefoni sono Gsm e gli utenti nel Continente sono 82 milioni (su una popolazione di 700 milioni). L'invasione dei cellulari può essere giudicata come l'ennesima, definitiva violenza dell'Occidente all'identità del Continente nero, ma uno studio della London Business School indica che, in un Paese sottosviluppato, un aumento di 10 telefonini per ogni 100 persone equivale a una crescita dello 0,6 per cento del prodotto interno lordo. La mania per i cellulari, che in Occidente significa anche fastidio e maleducazione, in Africa potrebbe] essere motore di sviluppo.[..]
Il presidente del Senegal Abdoulaye Wade, nel settembre 2004 ha introdotto in una
conferenza stampa al Palazzo di Vetro dell'ONU dicendo: "Ci sono più linee telefoniche a Manhattan che in tutta l'Africa".
Wade e altri rappresentanti sono ben coscienti della necessità di non perdere le occasioni della rivoluzione tecnologica, per questo hanno chiesto di unire le forze e dar vita ad un Fondo di respiro internazionale che possa dare una mano ai cittadini dei paesi poveri per acquistare telefoni cellulari ed ottenere l'accesso ad Internet.
L'uso della telefonia mobile viene ritenuto da questi capi di stato essenziale in molte aree africane, laddove mancano totalmente le infrastrutture di rete fissa.
Come spiega anche il Times, oggi salverebbero più vite i cellulari che le medicine, cosa che fa notare anche mobileactive.org:
[..]Mobile phones have emerged as a campaign organizing tool across traditional socio-economic and cultural boundaries. There are numerous examples from all over the world where cell phone campaigns have swung elections through innovative get-out-the-vote activities, have been used to ensure impartial elections through monitoring, have resulted in massive collective action to free political prisoners, and are being used in public health strategies.[..]
Assolutamente interessante anche l'articolo della Banca Mondiale sull'evoluzione che racconta come l'Africa stia diventando il luogo dove far arrivare gli investimenti dei paesi orientali in forte via di sviluppo, nella fattispecie cina e India. Eccone un estratto interessante e che vi riassume un po' l'articolo:
[..]"It is imperative that both sides of this promising South-South economic relationship address asymmetries and obstacles to its continued expansion through reforms," noted Broadman, "This is not only in the best interests of Africa's economic development, but in China and India's own economic fortunes." [..]
Il ghana, nazione sub-saharana che viene ricordata essenzialmente per la sua squadra di calcio, sta portando avanti un processo di sviluppo incentrato essenzialmente sul settore dell'ICT. Sempre la Banca mondiale, racconta questo processo evolutivo:
[..]Ghana was one of the first countries in Sub-Saharan Africa to undertake a program of liberalization in the telecommunications sector in the mid 1990s. Since then, significant improvements have occurred which have led to the growth of the ICT sector, particularly over the past five years. The result is an unprecedented explosion in overall telephone penetration, from 4.7% in 2003 to 20% in June 2006.[..]
La notizia (ed ovviamente il business che ci sta dietro) è così rilevante che anche di recente se ne continua a parlare. Il New York Times, per esempio lo fa qui, segnalando anche il trend di crescita di questo settore attraverso un grafico (di lato).
Lo fa il Guardian, ZDnet, e tanti altri, ma risulta interessante anche questo articolo dell'UNESCO.
Insomma, come potete vedere, ho cercato di raggruppare poche fonti ben scelte attraverso una ricerca di pochi minuti sul web per dimostrare a quanti ancora non ci credano che questa rivoluzione è in atto ed è sempre più massiccia.
Con questo passerei a voi il testimone, ricordando a quanti credano ancora nei servizi strazianti che puntualmente passano in TV di iniziare a pensare con la propria testa e ottenere in maniera alternativa informazioni attraverso i mezzi che oggi noi occidentali "evoluti" abbiamo a disposizione.
Giovanni Caliagiovanni.calia [at] gmail.com
fonte: http://estrablog.net/2006/09/22/mobile-revolution-in-africa/
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