L'on. Franco Narducci (vicepresidente della Commissione esteri) ha depositato in Parlamento, assieme ai colleghi on. Gino Bucchino, on. Marco Fedi, on. Laura Garavini, on. Ricardo Merlo e l'on. Fabio Porta una proposta di legge per la riforma della Legge 153/71 per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
Con tale Proposta si intende "rispondere alle necessità di un piano di offerta formativa che si inserisca nei processi di globalizzazione culturale ed economica in maniera efficiente ed efficace grazie ad interventi di formazione linguistica e culturale, di formazione continua e di sostegno all'integrazione in favore dei cittadini italiani e dei loro congiunti e discendenti residenti all'estero, nonché alla promozione e alla diffusione della lingua italiana nel mondo. Si vogliono, inoltre, riformare le Istituzioni scolastiche italiane all'estero (scuole statali e paritarie, revisione dei corsi di lingua italiana)".
Il deputato del PD, Presidente dell'UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni di Emigrazione ed Immigrazione), ha sottolineato che "ci troviamo di fronte ad un passaggio storico per la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo e questo richiede che vi sia una riforma capace di rispondere alle esigenze dei tempi". Franco Narducci ha evidenziato che è arrivato il tempo di "situare gli interventi scolastici e la promozione della lingua italiana all'estero in un quadro legislativo accettabile capace di recepire i cambiamenti sociali e culturali successivi alla data di nascita della legge 153. Questo permetterebbe al mercato della formazione linguistica di assumere, nei fatti, quel ruolo strategico che gli compete in un contesto crescente di globalizzazione che ci obbliga ad aprirci alle novità tenendo comunque conto della straordinaria ricchezza che è rappresentata dalla nostra presenza nel mondo".
"Bisogna costruire uno strumento, che persegua finalità di armonizzazione e di programmazione delle attività rivolte all'estero. Uno degli impedimenti più gravi alla promozione culturale è imputabile alla parcellizzazione degli interventi e alla mancanza di sinergia tra le direzioni e i Ministeri coinvolti in questo processo".
La nostra proposta di legge, invoca una gestione unica dell'applicazione della nuova disciplina in tutti i suoi aspetti e introduce delle novità sintetizzabili nei seguenti punti:
a) Istituzione, presso il MAE (Ministero degli Affari Esteri), del Dipartimento per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero: una struttura operativa composta essenzialmente da operatori e tecnici della Scuola, in grado di interpretare il ruolo della scuola italiana all'estero in totale sintonia con i processi innovativi in atto nella scuola metropolitana, con un maggiore coinvolgimento del MIUR (Ministero dell'Università e della Ricerca).
b) Nascita degli USN (uffici scolastici nazionali) e degli USC (uffici scolastici circoscrizionali): i due uffici riproducono la struttura metropolitana degli Uffici Scolastici Regionali e dei Centri Servizi Amministrativi (ex Provveditorati). In tal modo la scuola italiana all'estero è monitorata non più e non solo dal centro (MAE) ma da uffici locali che meglio sono in grado di prendere decisioni, sviluppare percorsi e prefigurare progetti.
c) Valorizzazione e sostegno degli Enti Gestori attraverso strategie di diffusione della cultura in linea con quanto prevede l'intero progetto.
d) Intervento statale: si riafferma la centralità dell'intervento statale, in fase di programmazione e negli aspetti didattici e nella scelta del personale, in prevalenza assunto in loco.
e) Riorganizzazione ragionata del personale statale (ex MAE): mantenendo fermo il principio dell'importanza di detto personale, si vuole sistemare con criterio le "risorse" ottenendo una sinergia di competenze anche in ambito di progettazione e tutoraggio (senza ulteriori riconoscimenti economici).
f) Assunzione di personale in loco: stabilizzazione del personale mediante una graduatoria con punteggi chiari (riconoscibili anche in Italia); difesa della qualità del personale e quindi del diritto all'assunzione da parte degli enti gestori secondo criteri chiari e trasparenti; valorizzazione delle professionalità.
g) Personale a tempo indeterminato 'residente': una risorsa del tutto nuova che permette, a costo zero per l'amministrazione, di valorizzare il personale che ha una lunga esperienza e un notevole spessore professionale".
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