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lunedì 1 giugno 2009

Ignoti rubano stemma nobiliare Totò

 

 

 Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll'adda fa chesta creanza; ognuno adda tenè chistu pensiero.

    Cosi l'incipt de 'a Livella, la bella poesia di Antonio Comneno de Curtis di Bisanzio, in arte Totò principe della risata. Quest'anno però le migliaia di pellegrini che si recheranno nel cimitero della Pietà di Via Doganella a rendere omaggio ai propri cari e ai personaggi illustri della città, non troveranno più la targa con lo stemma del casato che l'attore si era fatto disegnare su sua indicazione e posta in alto sulla tomba.

    Chi può essere stato a trafugare lo stemma, si chiede Liliana de Curtis, la figlia. Chi sono questi ignobili personaggi? Mio padre ha amato Napoli più della sua vita, ha lottato per difenderla. Questa tomba se l'è costruita con le sue mani, ha scelto i marmi, persino il luogo dove riposare per sempre.

    Non è la prima volta che vandali o ladri su commissione entrano indisturbati nella cittadella dell'ultimo riposo. Nel viale degli uomini illustri, altri sepolcri come quello di Enrico Caruso sono stati, in passato, depredati di marmi, candelabri di bronzo, stile gotico, donati dal cantante Bruno Venturini, devoto del grande maestro. Addirittura in un periodo rubavano i fiori per rivenderli.

    Spesso la domenica, i ragazzi di una scuola media della zona, accompagnano i visitatori provenienti anche da altre città, imitando le espressioni del grande attore e recitando la Livella, la poesia applaudita in tutto il mondo "dovunque il suo sorriso ha fatto spuntare un fiore – scrive Carlo Nazzaro nella prefazione al libro, pubblicato nel 1964 - Totò non poteva non cogliere una fronda dall'albero del bene e del male della poesia dialettale".

      La notizia del furto ha lasciato sgomento personaggi dello spettacolo, della cultura e del popolino. Interventi di Luciano de Crescenzo: "La sua grandezza nessuno ce la potrà portare via, è nell'allegria che i suoi film riescono ancora a darci". Carlo Croccolo: "Un gesto non brutto, ma addirittura ignobile". Il soprintendente del polo museale: Nicola Spinosa: "Siamo in una terra di barbari".

   Liliana de Curtis, pochi giorni fa era stata sulla tomba del padre per girare un documentario, disperata giura: "dovrò chiudere la cappella – ha detto per telefono - non posso fare altrimenti. Ho paura che persone del genere possano portare via anche le spoglie del mio povero papà".

    Sul posto sopralluogo di polizia e vigili urbani per le opportune indagini. I ladri per poter divellere lo stemma hanno dovuto avvalersi di una scala. In passato altre cappelle gentilizie, hanno subito furti. Numerose le denunce di abbandono di un luogo sacro. La mattina nonostante la presenza di vigili e custodi, numerose le auto e le moto che scorazzano indisturbate all'interno del cimitero monumentale. Alla chiusura non è prevista alcuna sorveglianza.

    Un appello è partito su Facebook: "Restituite lo stemma a Totò". Intanto il popolino è corso a giocarsi i numeri al lotto: 19 (la risata); 30 la tomba; 66 il ladro.

     Totò il grande attore, non si sarà rivoltato nella tomba, con la sua amara ironia avrebbe risposto a questi ignobili, insulsi personaggi: "Amico mio, serpente i' songo nato! – Chi nasce serpe è 'nfamo e senza core!...Perciò t'aggia mangià! Ma t'thè scurdato…ca ll'ommo, spisso, fa cchiu peggio ancora?! Da "Ricunuscenza", una delle sue poesie. Rammaricati sindaco, Iervolino e vice sindaco, Santangelo per l'ignobile gesto: "porteremo un cuscino di fiori sulla tomba del grande attore".

 

mario carillo - napoli-news.net

 

   

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