Firenze, 7 Novembre 2009. Alla levata di scudi dei sostenitori della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, dopo la sentenza della Corte di Starsburgo, ha fatto eco il capo del Governo, Silvio Berlusconi: "La decisione viene da una commissione soltanto del Consiglio d'Europa, a cui partecipano piu' di quaranta stati, tra cui stati che non sono nella Ue, compresa la Bielorussia. La sentenza non e' vincolante, quindi non c'e' nessuna possibilita' di coercizione nei confronti del nostro Paese che ci impedisca di tenere i crocifissi nelle aule. Ora il governo fara' ricorso: una volta accettato sara' discusso nella Grande camera che poi decidera': qualunque possa essere la decisione non ci sara' capacita' coercitiva".
Il capo del nostro Governo non ha detto le cose come stanno. Lo precisa Emmanuela Bertucci, legale dell'Aduc:
1) quello del caso di specie e' un giudizio vero e proprio, conclusosi con sentenza che condanna accerta l'avvenuta violazione dell'art. 2 del protocollo numero uno e art. 9 della convenzione, e condanna l'Italia al pagamento alla reclamante di 5.000 euro di danni morali;
2) non e' vero che viene da una commissione composta da 40 stati... viene da una camera, composta da sette giudici:
Françoise Tulkens (Belgium), President,
Ireneu Cabral Barreto (Portugal),
Vladimiro Zagrebelsky (Italy),
Danutė Jočienė (Lithuania),
Dragoljub Popović (Serbia),
András Sajó (Hungary),
Işıl Karakaş (Turkey), judges,
3) L'Italia ha 3 mesi per proporre appello alla grand chamber, decorsi inutilmente i quali la sentenza e' definitiva.
4) e' vero che la sentenza e' per un verso carta straccia, nel senso che l'Italia deve pagare alla signora i suoi 5.000 euro, ma non e' obbligata a togliere il crocifisso, la sentenza non obbliga l'Italia a farlo, ma accerta che il comportamento e' in violazione della convenzione.
Lo scenario possibile e' questo: l'Italia continua a tenere i crocifissi, i singoli continuano ad adire la corte dei diritti dell'uomo e ogni volta l'italia verra' condannata dalla Corte dei diritti dell'uomo al pagamento
dei risarcimenti del danno.
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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