Contestualmente, però, è necessario agire al più presto sul problema del dissesto del territorio, visto che il rischio idrogeologico in Italia coinvolge il 10 per cento circa della superficie nazionale e riguarda 6.633 comuni. Vuol dire che oggi quasi un cittadino su dieci si trova in aree esposte al pericolo di alluvioni e valanghe -aggiunge la Cia-. Ecco perché sono più che mai necessarie adeguate politiche di prevenzione del territorio, a cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e di controllo delle situazioni a rischio.
La Cia preoccupata per il perdurare delle piogge con conseguenze disastrose sui campi dal Nord al Sud del Paese. Agire al più presto sulla questione del dissesto idrogeologico: oggi quasi un cittadino su dieci si trova in aree a rischio.
Con il perdurare del maltempo sale l’emergenza in agricoltura. Dalla Lombardia al Veneto, passando per Lazio e Toscana e giù fino alla Sicilia, le campagne sono allo stremo: migliaia di ettari di terreno seminati a cereali e orticoli invernali sono sommersi o ridotti a un cumulo di fango, ci sono vigneti allagati e macchine agricole, serre e capannoni invasi dall’acqua con il rischio di risultare inutilizzabili. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, spiegando che in queste ore cresce soprattutto il pericolo “isolamento” per le aziende situate nelle aree più interne, dove le strade secondarie e rurali sono difficilmente praticabili per colpa di frane e smottamenti.
Per la Cia ora bisogna verificare al più presto le condizioni per avviare le procedure relative alla dichiarazione dello stato di calamità nelle zone colpite, tanto più che -secondo le prime stime- i danni alle campagne ammonterebbero già a decine di milioni di euro.
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