“Dojo” è un termine giapponese che denota il luogo dove si tengono gli allenamenti delle arti marziali. Etimologicamente significa “Luogo dove si segue la via”.
Si sta diffondendo un’analogia calzante tra il team che implementa tecniche agili ed il Dojo.
In questo articolo la visione di Think Agile.
Le tecniche di gestione progetto agili hanno portato una rivoluzione nel mondo dello sviluppo software e non solo.
Questa rivoluzione si concretizza nel modo nuovo in cui i progetti vengono interpretati grazie ad una scala di valori diametralmente opposta a quella tradizionale.
L’importanza della persona assume un valore centrale, a dispetto dei processi.
L’uomo agisce sul processo per migliorarlo ed adattarlo al mutare della realtà, non ne è succube.
In questo contesto ultimamente si sta diffondendo un’analogia calzante tra il team che implementa tecniche agili ed il Dojo.
“Dojo” è un termine giapponese che denota il luogo dove si tengono gli allenamenti delle arti marziali. Etimologicamente significa “Luogo dove si segue la via”.
Ma qual è la logica che lega il significato del nome, cioè “Luogo dove sis segue la via”, con l’esercizio di un’arte marziale?
Per chi ha praticato questo tipo attività sarà chiaro ma per i profani come me è opportuna una spiegazione.
Nella tradizione giapponese l’arte marziale non è infatti finalizzata al combattimento. Certo il combattimento è centrale, ma non è il fine dell’attività, ne è l’oggetto.
Il fine reale è perseguire una via in continuo miglioramento personale, sia nelle tecniche che costituiscono l’arte marziale sia nei valori morali che l’arte sposa.
In questo senso il parallelo con le tecniche agili viene praticamente automatico.
Per un team che adotta tecniche agili l’attività di ogni giorno non è finalizzata al progetto sul quale lavorano. Il progetto, come il combattimento per le arti marziali, rimane centrale ma assume un ruolo diverso. Diventa infatti un momento di verifica all’interno di un percorso più ampio di miglioramento.
La filosofia agile spinge il team a migliorare continuamente il processo utilizzato per portare a termine i progetti per renderlo sempre più efficace ed efficiente. Il progetto in questo contesto è centrale perché diventa il momento di verifica di ogni tappa di questo processo. Inoltre rappresenta l’oggetto del percorso di miglioramento.
Volendo riassumere in una frase l’intero concetto: il processo che emerge dal percorso di miglioramento ha come oggetto la realizzazione di progetti nel modo più produttivo possibile.
Il tema della filosofia agile e di come questa si integri con le tecniche agili per permettere ai project manager di gestire i progetti con successo è l’argomento di Think Agile.
Think Agile è un libro che tratta una nuova metodologia di gestione progetti in modo agile, che non si sofferma alle sole tecniche agili come spesso viene fatto.
Una prima parte del libro è dedicata a descrivere descritto il sistema di valori della filosofia Agile.
Su questa base vengono analizzate le tecniche agili, soffermandosi non solo sui tecnicismi quanto piuttosto sulle motivazioni e le logiche che rendono queste tecniche utili.
In questo modo possono essere apprese ed adattate al contesto specifico in cui i project manager le vorrà utilizzare.
Infine viene presentato un metodo ed alcuni consigli su come apprendere quella che viene definita “L’arte del PM”, cioè il know-how che permette al project manager di realizzare gli obiettivi che si è prefisso. Non basta infatti scegliere la tecnica giusta e sapere come adottarla.
Bisogna anche convincere gli altri che sia la strada giusta, guadagnarsi la fiducia necessaria a prendere delle decisioni e trasmettere la sicurezza necessaria a raggiungere gli obiettivi.
Per avere in anteprima degli estratti alle bozze dei capitoli iscrivetevi alla newsletter su http://www.thinkagile.it
Alessandro Galli
IT project manager, team leader, pensatore
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