Le
ripetute pronunce della giustizia amministrativa, e ora la relazione
del Garante della concorrenza rendono evidente che occorre rivedere la
normativa che regge il settore dei farmaci equivalenti. “Serve un rapido
riordino della materia, in linea con la legislazione europea ma
soprattutto in linea con i bisogni dell’economia del paese” dice il
presidente Enrique Häusermann.
“Ormai non è più possibile rimandare un
intervento sulla disciplina di generici e biosimilari che
metta fine a una serie di incongruenze che non sono questioni formali,
ma costano ogni mese milioni di euro al Servizio sanitario nazionale”
dice
il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann. “Dopo i
moniti della Commissione europea, le ripetute pronunce dei giudici amministrativi i costanti richiami dell’
Autorità garante della concorrenza e del mercato in merito alle condizioni di accesso al mercato da parte di
imprese produttrici di farmaci equivalenti o biosimilari, non è più possibile mantenere l’attuale assetto normativo”.
Il presidente di AssoGenerici commenta
con queste parole gli interventi registrati negli ultimi giorni su un
aspetto cruciale per lo sviluppo del generico: il cosiddetto patent linkage, cioè lenorme che vincolano l’ammissione al rimborso di un nuovo generico alla scadenza del brevetto del farmaco originale. “A questo proposito, la sentenza emessa dal TAR del Lazio lo scorso 26 giugno è esemplare: non spetta all’AIFA controllare se un brevetto è scaduto o meno,
quindi una volta che ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in
commercio, deve essere inserito nelle liste di trasparenza” prosegue
Hausermann.
La sentenza, peraltro, interviene anche su un altro aspetto e cioè la natura stessa della copertura brevettuale, che riguarda soltanto il principio attivo,
cioè l’elemento innovativo, e non per esempio l’associazione tra un
principio attivo in scadenza e un altro scaduto da tempo, come nel caso
esaminato dal TAR del Lazio, che verteva sui generici dell’associazione
di un sartano, a brevetto scaduto dal 2013, e di un diuretico introdotto
addirittura negli anni 60. Se si fossero applicati da subito i
principi stabiliti nella sentenza, si sarebbero risparmiati da gennaio a
giugno di quest’anno 18 milioni di euro. Per inciso, la pratica di
prolungare la durata dei brevetti attraverso operazioni per così dire
cosmetiche era stata da tempo denunciata dalla Commissione Europea. In
questo quadro va però apprezzata la rapidità dell’AIFAche ha immediatamente inserito nelle liste di trasparenza i farmaci equivalenti in questione che erano stati “parcheggiati” nella classe C (nn)”.
Anche sul fronte dei
biosimilari c’è stato un intervento fondamentale, questa volta del
Consiglio di Stato che, intervenendo su un ricorso, ha sancito che
un
farmaco biotech originatore e i suoi biosimilari hanno il medesimo
mercato di riferimento e quindi lo stesso prezzo di riferimento. “Non
è la prima pronuncia in questo senso del giudice amministrativo, anche
se il Consiglio di Stato pone davvero con questa pronuncia, un punto
fermo.
Originatore e biosimilare hanno le stesse indicazioni, efficacia e sicurezza sovrapponibili e,
di conseguenza, un medesimo mercato e un medesimo prezzo di
riferimento. Viene così a cadere il presupposto per quei meccanismi di
gara che tendono a chiudere il biosimilare in una sorta di riserva
indiana, impedendogli di competere con il medicinale di marca. Fatte
salve le ovvie garanzie di continuità laddove il medico prescrittore ne
ravvisi la necessità sia che per chi abbia iniziato la terapia con
l’originatore che con il biosimilare, non c’è ragione per impedire che
la competizione sia a tutto campo” chiarisce
il vicepresidente di AssoGenerici, Francesco Colantuoni.
La stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua relazione annuale, ha espresso la medesima posizione. “L’Autorità ha ribadito infine un principio su cui AssoGenerici si batte da anni” prosegue Colantuoni “al
fine di stimolare la concorrenza nelle gare per l’acquisto di farmaci,
quando il farmaco oggetto della procedura perde a breve la copertura
brevettuale, sarebbe auspicabile prevedere la riapertura della gara per
permettere la più ampia concorrenza”.
AssoGenerici
chiede dunque con forza che, di fronte a questa lunga serie di
interventi correttivi, il Governo metta mano a un rapido riordino della
materia, in linea con la legislazione europea ma “soprattutto in
linea con i bisogni dell’economia del paese, che non può permettersi di
perdere milioni di euro ogni mese su un singolo farmaco e di deprimere
le prospettive economiche di un settore come quello dell’equivalente che
in Italia garantisce produzione, occupazione e risparmio” conclude Häusermann.
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