«In base alle analisi di Carbon Tracker Initiative, il 28% degli investimenti potenziali in capitale di Eni da oggi al 2025 è destinato a progetti ad alto costo non ancora sviluppati», spiega Mauro Meggiolaro, responsabile azionariato critico di Fcre. «Sono progetti con un alto impatto potenziale sull'ambiente che richiederebbero un prezzo del petrolio superiore a 95$ al barile per essere redditizi. Se fossero introdotte normative più severe per prevenire i cambiamenti climatici buona parte di queste riserve potenziali potrebbe rimanere bloccata».
A Eni la Fondazione di Banca Etica chiederà di sospendere gli investimenti nei progetti di trivellazione più rischiosi, nell'Artico e in acque profonde e ultra profonde, fornendo agli azionisti i risultati di eventuali analisi di sensitività che siano state condotte per valutare l'impatto sul bilancio della società di un possibile "blocco" delle riserve.
Fcre si asterrà sull'approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili mentre voterà a favore, per la prima volta, al piano di remunerazione.
«Siamo contenti che Eni abbia accolto la nostra proposta di eliminare ogni bonus discrezionale, come quelli attribuiti una tantum nel 2011 all'allora CEO Paolo Scaroni e al Presidente Roberto Poli per 1 milione di euro a testa», continua Mauro Meggiolaro. «E apprezziamo la modifica dei criteri di attribuzione del bonus relativo alla sostenibilità ambientale e al capitale umano, che corrisponde al 25% dell'incentivazione variabile annuale».
Come proposto dalla Fondazione di Banca Etica all'assemblea del 2014, tale bonus non avrà più come parametro la presenza di Eni in uno dei due indici etici Dow Jones Sustainability e FTSE4Good ma farà riferimento a criteri più oggettivi, come la riduzione delle emissioni di CO2 e l'indice di frequenza degli infortuni.
Fondazione Culturale Responsabilità Etica
La Fondazione Culturale Responsabilità Etica è stata creata a Padova nel 2003. Fa parte del Sistema Banca Etica e ha come obiettivo la promozione di reti di nuove economie sostenibili e di una nuova cultura economica e finanziaria al servizio della società e dell'ambiente.
Nel 2007 la Fondazione Culturale ha acquistato un numero simbolico di azioni di Enel ed Eni per «portare la voce della società civile e dei movimenti del Sud del mondo nelle assemblee delle più importanti società italiane» e per «promuovere il ruolo dei piccoli azionisti e il loro contributo alla vita dell'impresa». Le iniziative di azionariato critico della Fondazione sono sostenute da Re:Common, Greenpeace Italia e Amnesty International.
L'azionariato critico della Fondazione Culturale: Eni
Dal 2008 la Fondazione Culturale Responsabilità Etica partecipa in modo critico alle assemblee degli azionisti di Enel e di Eni. Tra i temi che la Fondazione ha posto all'attenzione degli azionisti e degli amministratori di Eni dal 2008 ad oggi ci sono:
- la presenza di Eni in paesi considerati "paradisi fiscali";
- l'inquinamento del Delta del Niger;
- il progetto per lo sfruttamento delle sabbie bituminose del Congo-B;
- il gas flaring in Nigeria e Congo;
- il coinvolgimento in casi di corruzione in Nigeria e altri paesi;
- le politiche di remunerazione degli amministratori.
Su tutti i temi presentati in assemblea, la Fondazione Culturale ha avviato un dialogo con Eni, che ha iniziato a rispondere alle domande e si è dimostrata disponibile a incontrare i rappresentanti della Fondazione e della società civile. Anche se molte domande rimangono ancora aperte.
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