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lunedì 18 dicembre 2006

Welby: Convenzione di Oviedo e ddl per riempire il vuoto legislativo

Livia Turco: il governo ripresenterà un disegno di legge delega con cui attuare il Documento che riguarda diritti umani e biomedicina


Il testo adottato dalla Ue nel 2000, prevede che il consenso
"libero e informato" alla cura sia un vero e proprio diritto


 Welby: Convenzione di Oviedo e ddl per riempire il vuoto legislativo (Masterworld) ROMA - La soluzione - riporta Repubblica - potrebbe essere nell'applicazione della Convezione di Oviedo. Che contiene già norme fondamentali, come il riconoscimento del testamento biologico, il no all'accanimento terapeutico e la regolamentazione del consenso informato, rimasto troppo spesso lettera morta o atto formale non compreso da chi si deve sottoporre a un trattamento. Potrebbe essere questa, la strada per riempire il vuoto legislativo emerso con la vicenda di Pier Giorgio Welby, e rilevato dal Tribunale civile di Roma, che di fatto passa il testimone a Parlamento e governo. Come annunciato dal ministro della Salute, Livia Turco, il governo ripresenterà un disegno di legge delega con cui attuare, nel nostro ordinamento, la Convenzione - già ratificata dall'Italia - che riguarda appunto i diritti umani e biomedicina.

"Un atto dovuto", ha detto Turco, pur rilevando quanto sia grave che "dal 2001 la delega sia stata lasciata decadere". Il ministro ha già contattato il Guardasigilli Clemente Mastella, che è anche il ministro concertante, il quale ha assicurato la sua disponibilità ad affrontare nuovamente la questione. La strada sarebbe in questo caso quella della legge delega e, successivamente, l'approvazione da parte del governo di alcuni decreti delegati necessari ad armonizzare la legge italiana a quanto prevede la norma della convenzione. La seconda strada resta quella di un nuovo testo. Dalla commissione Sanità del Senato usciranno le norme per il testamento biologico, provvedimento auspicato nei giorni scorsi anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La Convenzione di Oviedo ("Convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo e della dignità dell'essere umano nei confronti delle applicazioni della bioloia e della medicina: Convenzione sul diritti dell'uomo e la biomedicina") è stata adottata a Nizza il 7 dicembre del 2000, e stabilisce che il consenso libero e informato del paziente all'atto medico non vada considerato solo sotto il profilo della liceità del trattamento, ma dev'essere considerato prima di tutto come un vero e proprio diritto fondamentale del cittadino europeo, che riguarda il più generale diritto alla integrità della persona.

Il documento rappresenta - secondo il giudizio dei bioeticisti e degli organi sanitari che ne hanno fatto sempre un punto di riferimento - uno dei documenti più coraggiosi e avanzati elaborato collegialmente negli ultimi dieci anni. Anche perché prende in esame i diritti dell'uomo con le nuove prospettive che la ricerca scientifica rivela, e i nuovi rischi che possono comprometterli.

In concreto, l'articolo 9 della Convenzione precisa che nel caso in cui, per qualsiasi motivo, il paziente non sia in grado di esprimere la propria volontà, si deve tener conto dei desideri precedentemente espressi: in sostanza, il testamento biologico.

Martedì 19 si riunirà il Comitato di presidenza del Consiglio superiore di sanità, che si è imposto il silenzio sul documento, che sarà consegnato nelle mani del ministro della Salute. La decisione sarà presa il giorno successivo, mercoledì 20 dicembre, in sede plenaria. Si tratterà solo di un atto tecnico d'orientamento per il ministro, che ha chiesto agli esperti di sapere se le cure destinate a Welby sono da considerare, o meno, accanimento terapeutico. Un parere, quindi, che non porterà di fatto a nulla nell'immediato. La decisione infatti, a legge invariata, resta quella del giudice.

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