Prima il terremoto, poi l'onda anomala che travolse l'Indonesia. Una immensa tragedia da cui il sud-est asiatico non si è ancora ripreso
La scossa provocò un maremoto e, quindi, un'onda anomala che, accumulando sempre maggiore potenza nella sua corsa, si abbattè dapprima sulle coste dello Sri Lanka, poi, via via, su quelle di Thailandia, Indonesia, India, Maldive e Malaysia, fino ad arrivare in Africa. Un massa imponente d'acqua, alta molti metri, che provocò morte e distruzione prima investendo le coste, e dopo, quando si ritirò verso il mare aperto trascinando con sè centinaia di persone. Il numero dei morti e dei dispersi provocati dallo tsunami è stato, secondo i dati dei governi dei Paesi coinvolti nella catastrofe, di 229.361.
Il tributo più alto, in questo drammatico conteggio, è stato quello dell'Indonesia, con 131.934 morti e 37.066
dispersi. Poi lo Sri Lanka (35.322 tra morti e dispersi), la Thailandia (5.395 morti e 2.817 dispersi). I morti italiani furono 40.
Alle 9:25 del 26 dicembre le autorità dello Sri Lanka avevano già dichiarato lo stato di disastro nazionale. Alle 18:44, ora italiana, giungevano testimonianze drammatiche. In Thailandia, meta tradizionale del turismo occidentale e asiatico, l'isola di Phuket, resa famosa perché scelta come location di alcuni film di James Bond, apparve a un testimone "un disastro con tutti i ristoranti e i locali distrutti".
Da un'altra isola, Koh Phi Phi, altrettanto famosa (per il film "The Beach" con Leonardo Di Caprio), un altro testimone, Mike Williams, disse: "Sentivamo urlare, mentre un'enorme onda saliva dal mare, invadeva la strada... decine di automobili venivano portate via come dei giocattoli. Era terrificante".
I bilanci si aggravarono di ora in ora. In Indonesia, dove le vittime accertate alla fine saranno oltre 130 mila, la provincia più colpita fu quella di Aceh. In India (più di 12 mila morti accertati) le aree più flagellate furono il Tamil Nadu con la capitale Madras, e quello dell'Andhra Pradesh, tutti e due nell'India meridionale, dove le vittime si sono avute soprattutto tra i pescatori. Con il calare della notte sull'Asia si parlava di 30.000 morti - la Croce rossa internazionale affermava di averne accertati 23.700 - e gli esperti già dicevano che il numero dei morti poteva essere di 100.000. Senza contare le eventuali vittime di epidemie. I turisti stranieri cercavano di lasciare i vari Paesi.
Scene di caos si verificarono all'aeroporto di Phuket. Moltissimi i viaggiatori che rimasero a lungo isolati in zone troppo difficili da raggiungere e con le comunicazioni interrotte. Poi, dopo settimane, il terribile bilancio definitivo: quasi 230 mila morti.
Origine: Repubblica
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