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giovedì 28 dicembre 2006
Generatio#4. de generatione et corruptione
Generatio#1 è nato dall’idea di invertire la vita di una donna dalla morte alla nascita, generatio#2 è stato dedicato alla generazione della follia, in un Macbeth senza parole e tutto al femminile; generatio#3 una reazione allo strapotere del corpo e dell’attore, in una installazione di luci, video e colori dedicata alla generazione dei concetti.
Al centro della vicenda di questo quarto capitolo di generatio, Cartesio, filosofo della mente che discute della sua piccola bambina morta, un’anima, una bambola, un modernissimo criminale biondo platino che discute con un fauno uomodonna ed un’incursione finale di un nuovo cristo felice di farsi crocefiggere di nuovo.
La vicenda umana di Renè Descartes (Renato Cartesio), celebre filosofo ed alchimista, ruota tutta, potremmo dire, attorno alla redazione minuziosa della propria vita emotiva ed intellettuale contenuta in un Diario, una sorta di confessione psicoanalitica ante litteram.
In esso sono riportati sogni, dettagli personali, emozioni. E il racconto della tragedia di una figlia, Francine, nata illegittima, della quale il filosofo si prese cura e che morì di scarlattina a soli cinque anni.
Da quel giorno la sua vita cambiò radicalmente. Accanto ai grandi progetti filosofici rimasti celebri che da quel momento tragico scaturirono, il filosofo si adoperò alla costruzione, in voga in quegli anni, di un automa che, secondo la cronaca d’allora, riucisse a compiere autonomamente alcune funzioni meccaniche e vitali quali deglutire e triturare i cibi.
Questa “bambola” venne però scoperta dal capitano di una nave, durante uno dei viaggi del filosofo, e gettata in mare con orrore. Finisce così per Cartesio lo sforzo di creazione di un essere umano artificiale. Ovviamente la bambola si chiamava Francine.
Il tentativo di “sostituirsi a Dio nella creazione”, così presente in tanta letteratura, reclama, come una vendetta, il ritorno di Cristo, come una figura aspra e sarcastica; a rinsaldare il rapporto fra uomo e Dio, rimarcandone violentemente i confini.
Alchimia, trasformazione dei corpi in un teatro fisico e parlato, meccanico e scioccante. Metafisica ed estetica grottesca. Cinque attori danno vita ad una piecè slabbrata, inconclusa sul tema del rapporto tra corpo e parola, spirito e carne.
Spettacolo non spettacolo, nel clima e nella cifra di generatio, nel quale il corpo è posto per essere dimenticato, attraverso parole che avevamo dimenticato.
durata: 38'
Testi e regia di Alex Cantarelli
Cartesio R. Riccardo Monitillo
Cristo Mimma Mercurio
Pizia Claudia Genolini
Thanatos Aurora Fiorellino
Eros Salvo Gibilisco
Oggettistica Giancarlo Genco ed Elisabetta Biagiotti
Scenografia Massimo Scarinzi
Trucco Ian Kurtoc
prod. MDTCmeditango per meditangofesitval 2006
29 e 30 dicembre 2006, ore 21.00
TangOFFicina, Via Cupa, 5 ROMA
http://www.meditango.com
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