Ne soffre un italiano su tre, per sconfiggerla meno pillole e più relax.
200 milioni di euro l'anno in farmaci, ma basterebbe cambiare abitudini
Sivertsen, con un esperimento raccontato sul Journal of the american medical association nel giugno scorso, ha messo a confronto uno dei sonniferi più diffusi (lo zopiclone) con la terapia psicologica. Dopo sei mesi di trattamento con il farmaco, il tempo passato a rigirarsi fra le coperte era diminuito del 16 per cento, contro un abbassamento del 52 per cento nei volontari che avevano seguito una delle tecniche di rilassamento.
"Balsamo alla dolente anima stanca", il sonno era chiamato da Shakespeare. Accanto ai buoni consigli, come ridurre il consumo di caffè (ma anche di bevande energetiche che possono essere addizionate di caffeina), andare a dormire e risvegliarsi sempre alla stessa ora, esistono tecniche come la "restrizione del sonno", il "controllo dello stimolo" o anche la meditazione e il rilassamento muscolare.
La restrizione consiste nel ridurre le ore passate a letto. Se un insonne riferisce di passare sette ore disteso, dormendo però non più di 5 ore, il medico gli consiglierà di ridurre di due ore il periodo trascorso tra le coperte. Con un leggero debito di sonno, la sera successiva sarà più facile cadere addormentati. La regola d'oro ormai accettata da tutti i medici prevede di alzarsi dopo non più di 15-20 minuti di insonnia, leggendo un libro o facendo un bagno caldo per rilassarsi. L'obiettivo è disinnescare nel cervello l'associazione fra l'idea del letto e quella dell'incapacità di addormentarsi. Meglio cambiare stanza e dedicarsi a un romanzo - è l'idea di fondo - che rigirarsi nervosamente sul materasso. Il "controllo dello stimolo" non è una tecnica poi così diversa. Consiste nell'evitare di coricarsi prima di essere ben "cotti", nel lasciare la stanza da letto se non si riesce ad addormentarsi e nell'alzarsi comunque al mattino all'ora prefissata, senza indulgere nel sonno oltre la sveglia, anche se la nottata è stata disastrosa.
Per i casi più resistenti, l'ospedale Le Molinette di Torino ha inaugurato lo scorso novembre il primo night hospital d'Italia: due posti letto da occupare dopo l'imbrunire per monitorare la qualità del riposo e fare una diagnosi precisa.
Ma non sono solo i problemi di insonnia a privare il cervello del giusto riposo. Secondo l'ultimo rapporto della National Sleep Foundation negli Usa un adolescente su cinque non raggiunge le nove ore di sonno raccomandate per colpa del tempo passato davanti alla televisione, collegato a internet o comunicando al cellulare.
Origine: Repubblica



Nessun commento:
Posta un commento