Questo grazie al ritorno su RAIUNO - dopo diciotto anni di assenza insieme dagli schermi - del Trio Lopez - Marchesini - Solenghi: eleganti, con una straordinaria coesione che conferisce ritmo reciproco. Hanno fatto voci, versi, parodie, e anche un po' di satira battutara. Poche le battute inedite, forse per non violare la par condicio elettorale e rispettare la "mission" del varietà: far riscoprire il Trio alle giovani generazioni e a quelli che lo seguivano 25 anni fa.
Per molti, sarà stato un amarcord malinconico, per altri (come me) un fantastico ritrovarsi.
Ho provato le stesse emozioni che si provano quando, dopo tanti anni, ritrovi un vecchio amico. Quell'amico, che avevi perso di vista ma che ti era, sempre, rimasto nel cuore.
Indubbiamente gli anni passano per tutti e rivederli insieme mi ha dato una grande gioia.
Un inizio sobrio, in punta di piedi, quasi impacciato, come un esordiente.
Timorosi di disturbare un mondo che dopo dieci anni è cambiato.
E tutto questo mi ha fatto riflettere.
Riflettere, su come oggi la vita e la televisione si consuma in pochi minuti. Senza lasciare traccia e quella voglia di desiderio di aspettare la puntata successiva.
Oggi, ci e vi bombardiamo di notizie, immagini che molto spesso, non lasciano nessun segno tranne qualche choc di troppo: crudeltà di scene, morbosità dei casi di cronaca, stupidità dei commenti. (ndr per fortuna non in tutte le trasmissioni)
Ma, ieri sera (8 marzo 2009), la Tv ha saputo riscattarsi.
Il Trio ha dimostrato che non servono parolacce, doppi sensi e volgarità gratuite per far divertire il pubblico.
Skech divertenti ( gli esilaranti tg, una Gina Lollobrigida d'annata assieme a Gheddafi e Arafat, il giallo riguardante la morte di Smith con relativo processo) che raccontavano modi e i mondi di vivere di quegli anni.
Skech che sapevano prendere in giro senza offendere (tutti ricorderete il caso Komeini, in quell'occasione non offesero nessuno eppure...). E non come oggi, invece, che la comicità deve mettere tutti alla berlina per poter strappare una risata in più o un applauso fragoroso.
Forse perchè, viviamo in un mondo dove tutto ci va stretto e preferiamo delegare altri a dire cose che noi non abbiamo più il coraggio di dire o di mettere - per chi è in grado - sotto forma di battuta.
Questa mattina indagando tra i colleghi ho notato una cosa. Lo spaccato tra noi di una certa generazioni (dello slowfood) e i giovani (del fast food).
La generazione che ha vissuto la comicità del Trio era divertita, contenta di averli ritovati e rivisti ancora insieme (non perchè viviamo una vita che non ci piaccia!) facendoci rivivere la spensieratezza di quegli anni: l' universitaria, il liceale, le cene a casa di amici.
Quelli più giovani di noi, invece, ci hanno liquidato con una frase secca, del tipo, non è la comicità che preferiamo.
Beh, noi ancora sì (per fortuna).
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