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domenica 12 ottobre 2008

DOPO LA CRISI FINANZIARIA QUALE FUTURO CI ASPETTA?

 

QUALE FUTURO CI ASPETTA? I POSSIBILI SCENARI DELLA CRISI.PACE, SVILUPPO SOSTENIBILE, GIUSTIZIA SOCIALE E PARI OPPORTUNITA' LA NUOVA FRONTIERA


di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco


E' veramente crisi, e non si vede ancora la fine di quello che sta avvenendo nel mondo finanziario. Molti sono ancora sbalorditi, stupiti ed increduli degli effetti inarrestabili di questa crisi finanziaria che tra poco sarà economica e poi sociale.

Si è tentato di evocare la crisi del 1929, ma ogni crisi, come tutto quello che riguarda il genere umano è simile ma non è uguale alle precedenti esperienze fatte.

Se non fosse così non ci sarebbero i comportamenti sbagliati, gli errori che portano alla fine traumatica di periodi storici e fasi della vita.

Stiamo vivendo,tutti insieme, la fine di una fase, che ci era stata presentata come il nuovo mondo, dove la ricchezza era possibile per tutti, dove la crescita economica non avrebbe mai avuto termine e tutto poteva essere prodotto e consumato.

Dietro le parole tranquillizzanti dei nostri governanti c'è il tentativo, disperato, di dimostrare che la crisi finanziaria passerà, ma non passerà il modo di vivere, di consumare e di mantenere modelli di vita e di comportamenti sociali che si sono affermati in questi ultimi anni.

Quello che cerca di difendere Tremonti è proprio questo modello di società; dove lo sviluppo era confuso con la crescita economica e dove prevalevano i bisogni individuali a fronte di quelli collettivi. Una società che aveva paura di perdere quello che aveva trovato nella finanza creativa: arricchimento senza fatica speculando in Borsa, furbizia nella azione economica e spudoratezza nella vita sociale. Tutto questo era rappresentato bene da quel gruppo di giovani spregiudicati speculatori che furono definiti i:"furbetti del quartierino" come Ricucci e Coppola, che sono miseramente falliti insieme alla Banca di Lodi, a Cagnotti, a Tanzi.

Un capitalismo sostenuto dal sistema delle Banche di Geronzi che Fazio non controllava, che consentiva scalate impossibili e le truffe a danno degli investitori.

Questo sistema non è più possibile, non ci sarà più, creato ad immagine e somiglianza di un metodo americano di investimenti e raccolta monetaria che sembrava infallibile ed onnipotente.

Proprio il sistema finanziario americano, interpretato politicamente dalla famiglia Busch, sostenuto dalla guerra e da una politica liberista è miseramente fallito. Quel capitalismo arrogante e vincente, che tutto ha trascinato, non esisterà più nel futuro.

Questa crisi servirà a tutti a sviluppare gli anti corpi necessari perché quello che è avvenuto non avverrà più. Il fallimento della Erron a quello delle grandi Banche e della più grande Assicurazione del mondo, hanno provocato un disastro peggiore di quanto si possa immaginare.

E' finita la globalizzazione finanziaria speculativa, adesso sarà possibile immaginare la globalizzazione dei diritti e dei bisogni.

Che cosa succederà? Gli effetti di questo uragano finanziario, non sono ancora percepiti da tutti e non tutti lo percepiranno nello stesso modo. E' evidente che ci sarà un restringimento dei consumi con la conseguente crisi di grandi aziende, dovremo registrare chiusure di impianti produttivi, licenziamenti e crisi sociali in tutto il mondo, un cambiamento epocale ci aspettae dal quale non dobbiamo avere paura.

Quello che dee essere combattuta è questa ideologia della paura di perdere quello che già non c'è più. Bisognerà immaginare un nuovo mondo in cui il lavoro sia rispettato e non precario, dove il salario non può essere una variabile indipendente dell'investimento finanziario, in cui la produzione sia una cosa reale e non ipotesi. Bisognerà imporre un modello di vita meno consumistico e più sociale. Un mondo migliore insomma di quello nel quale viviamo.

Molti si sono meravigliati delle risposte poco convincenti della Europa in questa fase, ma come era possibile che i governanti di destra di Francia, Germania, Italia, nel confronto con la cultura isolazionista inglese potessero elaborare una risposta adeguata a quello che loro stessi ancora non vedono.

I Governi europei sono nati tutti nella scia della reazione americana e nella fede cieca del marcato e del liberismo come cultura di vita e di società, come possono veder un futuro diverso da quello che è ornai il passato e che non tornerà più.

Le parole d'ordine di questa fase sono: pace, sviluppo sostenibile, giustizia sociale e pari opportunità.

Non bisognerà avere paura di una nuova società in cui dovremo tornare ad essere protagonisti collettivi e non individui accomunati dalla paura. Questa crisi può rappresentare una grande opportunità per i cittadini, a condizione di trovare il coraggio di sperimentare nuove strade sociali, un nuovo modello di vita, con meno apparenze e più concretezze.


Napoli, 12/10/08

 

 

 

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