Dal primo gennaio pagare la luce costa il 4,9 per cento in più. Ma se i consumatori piangono, anche gli operatori del settore non ridono per colpa della Robin Tax, l’addizionale Ires per le società energetiche.
Ne sa qualcosa Terna, il gestore della rete di trasmissione, che fa i conti con un carico fiscale salito a oltre il 60 per cento. Una piccola boccata di ossigeno è però arrivata a fine anno dall’Autorità dell’Energia che ha migliorato i tassi di remunerazione del capitale investito nelle attività di trasmissione, distribuzione e misura dell’elettricità. Sulla base delle nuove tariffe per il trasporto, Terna conta di incassare nel 2012 circa 1.63 miliardi di ricavi con una remunerazione extra compresa tra l’1,5 e il 2 per cento per interventi di sviluppo della rete. Gli azionisti ringraziano. Soprattutto Romano Minozzi, che a fine anno ha scavalcato Enel nel capitale ed è diventato il secondo azionista del gruppo ( dopo la Cassa Depositi e Prestiti) con il 5, 57 per cento. Negli ultimi mesi il fondatore del gruppo delle piastrelle Iris – Granitifiandre ha fatto uno shopping sfrenato di titoli: dal 18 agosto al 28 dicembre ha piazzato 14 operazioni per un totale di 9.3 milioni di azioni e una spesa di 30, 7 milioni. Gran parte degli acquisti sono stati effettuati esercitando delle opzioni al prezzo di 3,3 euro. Un investimento tutt’altro che speculativo considerando che il titolo oggi viaggia attorno ai 2.7 euro. Piuttosto una scommessa sullo sviluppo industriale di Terna e sui dividendi futuri. Finora l’industriale emiliano ha incamerato complessivamente 21 milioni di euro di cedole. Quanto Terna sarà generosa con i suoi azionisti lo si saprà a febbraio con l’aggiornamento del piano industriale. Ma dopo la mossa dell’Authority Minozzi si prepara a passare alla cassa.
Fonte: L’Espresso di Camilla Conti
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