In occasione oggi della "Giornata internazionale" proclamata dalla Fao, la Cia sottolinea l'importanza delle aree montane per il pianeta e il legame forte con le attività del settore primario, il cui ruolo va oltre la produzione di cibo e garantisce presidio del territorio e tutela di paesaggio e biodiversità. Solo in Italia quasi il 48% della superficie è montana e interessa il 31% delle aziende agricole.
La montagna rappresenta un ecosistema di fondamentale importanza nel mondo, in cui l'agricoltura gioca un ruolo assai strategico: per la corretta gestione del paesaggio, la conservazione della biodiversità, la lotta all'abbandono delle aree marginali, lo sviluppo dell'economia locale. Nonostante questo, in tutto il pianeta le zone montane sono costantemente a rischio, minacciate dalla desertificazione e dai cambiamenti climatici. Ecco perché è necessario riportare il tema al centro dell'agenda politica mondiale, perché proprio lo sviluppo delle zone montane è una delle chiavi principali per un futuro realmente sostenibile. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, oggi in occasione della "Giornata internazionale della Montagna" proclamata dalla Fao.
Nelle aree montane vive il 12 per cento della popolazione mondiale. Solo in Italia il 47,5 per cento della superficie è montana e il numero delle aziende agricole interessate è pari al 31 per cento del totale -ricorda la Cia-. Rispetto alla produzione forte e abbondante che caratterizza la pianura, c'è un'agricoltura di montagna complicata, in molti casi perfino "eroica", che si scontra con terreni e climi difficili. E che, però, svolge un ruolo primario nella conservazione del patrimonio forestale e nella prevenzione del dissesto idrogeologico, garantendo al contempo la sopravvivenza di un paesaggio rurale e la valorizzazione delle attività tradizionali, dal pascolo ai prodotti tradizionali e tipici.
Senza contare che sono le foreste di montagna a "tutelare" le risorse naturali e i servizi ambientali su cui miliardi di persone fanno affidamento per la propria sussistenza: l'acqua ma anche le più importanti piante che sfamano l'umanità: mais, pomodoro, patate, orzo, mele, tè e caffè. Per questo oggi tocca riportare la "questione montana" all'ordine del giorno -conclude la Cia- e trovare soluzioni affinché l'innalzamento delle temperature dovute al riscaldamento globale non metta in pericolo la stabilità di ecosistemi così vitali. Ugualmente è inderogabile lavorare perché la progressiva erosione della popolazione residente trovi un'inversione di tendenza, attraverso una ripresa di interesse politico e socio-economico dei vari contesti montani.
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