Lo zoo di Copenhagen oggi ha sacrificato una giraffa di due anni asserendo che doveva evitare futuri problemi di consanguineità, nonostante un'intensa campagna pubblica on-line per salvare la sua vita anche se molte sono state le offerte di adozione da parte di zoo e parchi europei. I responsabili si sono difesi asserendo che il sacrificio di Marius, il nome dato alla giraffa di due anni, era necessario in quanto lo zoo danese che lo ospitava, è parte di un programma di allevamento europeo per giraffe ed è vincolato da rigide regole sulla consanguineità che vietano la riproduzione tra 'parenti' allo scopo di mantenere sane le specie all'interno della struttura". Il centro ha evidenziato che, in media durante l'anno, sacrifica tra i 20 e i 30 animali affinché le popolazioni che rimangono siano mantenute sane. A nulla sono valse le mobilitazioni, le migliaia di firme raccolte dagli animalisti o le offerte di adozione da parte di zoo e parchi europei tra cui lo zoo safari di Fasano che erano disposti ad accogliere l'animale piuttosto che sacrificarlo. L' animale è stato ucciso oggi con un colpo di pistola alla testa e con la sua carcassa in parte è stata utilizzata per la ricerca e per alimentare un leone.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’uccisione della giraffa è un atto «barbaro» e «privo di etica» di cui tutti devono venire a conoscenza e che rimette evidentemente in discussione, ancora una volta, il ruolo degli zoo. Anche lo “Sportello dei Diritti” associandosi all'Enpa ricorrerà al Parlamento Ue per fermare questa barbarie.
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