A seguito della campagna avviata dalla Lega Abolizione Caccia tramite lo studio legale Claudio Linzola di Milano, in merito ad un articolo di legge che prevede il rimborso ai proprietari dei fondi utilizzati per la caccia, il Coordinamento protezionista Veneto si è attivato per proporre questa opportunità prevista appunto per legge, ma mai segnalata dalle istituzioni.
Dal sito del .C.P.V. oltre ottocento moduli sono stati scaricati negli ultimi mesi, i palazzi della politica Regionale sono stati tempestati si stima, da almeno cinquecento raccomandate notificate da altrettanti proprietari e conduttori di fondi. La giunta Regionale non ha potuto fare a meno di applicare la legge, con delibera N. 2910 del 30 dicembre 2013, ha approvato con un ritardo di oltre 20 anni quanto stabilito per legge, e pubblicato sul B.u.r. n. 14 del 4 di febbraio 2014.
Nel documento approvato in regione viene riportato fedelmente quanto previsto per legge in particolare: “L'art. 15 della Legge 11 febbraio 1992, n.157 sancisce che per l'utilizzazione dei fondi inclusi nel Piano faunistico-venatorio regionale ai fini della gestione programmata della caccia, è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell'Amministrazione regionale in relazione all'estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente. All'onere derivante dalla erogazione del contributo si provvede con il gettito derivante dalla istituzione delle tasse di concessione regionale autorizzata dalla medesima Legge 157/92.
E ancora:L'art.27, c.1 della richiamata Legge regionale 9 dicembre 1993, n.50 delega alle Province l'erogazione, sulla base dei criteri fissati dal Piano faunistico-venatorio regionale, del contributo destinato ai proprietari/conduttori dei fondi rustici inclusi nel Piano faunistico venatorio regionale in ossequio a quanto prevede l'art.15, c.1 della Legge 157/92.
Ora spetta alle province che hanno incassato dalla Regione una prima quota di 560.000 euro cominciare a pagare gli aventi diritto, le amministrazioni non potranno più trincerarsi come in precedenza dietro alle mancate disposizioni della Regione.
Va ribadito inoltre che tutti i conduttori e proprietari di fondi ove si svolge l’attività venatoria hanno diritto al rimborso, resta il fatto che per ora il finanziamento è esiguo. Poco male, se non si attivassero correttamente le procedure verrà avviata immediatamente una class-action per dare soddisfazione completa a chi non ha mai avuto quanto gli spetta da un ventennio.
Le province saranno costrette a chiedere ulteriori fondi alla regione, il debito complessivo accumulato dall’amministrazione di Venezia per non avere provveduto ai rimborsi è stimato in oltre settanta milioni di Euro, è pesante, ma dovrà trovare le risorse seguendo le modalità previste dalle legge 157/92. Ovvero aumentando ai cacciatori il tributo regionale, oppure tramite l’innalzamento della quota pagata agli ambiti territoriali di caccia, come tra l’altro già previsto nel nuovo piano faunistico venatorio.
Per oltre venti anni i cacciatori hanno scorazzato nelle proprietà private asserendo che lo potevano fare in quanto pagavano le tasse, ma ne loro ne le associazioni venatorie si sono mai preoccupate di informare i proprietari dei fondi dei loro diritti, anzi si sono guardate bene dal farlo, in quanto fino ad ora tutti quei soldi pubblici finivano in mano ai cacciatori e alle province che le utilizzavano per proporre sempre “più caccia” a scapito dei proprietari e degli animali selvatici ai quali la legge prevede sia indirizzato il finanziamento.
Renzo Rizzi portavoce CPV ha commentato: "Un sincero grazie all’Europarlamentare Andrea Zanoni che ha dato il suo contributo affinchè si raggiungesse questo primo risultato, la proprietà privata deve essere tutelata, nessuno deve prevaricare altri come spesso è successo, tanto più per un motivo futile come andare a divertirsi uccidendo animali".
"Siamo l’unico paese d’Europa a subire l’affronto dell’articolo 842, come C.P.V. avvieremo da subito una campagna d’informazione agli agricoltori, sulle modalità da tenere nel caso non gli venga riconosciuto il contributo ora definitivamente deliberato, in primis come legalmente bloccare l’attività venatoria nella propria tenuta".
Il modulo si può scaricare sul sito CPV www.faunalibera.it.
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