Barilla
e Ferrero sono le due aziende italiane posizionatesi meglio nella
classifica del Global Business Benchmark on Farm Animal Welfare,
il primo benchmark globale degli standard di benessere animale delle aziende alimentari,
il cui report è stato reso pubblico oggi.
Le
due aziende sono le prime in Italia, ma nella classifica generale
vengono precedute da altre aziende straniere. Nel complesso, le aziende
italiane hanno
performance diversificate: Barilla, Gruppo Cremonini e Ferrero si sono
posizionate a metà classifica, ma Autogrill e Camst sono fra le 21
aziende che rimangono negli strati più bassi della classifica.
Nicky
Amos, Direttore del Programma di Business Benchmark on Farm Animal
Welfare (BBFAW) dichiara: “Anche se c’è ancora molta strada da fare,
stiamo osservando
segnali positivi da parte delle aziende italiane, che stanno iniziando a
riconoscere il benessere animale come un importante fattore del proprio
business, implementando sistemi di gestione efficaci, rendendoli
pubblici e definendo i processi di gestione necessari”.
Giunto
alla terza edizione, BBFAW fornisce un rapporto annuale su come le
aziende alimentari leader a livello mondiale stiano gestendo e
comunicando le proprie
pratiche in tema di benessere degli animali d’allevamento.
In
totale sono state valutate 80 aziende, che, sulla base delle
informazioni rese pubbliche dalle aziende stesse, sono state inserite in
una classifica che
parte da un livello 1 (nel quale appaiono le aziende con i risultati
migliori) e arriva a un livello 6 (dove si trovano le aziende che non
inseriscono il benessere animale nella loro agenda).
Il
rapporto, che è redatto in collaborazione con le maggiori
organizzazioni che si occupano di benessere degli animali d’allevamento,
Compassion in World
Farming e World Animal Protection, e con il supporto di Coller Capital,
rivela che un incoraggiante 45 per cento delle 65 aziende valutate nel
primo report del 2012, è salito nella classifica di almeno un livello.
Fra queste Barilla, che passata dal livello
5 al livello 4, e Gruppo Cremonini, passato dal livello 6 al livello 4.
Tuttavia,
nonostante i generali progressi fatti a partire dal 2012, il benessere
degli animali d’allevamento resta una questione ancora acerba nel quadro
del business d’impresa, con metà delle 80 aziende valutate nel 2014 che
si posizionano negli ultimi due livelli (5 e 6), a indice del fatto che
il benessere animale non sta ricevendo la stessa attenzione riservata
ad altre questioni che sono già fra le responsabilità
delle aziende. Alcune delle maggiori aziende a livello mondiale hanno
però mostrato piccoli segni di miglioramento.
Temi chiave del rapporto:
Con
24 aziende nei primi 3 livelli, si assiste a un numero sempre crescente
di aziende leader incluse nel Benchmark, che sono distribuite in
diversi settori
industriali e in diversi paesi. Queste aziende hanno preso importanti
impegni nel campo del benessere degli animali d’allevamento, hanno
sviluppato sistemi di gestione efficienti e si sono focalizzate con
attenzione nella valutazione delle performance ottenute
nell’ambito del benessere animale.
Il
settore della ristorazione e dei bar continua a rimanere indietro
rispetto a quello della grande distribuzione e dei produttori, con Camst
e Autogrill
che in Italia si sono posizionati entrambi al livello 6.
Alcuni
discount hanno iniziato ad affrontare la questione del benessere
animale nelle loro filiere di fornitura, come per esempio Lidl, che ha
iniziato a
vendere un’alternativa vegetale al foie gras e a utilizzare, per i
conigli, un sistema di allevamento senza gabbie in Belgio.
Questioni
fondamentali per il benessere (come la stabulazione in gabbia e i
lunghi trasporti di animali vivi) rimangono ancora comunicate molto
poco, con
la maggior parte delle aziende che non ha una posizione chiara sui
propri impegni rispetto a questi problemi. Anche gli aspetti riguardanti
il benessere dei pesci (introdotto nel Benchmark nel 2014) sono
generalmente poco presenti nelle comunicazioni delle
aziende.
Philip
Lymbery, CEO di Compassion in World Farming, dichiara: “Siamo
incoraggiati dal numero di aziende che si sono classificate nei primi
due livelli del
Benchmark quest’anno. Suggerisce che è realistico per le aziende
alimentari fare passi avanti per migliorare la propria comunicazione sul
tema del benessere animale negli allevamenti, indipendentemente dal
settore, dalla posizione geografica e dalla proprietà.”
Mike
Baker, Direttore Esecutivo di World Animal Protection, ha dichiarato:
“I consumatori sono sempre più interessati a sapere da dove arriva il
loro cibo
e chiedono una vita migliore per gli animali da allevamento. Anche se è
incoraggiante vedere, in questa edizione del Benchmark, un numero
crescente di aziende con impegni chiari sul benessere animale, è sempre
più evidente che c’è ancora molto da migliorare.
Le aziende hanno il potere di trasformare la vita di miliardi di
animali da allevamento nel mondo.”
Jeremy
Coller, fondatore di uno dei più grandi equity group privati, ha
spiegato la crescente importanza della questione fra i grandi
investitori. Dichiara:
“Il rischio di investimento e i guadagni relativi al benessere animale
devono essere gestiti se vogliamo cibo salutare nei nostri piatti e un
guadagno “sano” dai nostri portfolio – così come hanno dimostrato i
recenti scandali, i timori e le conseguenti restrizioni
nell’Unione Europea. Questo report aiuterà gli investitori a capire
quali aziende alimentari stanno prendendo sul serio il benessere
animale. Il fatto che la metà delle aziende attualmente languisce negli
ultimi due livelli del Benchmark deve rappresentare
sicuramente una preoccupazione”.
Note:
·
Il
Business Benchmark on Farm Animal Welfare (BBFAW) – alla sua terza
edizione – è stato creato per incoraggiare standard più alti di
benessere animale
nell’industria alimentare.
·
Il
Benchmark è la prima valutazione globale della gestione del benessere
animale,degli impegni e delle pubbliche dichiarazioni delle aziende
alimentari ed è pensato a uso degli investitori, delle aziende e delle
aziende di quest’area. Maggiori informazioni sul programma si possono
trovare sul sito
www.bbfaw.com.
·
In
totale, 80 aziende sono state incluse nella valutazione del 2014, 10 in
più rispetto all’anno scorso. Le aziende rappresentano i tre settori
primari
dell’industria alimentare: (a) grande distribuzione organizzata e
grossisti; (b) ristoranti e bar (una categoria che include molti di
coloro che offrono servizi di ristorazione) e (c) produttori e
trasformatori. La lista include aziende quotate e non quotate
(aziende private, partnership e cooperative).
·
Le
aziende sono state valutate per il loro approccio alla gestione del
benessere animale in tre aree (1) Impegni e politiche, (2) Gestione e
implementazione
delle politiche e (3) Leadership e innovazione. Le valutazioni sono
state basate sulle informazioni pubblicate dalle aziende stesse.
·
Compassion
in World Farming e World Animal Protection sono impegnate attivamente
con le aziende alimentari per migliorare il benessere animale e le
incoraggiano
a comunicare e rendere pubblici i loro standard e le loro pratiche.
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