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giovedì 26 febbraio 2015

Manutenzione strade: torna l'emergenza buche

I consumi di asfalto nel 2014 si sono ulteriormente contratti e dopo maltempo e freddo, le strade italiane sono tornate in una situazione di emergenza.  


 

Roma, 26 Febbraio 2015 – Dopo l'emergenza maltempo di inizio anno, una strada non correttamente manutenuta su due è a rischio, come testimonia il record negativo di consumo di asfalto (conglomerato bituminoso) registrato a fine 2014: circa 21 milioni di tonnellate impiegate per costruire e tenere in salute le nostre strade, in costante calo negli ultimi 8 anni dalle 44 milioni di tonnellate utilizzate nel 2006. La cattiva manutenzione e la segnaletica non adeguata sono corresponsabili di una parte significativa degli incidenti che avvengono sulle nostre strade.


Lo scenario emerge dall'analisi periodica condotta dal Siteb - l'Associazione dei costruttori e manutentori delle strade - che raccoglie ed elabora i dati relativi al consumo di asfalto, principale indicatore dello sviluppo dell'industria stradale.


I dati evidenziano come anche nel 2014 sia proseguita la fase recessiva (ininterrotta da 8 anni), che ci ha portato dalle 44 mln di tonnellate di asfalto alle circa 21,8 dello scorso anno (-2% vs 2013); un nuovo record negativo che riporta indietro le lancette degli investimenti sul patrimonio stradale (850.000 km di strade principali extraurbane, cittadine, secondarie o private) di quasi trent'anni, quando il parco veicoli circolante che le percorreva era decisamente meno consistente. Allo stato attuale, per tenere in salute le nostre strade occorrerebbe impiegare 40 mln di tonnellate annue, ben 18 in più di quelle registrate lo scorso anno.


Inevitabili quindi le conseguenze sulla mobilità di cittadini e merci, che appaiono oggi evidenti e vedono molti manti stradali al collasso cedere dopo i colpi delle violenti piogge e delle nevicate anche a bassa quota di un mese fa. Le arterie più colpite sono le comunali (urbane ed extraurbane) per le sempre più scarse risorse a disposizione dei Comuni, ancora stretti dal patto di stabilità, e le provinciali, sulla cui competenza dopo il taglio delle Province resta ancora poca chiarezza. Situazioni di particolare allerta per la circolazione in sicurezza di auto e motocicli si segnalano a Roma e Milano. Fortunatamente in questa condizione critica non rientrano le autostrade (circa 6.600 km) su cui scorre una parte significativa del traffico merci e passeggeri.


L'attuale assenza di manutenzione, che fa seguito ad anni di interventi spesso solo superficiali ed effimeri, tesi a tamponare l'emergenza, alla lunga rischia di produrre un incremento degli incidenti stradali: una strada (priva di manutenzione) su 2 è a rischio.


"La rete stradale", dichiara il Presidente SITEB, Michele Turrini, "è un bene primario e fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese ed è un patrimonio che va preservato e tutelato. Non metterci mano oggi con ingenti investimenti vuol dire assistere inermi al suo depauperamento e rischia di peggiorare ulteriormente il primato italiano in materia di incidenti stradali: nel 2013 181mila episodi con ben 3.385 morti, sui complessivi 26mila dei Paesi UE, e con costi sociali per il nostro Paese stimabili in circa 26.000 mln di euro. Gran parte di questi avvenimenti si potrebbe prevenire parzialemente o prevenire del tutto con una manutenzione e una segnaletica più accurata".


"Il nostro Paese", conclude Turrini, "oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sicurezza la rete stradale; è la più grande opera pubblica che il Paese può realizzare nell'interesse dei suoi cittadini e può fare da volano per l'economia in generale. Per dare nuovo ossigeno ai lavori occorrono misure concrete, compatibili con l'attuale fase economica: una grossa opportunità, a costi sostenibili, è offerta dall'impiego del fresato d'asfalto (riciclabile al 100%) per la realizzazione delle strade; attività, vantaggiosa sotto il profilo economico e ambientale, che vede l'Italia ancora fanalino di coda a livello europeo a causa di una normativa che ne ostacola lo sviluppo".

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