Federalimentare e Fiere di Parma a Expo delle Idee
PROMUOVERE IL MODELLO ALIMENTARE ITALIANO:
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ PER NUTRIRE IL PIANETA
Ogni
anno 1,2 miliardi di persone provano il food & drink italiano - E
720 milioni sono consumatori già fidelizzati - La valorizzazione
worldwide del modello alimentare italiano e il sostegno al Paese
dell’industria agroalimentare negli interventi del
Presidente Federalimentare Luigi Scordamaglia e del Presidente di Fiere
di Parma, Giandomenico Auricchio
(Milano, 7 febbraio 2015) –
Mostrare al mondo la qualità del modello alimentare italiano,
(unico al mondo per equilibrio nutrizionale, sostenibilità, legame con
il territorio, gusto e sicurezza) e proporlo come soluzione per nutrire
il pianeta e valorizzare la produzione agricola mondiale.
È
l’obiettivo portato a “Expo delle Idee” da Federalimentare, in
rappresentanza di oltre 58mila imprese agroindustriali, 385mila addetti
diretti ed altri 850mila
impiegati nella produzione agricola, e Fiere di Parma, che con il
progetto “Cibus è Italia – Il Padiglione Expo di Federalimentare”
faranno entrare i visitatori di Expo dentro la storia, la tradizione, la
qualità e il saper fare di 15 tra filiere e aree tematiche
dell’alimentare italiano.
Il luogo e i protagonisti: un padiglione di 5000 mq dove 400 aziende e 1000
marchi del food made in italy illustreranno qualità e know how che danno vita ad ogni prodotto agroalimentare italiano.
Il Presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia,
ha sottolineato la spinta e la capacità di valorizzazione che
l’industria alimentare italiana ha saputo dare alle tradizioni
produttive agroalimentari e al sistema
Paese.
“Secondo
le elaborazioni del Centro Studi Federalimentare, su circa 1,2 miliardi
di persone che ogni anno comprano worldwide un prodotto o una bevanda
made in Italy, ben 720 milioni sono consumatori non episodici e già
fidelizzati – ha spiegato Scordamaglia - Se oggi c’è un’enorme domanda di food made in Italy da ogni parte del
pianeta è merito dell’industria alimentare italiana, che ha fatto
conoscere al mondo proposte dei nostri territori che altrimenti
sarebbero rimaste relegate a livello di nicchia. Esportando i suoi
prodotti l’industria esporta anche valori e know how di un modello
alimentare unico e vincente per qualità, sicurezza e sostenibilità,
fondato sulla valorizzazione della produzione agricola, sulla tradizione
e sul legame con il territorio, dato che acquistiamo e lavoriamo il 72%
delle materie prime
prodotte dall’agricoltura italiana”.
“Condividere questo know how – ha spiegato Scordamaglia -
è il maggior contributo che l’Italia può dare per confrontarsi con il
problema di nutrire il pianeta. Lo portiamo ad Expo per mostrare come
valorizzare la produzione agricola mondiale nella forma più
sostenibile.”
Scordamaglia ha poi ricordato il sostegno dato dall’industria alimentare al Paese, anche in tempo di crisi:
“Tra il 2007 e il 2014 il settore agroalimentare ha perso soltanto 3
punti percentuali di produzione, contro i 24 punti del manifatturiero
nel suo complesso. Ha incrementato l’export di 48 punti, contro i 9
punti dell’export totale. E ha tenuto anche nei suoi livelli
occupazionali, evidenziando anche sotto l’aspetto sociale la sua
preziosa forza stabilizzatrice e anticiclica.”
Ma si può fare di più, ha concluso Scordamaglia:
“Vogliamo spingere l’export agroalimentare da 30 a 50 miliardi di Euro
entro la fine del decennio. Garantiremmo così un aumento degli occupati
diretti ed indiretti di circa 100.000 unità. Un
obiettivo ambizioso, ma raggiungibile grazie al coordinamento delle
Istituzioni competenti nell’impiego delle risorse e nel contrastare i
principali ostacoli alla competitività del settore: contraffazione,
barriere tariffarie e non tariffarie, campagne aggressive verso il
nostro modello alimentare mediterraneo.”
E sul tema della valorizzazione del modello italiano
è intervenuto anche Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma, illustrando i dettagli e la filosofia che hanno dato vita al progetto “Cibus è Italia - Il padiglione Expo Federalimentare”: “Il
segreto del modello alimentare italiano è rintracciabile nella lunga
storia dei produttori, nelle loro tradizioni, nella loro capacità di
scegliere le materie prime e di lavorarle. Quindi la storia delle
aziende alimentari è il miglior manifesto di questa unica expertise, che
intendiamo condividere col pianeta. Ai visitatori che arrivano da ogni
continente vanno illustrati e spiegati i piatti ed i prodotti del food
made in Italy. Va spiegato come l’alimentazione del Bel Paese equivalga a
gusto, capacità nutrizionali, sicurezza alimentare. E come questo
contributo sia inimitabile e quanto siano fallaci, oltre che illegali,
contraffazione e Italian Sounding”.
Per
questo “Cibus è Italia - Il padiglione Expo Federalimentare” consiste
in uno spazio espositivo di 5000 mq che ospiterà circa 400 aziende
dell’agroindustria italiana in rappresentanza di oltre 1000 marchi. Un
luogo dove i visitatori di Expo potranno vivere l’esperienza di come
nasce il food&drink made in Italy grazie ad un percorso di
edutainment che racconta 12 filiere agroalimentari e 3 aree tematiche
correlate al tema food con le aziende che ne hanno fatto la
storia. Le 12 filiere sono: Latte e Formaggi; Riso; Pasta; Dolci &
Snack; Filiera della carne bovina; Vegetali; Carni Suine e Salumi;
Filiera Avicola; Olio; Aceti e condimenti; Bere Italiano; Nutriceutica.
Le 3 aree tematiche sono Territori; Tecnologie Sostenibili; Marca &
Gusto.
“Cibus è Italia – ha concluso Auricchio -
è il solo padiglione
in Expo a mettere in mostra le competenze delle 15 filiere alimentari
italiane e la storia di 400 aziende. E’ il padiglione del cibo italiano
per antonomasia. Se il visitatore intende vivere l’esperienza cognitiva
ed emozionale dell’intero panorama del cibo italiano, allora questo
padiglione è la prima tappa del tour dentro Expo”.
Un
esempio del contributo di
“Cibus è Italia – il padiglione Expo di Federalimentare” al dibattito
sul contributo italiano alla questione della alimentazione mondiale,
viene dalla ricerca realizzata in esclusiva dal Laboratorio ExpoLAB
della Università Cattolica del Sacro Cuore, che verrà presentata dentro
il padiglione nelle giornate di Expo2015.
I
marchi del sistema alimentare italiano
sembrano disegnare la fisionomia di una vera e propria élite creativa,
generatrice di ricchezza sociale, economica e anche culturale. E dunque
la ricerca, coordinata dal prof. Lorenzo Ornaghi, è dedicata all’analisi
delle performance economiche, competitive e sociali delle imprese del
settore alimentare italiano, individuando e analizzando i fattori che
hanno consentito di raggiungere risultati eccellenti nel medio e lungo
termine.
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