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mercoledì 17 maggio 2006
Parlando al Convegno “Credito e imprese: dopo Basilea 2 e non solo”, tenutosi il 12 maggio 2006 e organizzato dalla Camera di Commercio di Padova in occasione della 4° giornata dell’economia padovana, Alessandro Selmin, Segretario Generale della Camera di Commercio di Padova, ha tracciato un quadro sulla situazione economica padovana.
Dopo avere premesso che la conoscenza dell’andamento dei fatti economici più significativi di un solo anno non è decisiva per dare una valutazione sull’effettiva condizione dell’economia padovana e non può essere di supporto informativo idoneo ad impostare interventi a medio termine, ha dettagliatamente analizzato i settori economici della nostra realtà provinciale relativamente all’anno 2005.
Anagrafe delle imprese
Escludendo l’agricoltura, le imprese di attività industriali e del terziario nate sono 6424, quelle cessate sono 4780. Un saldo positivo con il beneficio del dubbio:nuove aziende, trasformazioni o successioni di aziende cessate?
Il saldo positivo per l’artigianato è di 200 imprese, dato inferiore agli anni precedenti.
Le aziende agricole e quelle manifatturiere hanno un andamento decrescente. Padova ha perduto un posto nella classifica nazionale ed ora siamo al 10° posto, senza considerare il settore agricoltura.
I fallimenti sono stati 199 rispetto ai 259 del 2004.
Attività manifatturiere
analizzando aziende con più di 10 addetti, produzione e fatturato sono cresciuti, ma a ritmi più lenti rispetto a quelli del 2004. Ha avuto più benefici chi opera sui mercati esteri. L’occupazione in questo settore è diminuita.
Occupazione complessiva
La disoccupazione (che circa al 4%) è aumentata di poco.
Il tasso di occupazione, che misura il livello di impiego effettivo della forza lavoro, è di circa il 64% ed è diminuito rispetto al 2004. Mentre nel Veneto si è registrato un sia pur lieve incremento.
Turismo
Assieme con il fatturiero, è l’unico settore di cui si dispone di dati dettagliati a livello provinciale.
Nel 2005 sono aumentati gli arrivi, ma si è avuta una stazionarietà delle presenze e questo grazie alla clientela italiana.
La spesa effettuata dai turisti stranieri è diminuita del 15%, con un risultato peggiore rispetto alle altre province della Regione.
Credito
Le ultime elaborazioni sui principali indicatori sono state effettuate con riferimento alla situazione al 30 settembre 2005.
La variazione percentuale dei depositi ed impieghi bancari nella provincia risulta più contenuta rispetto alle altre province del Veneto.
Come entità assoluta dei depositi, Padova rimane comunque la prima provincia del Veneto, mentre per gli impieghi si colloca al 3° posto dopo Treviso e Vicenza.
Ma l’indicatore più interessante e quello più critico è costituito dal rapporto tra impieghi e depositi
Bancari. Il valore di questo indice si colloca a 173 punti che risulta al di sotto della media regionale e nazionale.
Esportazione
Nel 2005 l’aumento delle esportazioni è stato del 2,2%, mentre nel 2004 questa variazione era stata dell’8% nel 2004.
Va sfatata l’opinione sulla crisi di alcuni settori manifatturieri dal momento che crescono le esportazioni del legno-mobile e meccanica, mentre solo il sistema moda registra un calo delle vendite all’estero.
Conclusione
Secondo Alessandro Selmin, limitatamente a questi pochi fenomeni emerge un andamento che pare ormai consolidato: la nostra provincia perde posizioni rispetto alle altre, fatta eccezione per l’export per il quale il gap con altre province si sta lentamente riducendo.
Previsioni
Sulla base di questi dati, Unioncamere Italiana, per ciascuna provincia ha fornito delle previsioni fino al 2009, fatti salvi terremoti degli scenari internazionali.
Per Padova viene confermato quello che abbiamo intuito come ente camerale, ha concluso Selmin:
- recupero delle esportazioni;
- calma piatta per l’occupazione;
- un modesto aumento del valore aggiunto pro-capite.
Se andrà così, Selmin prevede che “quello che si usa chiamare livello di competitività della provincia è destinato a perdere posizioni” ed ha annunciato che la Camera di Commercio di Padova presto farà delle proposte con lo scopo di contribuire a invertire questa dinamica.
Per quanto riguarda il terziario Padova deve impegnarsi per non perdere posizioni.
Per ora essa ha il 21% delle imprese del settore nel Veneto. Le attività terziarie contribuiscono con il 67% al valore aggiunto prodotto a Padova. Essa è la 12° provincia in Italia per dimensioni del reddito prodotto dal terziario. I servizi assorbono il 58% dell’occupazione complessiva, la percentuale più alta rispetto alle altre province venete. Il 63% delle imprese utilizzano servizi forniti da aziende esterne. Quelli più richiesti sono: la gestione fiscale (80%), i servizi di import/export (74%), la gestione informatica (68%).
“E’ curioso notare, ha chiosato Selmin, che i servizi che vengono meno richiesti all’esterno sono quelli che riguardano la ricerca e l’innovazione”.
Il livello di competitività della provincia di Padova
Concludendo il suo puntuale intervento, Selmin si è chiesto se nella nostra provincia ci sono le condizioni di base per fare ripartire lo sviluppo ed ha fatto notare che Padova ha dei punti di forza a livello nazionale :
- strutture per la telefonia e la telematica;
- reti bancarie;
- strutture culturali, ricreative, per l’istruzione e per la sanità;
- dotazione ferroviaria e reti energetiche.
Tutto questo,però, sembra non essere sufficiente per attrarre investimenti dall’estero.
Nell’ultimo quinquennio solo il 6% degli investimenti esteri effettuati nelle province del Veneto sono arrivati a Padova.
A Verona è arrivato il 43%, a Treviso il 28%.
Invece il 20% degli investimenti in Paesi esteri effettuati dalla imprese venete sono dovuti ad aziende padovane.
In attesa delle proposte che sta elaborando la Camera di Commercio, la lucida analisi di Selmin merita tutta l’attenzione da parte di chi ha la responsabilità politica di una situazione siffatta.
Carmine Granato
17 maggio 2006
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