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sabato 13 maggio 2006

Gli Asili d'Infanzia

VIA I “MARMOCCHI” DAL CONDOMINIO…

Al quartiere Trieste, Africano, Aurelio gli inquilini “denunciano” i bambini dell’asilo nido e ne chiedono la chiusura

8000 bambini in lista d’attesa per gli asili comunali di Roma…questa è la cifra ufficiale dichiarata dai vari Municipi. La cifra ufficiosa ci fornisce dati ancora più allarmanti: almeno 20.000 bambini a Roma non hanno un posto! Abbiamo chiesto ad Amalia Riso, amministratrice della Gioca&Crea s.r.l., società che da oltre un decennio apre strutture per l’infanzia sul territorio nazionale con la formula del franchising, quali sono problematiche che giornalmente incontra nel suo lavoro. “Dopo un’accurata indagine di mercato sono arrivata a Roma (la Riso è di Torino, ndr) e “armata” di una cartellina ed una grande determinazione ho iniziato a lavorare per i bambini romani. Sono partita dalla formazione professionale per garantire ai bimbi educatori preparati a rispondere concretamente ai loro bisogni, poi ho aperto il primo asilo nido nel centro della città”. Continua la Riso: “Diverse sono le problematiche incontrate, non tanto per la gestione del servizio, ma piuttosto per i contorti percorsi burocratici per arrivare ad ottenere tutte le necessarie autorizzazioni tecnico-sanitarie. Il rispetto delle leggi in materia di asili è da parte nostra sempre garantito, peccato che tali leggi sono sconosciute agli operatori addetti a monitorare ed autorizzare l’apertura delle strutture per l’infanzia!!!”.
Ma non è solo da parte delle istituzioni che Gioca&Crea ha trovato ostacoli per la realizzazione di servizi di utilità sociale.
Ogni giorno si parla di bambini, di asili, di servizi per l’infanzia; ogni giorno si parla del nostro futuro e ci si interroga su come risolvere l’emergenza sociale. La scuola per l’Infanzia è un servizio di interesse pubblico e, per la carenza di strutture, cresce il malcontento delle famiglie. Oggi il comune di Roma dichiara migliaia di bambini in lista d’attesa per gli asili nido comunali e chiede “aiuto” ai privati incentivandoli ad aprirne nuovi con formule di accreditamento. Il “privato”, come la citata Gioca&Crea, c’è, è una realtà consolidata; da anni risponde attivandosi con proprie risorse per realizzare spazi accoglienti ed idonei per i bambini, scontrandosi con normative regionali poco chiare e con un territorio carente di locali adeguati. E, mentre da una parte, l’opinione pubblica punta il dito sulle istituzioni in un Paese che si fregia di una frase storica “I figli sono pezzi di cuore!”; dall’altra, sempre di più, quei “buoni” cittadini che denunciano la carenza di opportunità di crescita sana per i bambini (degli altri), si oppongono alla nascita di nuovi asili, quando questi vengono realizzati in prossimità delle loro abitazioni. I bambini non sono più “pezzi di cuore”, ma si trasformano in “marmocchi” rumorosi, fastidiosi che disturbano la quiete, la tranquillità e la vita privata. Allora la gioia dei giochi infantili si interpreta come schiamazzo o come pianto lagnoso. Ci racconta la Riso: “Quando qualcuno, forte della legge, apre un asilo al piano terra di una palazzina nel rispetto del regolamento condominiale, volano da ignoti balconi cicche di sigarette, vasi di fiori e, per spegnere l’allegria dei bambini, secchi d’acqua; ma anche “coloriti individui” urlano come l’Orco delle favole o Crudelia Demon, offrendo uno scenario davvero inquietante. Questi sono gli esempi educativi per i nostri figli?”
Succede che i gestori degli asili nido si vedano recapitare dall’Ufficiale giudiziario un decreto d’urgenza dagli stessi condomini che chiedono la chiusura di quello spazio tanto atteso dalle famiglie. Così, per esempio, al quartiere Trieste, Salario ed Aurelio gli educatori con i genitori sono pronti a scendere in piazza per combattere una battaglia che non è né di destra né di sinistra, ma semplicemente dalla parte dei bambini per tutelare la loro TRANQUILLITA’ e INCOLUMITA’, perché non finisca nel dimenticatoio un impegno sociale importante: i diritti dei bambini e delle famiglie.
L’INFANZIA RIFIUTATA OPPURE VISSUTA COME UNA PREZIOSA OPPORTUNITA’ SOCIALE?

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