Chiude il negozio di dischi più vecchio del mondo
Distrutto dai megastore e dall'impennata degli affitti. Raccolta di firme per salvarlo
Chiude il negozio di dischi più vecchio del mondo
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Nick Todd, da trentun anni proprietario dello storico "record shop", si è visto quadruplicare l'affitto e ha capito che non ce l'avrebbe fatta ad andare avanti. "Ancora qualche settimana e, se il padrone dello stabile non ritira l'aumento, dovremo chiudere", afferma sconsolato. E la minaccia di chiusura ha scatenato una mezza insurrezione popolare.
Duemila abitanti di Cardiff hanno firmato una petizione chiedendo al padrone del palazzo di cancellare l'aumento. L'associazione per la difesa del patrimonio culturale del Galles ha esortato le autorità locali a salvare la bottega musicale. Metà dei deputati del parlamento regionale del Galles hanno votato una mozione con lo stesso obiettivo.
La Columbia Records ha chiesto ai propri cantanti di organizzare un concerto per raccogliere fondi necessari a pagare almeno per un po' un affitto più alto. I Manic Street Preachers, che quando erano degli sconosciuti passavano ore a spulciare i dischi del negozietto di Cardiff, hanno dichiarato: "Spillers è stato la linfa che ci ha nutrito con una prima educazione musicale. L'unico posto di tutto il Galles dove potevamo trovare il tipo di musica che ci ha fatti diventare ciò che siamo oggi".
E un membro del parlamento gallese, Owen John Thomas, ne ha approfittato per mettere il dito sulla piaga: "Quando chiudi un negozio indipendente e lo rimpiazzi con una catena, il risultato è una città clonata e si perde il tessuto connettivo che tiene insieme la comunità".
Nel 1894, quando Henry Spiller aprì a Cardiff il suo negozio specializzato in rulli e grammofoni, nessuno immaginava che avrebbe vissuto così a lungo. Ma i suoi figli continuarono l'opera, così come speravano di proseguirla i figli del proprietario attuale, Nick Todd. "E' il tocco personale che ci ha garantito una lunga vita", dice Todd al Guardian, che ha dedicato una pagina alla vicenda.
bloggin'stone



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