Annuncio dei ministri della salute Mussi e dell'Università Turco. L'abolizione era stata prevista nel 2004 dal ministro Girolamo Sirchia
Circa diecimila medici su centomila, dunque, potranno comunque svolgere attività libero professionale ma solo in regime di intramoenia. Una esclusività legata alla durata dell'incarico e quindi reversibile. L'annuncio sul ritorno dell'obbligo di esclusiva è arrivato oggi al termine dell'incontro fra i ministri della Salute Livia Turco e dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi.
L'abolizione dell'obbligo di esclusiva per i camici bianchi con incarichi di vertice era stata prevista da una norma del decreto legge sulle emergenze sanitarie nel 2004, quando al ministero della Salute sedeva Girolamo Sirchia. L'allora titolare del dicastero cambiò la legge Bindi del 1999 che prevedeva l'esclusività e la possibilità di svolgere attività intramoenia.
Adesso, si torna al passato. Il progetto di riforma, infatti, prevede che i vertici ospedalieri dovranno decidere dove svolgere la loro attività. Ma, a differenza del passato, non potranno mutare decisione ogni anno ma solo alla scadenza del mandato (tre o cinque anni). Questo per evitare i problemi organizzativi legati a repentini cambi di settore.
I ministri hanno poi deciso di attribuire alle aziende integrate ospedaliero-universitarie la proprietà degli immobili che le ospitano, sbloccando così l'avvio dei lavori di ristrutturazione del Policlinico Umberto Primo di Roma. Durante l'incontro, infine, sono stati affrontati anche i problemi delle specializzazioni post laurea in medicina, delle nuove lauree per le professioni sanitarie e, più in generale, gli aspetti della formazione del personale sanitario in relazione alle esigenze programmatorie del Servizio sanitario nazionale.
Origine: Repubblica



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