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giovedì 11 gennaio 2007

Erba, interrogatorio-fiume per i vicini Il legale: "Prime parziali ammissioni"

Per quasi sette ore davanti agli inquirenti la coppia fermata per la strage. Il legale: "Non hanno confermato la stessa versione dell'altro giorno"


 Erba, interrogatorio-fiume per i vicini Il legale: (Masterworld.org/news) - Erano pronti a fuggire Olindo e Rosa. Parlando con il marito, lei aveva chiesto: "Perché non ce ne andiamo?". Parole pronunciate qualche giorno dopo il massacro conversando in casa, intercettate dai carabinieri. E' scritto nelle cinque pagine di verbale che costituiscono le motivazioni del fermo. Forse per questo i magistrati hanno accelerato le indagini e hanno deciso di fermare i vicini di casa della famiglia Marzouk.

Olindo e Rosa Romano erano controllati a distanza già da diversi giorni, da quando l'unico scampato all'eccidio, Mario Frigerio, aveva detto che a tagliargli la gola era stato un vicino di casa "grande e grosso". E dal letto dell'ospedale dove è ancora ricoverato, l'ha riconosciuto nella fotografia di Romano mostratagli dai carabinieri. "Lo sapevo che si odiavano - ha affermato alla notizia dell'arresto dei due vicini di casa - Per me è una conferma". E ricostruendo i terribili momenti del massacro, ha detto al suo legale: "Ho sentito un dolore acuto, come uno squarcio nella carne e poi ricordo tanto sangue".

L'avvocato Paolo Troiano, che ha assunto la difesa dei coniugi Romano dice che "è ancora presto per avere un quadro certo e chiaro delle accuse contestate e sugli elementi di prova". Quest'oggi la Procura depositerà gli atti all'ufficio del giudice per le indagini preliminari che entro venerdì deciderà se l'impianto accusatorio regge oppure se i due indiziati possono tornare liberi. I prossimi interrogatori serviranno per verificare, una volta ancora, la consistenza dell'alibi che Olindo e sua moglie Rosa stanno ripetendo da quando i carabinieri li hanno chiusi nel carcere di Como.

"Siamo innocenti", aveva gridato ai cronisti Rosa Bazzi. "Non siamo noi gli assassini". Dicono i Romano che quella sera, durante la strage, prima erano a fare compere e poi sono passati in pizzeria. A casa erano tornati quanto tutto era già finito. "Eravamo usciti per andare a fare shopping a Como intorno alle 19", hanno ripetuto a verbale Olindo e Rosa, ma sui possibili testimoni, i due non hanno saputo indicare neppure un commesso che li riconoscesse. Quello che inoltre non convince gli inquirenti è l'orario: a Como, intorno alle 19.30, i negozi sono quasi tutti chiusi. Neppure la cena in una paninoteca del centro storico sembrerebbe scagionare del tutto la coppia perché l'orario impresso sullo scontrino fiscale, le 23.00, non cancella la possibilità che i coniugi abbiano raggiunto la pizzeria dopo aver commesso la strage avvenuta intorno alle 20.15.

I Ris ieri sono tornati nella casa dove l'11 dicembre sono stati uccisi Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di due anni, la nonna materna Paola Gallia, una vicina di casa Valeria Cherubini, e ferito gravemente suo marito Mario Frigerio. I carabinieri hanno compiuto rilievi anche nella casa dei due indiziati. Con il luminol sono andati a caccia delle tracce di sangue ritrovate nella dependance-garage, su un paio di pantaloni maschili appena lavati e su una maglietta della donna.

Questa mattina i tecnici del Ris sposteranno la loro attenzione sull'auto dei Romano, una Seat Arosa: su un sedile sembra sianostate rintracciate tracce di sangue. "Hanno chiesto 30 giorni di tempo prima di consegnare le loro conclusioni", ha anticipato il legale dei due presunti assassini, l'avvocato Pietro Troiano, presente con un consulente durante i rilievi di ieri. La sensazione, però, è che il test del Dna sul sangue possa giungere già domani.


Origine: Repubblica

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