"IIluminare meno" sembra essere la soluzione più avanzata per ridurre gli sprechi energetici…. Questo è quanto si vuole far credere attraverso alcune campagne di sensibilizzazione mentre si nega il ruolo del progetto dell'illuminazione e dei progettisti illuminotecnici che in Italia pochi conoscono ma, nel resto d'Europa e del mondo, rappresentano una significativa realtà. Con queste parole l'architetto Andrea Ingrosso di Lecce, interviene nel dibattito sul ruolo dei lighting designer dopo gli interventi di Gianni Ravelli e Alessandro Grassia.
L'architetto Ingrosso, socio APIL, ci trasmette un articolo che siamo lieti di pubblicare con le sue riflessioni, pubblicato il 6 febbraio scorso sulla Gazzetta del Mezzogiorno in risposta a un altro articolo in cui l'amministrazione del comune di Castrano in provincia di Lecce, esprimeva la sua adesione alla campagna "M'illumino di meno", evidenziando la propria sensibilità verso il contenimento degli sprechi energetici.
M'ILLUMINO MEGLIO…NON DI MENO di Andrea Ingrosso.
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'USO IMPROPRIO DELLE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE
La sensibilizzazione sull'uso improprio dell'energia è lodevole se, da parte degli organi di informazione e degli amministratori pubblici preposti, vi è la volontà di fornire un'informazione chiara sui ruoli e sulle necessarie azioni per educare la popolazione ad un uso corretto della stessa.
Trovo invece discutibile l'azione promossa da alcune amministrazioni locali (in particolare del Salento) che, aderendo alla giornata per il risparmio energetico del prossimo 16 febbraio, promossa dal programma di radioRai "Caterpillar" intitolata "M'illumino di meno", intendono sensibilizzare l'opinione pubblica "…sulla possibilità concreta di superare i problemi energetici che assillano gran parte delle nazioni del pianeta (…) spegnendo alternativamente tutte le luci relative ad alcune piazze e monumenti della città, nonché alcune vie e giardini pubblici". Seppur vero che la luce è un'energia visibile, questa non può essere additata come la principale responsabile dei problemi energetici del pianeta ma è la visione distorta fornita da alcuni amministratori che testimoniano la loro impudica verginità ecologica, ignorando che l'illuminazione pubblica rappresenta appena il 2 % dell'intero consumo di energia elettrica del Paese.
Ma la brillante soluzione proposta, relativa allo spegnimento delle lampade, sembra sprofondare nella notte dei tempi richiamando quanto prescriveva un editto parigino nel 1380 in cui, al tramonto, veniva imposto la "chiusura di tutte le case e la consegna delle chiavi al magistrato".
L'illuminazione è infatti l'elemento che ha permesso lo sviluppo delle città e la loro crescita anche in termini di sicurezza sin dal XVIII secolo, ed oggi l'esistenza notturna, è diventata ampiamente diffusa e tende a farsi importante tanto quanto quella diurna.
Posso comprendere che per ovviare al problema della disoccupazione, si riproponga la figura del "codèga", ossia un lanternario che nel 1700 aveva il compito di scortare, armato della propria lucerna, i signori veneziani nel buio della città, ma tale soluzione produrrebbe l'unico risultato di apparire anacronistica se non addirittura ridicola.
Occorre dire però, che sempre più spesso, e generalmente nelle fasi pre-elettorali, si ricorre ad interventi di "illuminazione artistica" che, seppur animati dalle migliori intenzioni degli autori, finiscono col rendere ridicoli i contesti urbani con il risultato opposto al criterio di indissolubilità del rapporto tra monumento e contesto che è uno dei pilastri della conservazione dei centri storici e del paesaggio in genere.
Pochi amministratori invece, ricordano che la maggior parte delle lampade e degli apparecchi di illuminazione in servizio nelle nostre città, la cui efficienza energetica è a dir poco risibile rispetto alle tecnologie e alle normative in uso, risalgono ad oltre 30 anni fa con il maggior rischio per gli utenti delle strade siano essi guidatori o pedoni, dimostrando scarsa attenzione anche alle evoluzioni normative.
Il ruolo della luce nelle città d'Europa testimonia che anche attraverso una corretta progettazione dell'illuminazione si possono attrarre capitali, persone, imprese, creando sia occasioni straordinarie come le cosiddette "notti bianche", sia momenti di valorizzazione dei percorsi turitistico-culturali ma, soprattutto, è bene ricordare che il progetto dovrebbe essere una competenza specifica dei progettisti della luce.
L'idea di illuminazione "strategica" come superamento della distinzione fra illuminazione funzionale ed illuminazione artistico-monumentale, è fondamentale per giungere ad una più corretta definizione di ambiente inteso come sistema di interrelazioni tra soggetti e lo spazio di pertinenza .
Nel contempo sarebbe opportuno valutare che il vero risparmio energetico si attua sviluppando un serio programma di interventi finalizzando anche l'ottimizzazione di quei costi che soprattutto l'industria italiana sostiene.
Visto che la domanda di energia del comparto industriale assorbe più del 50% dell'intera produzione nazionale, ben poche sono le azioni concentrate sul miglioramento della competitività rispetto agli altri paesi stranieri, se le aziende arrivano a spendere 140 euro ogni 1.000 kWh contro i 67 della Spagna, i 45 degli USA, i 41 della Francia o i 35 della Norvegia.
Costi che si sommano alla perdite di energia lungo reti di distribuzione che, come la maggior parte degli apparecchi di illuminazione in esercizio, risentono di obsolescenza e mancanza di manutenzione.
"Se il sogno demiurgico del movimento moderno, che aveva proclamato form follows function, s'è spento da tempo, sostituito nelle nostre città da bellezza, desiderio, qualità, ambiente, gente, culture, idiomi, stili, luce, abitudini di vita e città che non si fermano mai... la luce di qualità può diventare un nuovo sogno e un testo con cui scrivere ed esaltare la loro storia e la loro contemporaneità - impegno questo però da percorrere con perizia, talento, tecnologie, professionalità e buone norme e leggi, affinché non si tramuti in operazioni inquietanti, omologanti e perdenti per l'ambiente e le loro bellezze.." .(Silvano Oldani)
Con tali premesse, lo scorso anno l'associazione id&a (imprese design & affini) promosse a Lecce, il ruolo (spesso oscurato) del progetto della luce e dei suoi progettisti in collaborazione con le associazioni di categoria APIL, AIDI ELDA+, attraverso una serie di incontri coordinati dallo scrivente.
Tutti gli aspetti sopra indicati vennero chiaramente espressi ma, ahinoi, nessuno degli amministratori (salentini) che oggi propongono di sensibilizzare l'opinione pubblica spegnendo le strade e le piazze, furono presenti.
E' opportuno sperare quindi, che la prossima volta si parli di una campagna dal titolo "m'illumino meglio… non di meno!" auspicando la partecipazione attiva degli amministratori, dei progettisti della luce, delle aziende di produzione, distribuzione e installazione e dei fruitori dell'illuminazione, al fine di trasmettere più correttamente tale messaggio.
Da: <segreteria@aidiluce.it>
Cerca nel blog
sabato 8 marzo 2008
AIDI: CHI DEVE FARE LUCE SE NON SOLO
Disclaimer
Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.
Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.
Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).
Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.
L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.
Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.
Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.
Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.
Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento