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venerdì 21 marzo 2008

Banca Intesa finanzia il nucleare sovietico

Roma, Italia Gli attivisti di Greenpeace fanno visita alle agenzie di Banca Intesa Sanpaolo. In tutta Italia hanno informato i clienti sulla decisione del Gruppo di finanziare il completamento di due reattori nucleari anni '70 a Mochovce in Slovacchia. È un progetto in cui è coinvolta Enel. La Banca ha già concesso una linea di credito di circa 100 milioni di euro, senza aver ricevuto alcuna garanzia sulla sicurezza dei reattori.

Il completamento dei reattori di Mochovce è pericoloso. La tecnologia è assolutamente antiquata: reattori sovietici di 40 anni fa senza un guscio di contenimento che possa proteggerli da eventi esterni come la caduta di un aereo o un attentato terroristico. Mentre oggi i reattori di terza generazione vengono costruiti con un doppio guscio di contenimento, Enel dichiara che non intende realizzare alcuna protezione. Spiegazione? Per Enel la caduta di un aereo è un evento improbabile.

Il progetto, inoltre, verrà avviato in totale mancanza di partecipazione pubblica, in quanto l'attuale Governo non intende effettuare alcuna procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Viene negata ai cittadini la possibilità di influenzare il processo decisionale. Ciò rappresenta una chiara violazione della normativa europea. E Greenpeace ha già provveduto a citare in giudizio il Governo Slovacco.

Anche l'economicità del progetto è fortemente discutibile. Enel pagherà una follia per reattori sovietici di seconda generazione: 1.9 miliardi di euro per 880 MW, pari a cinque volte il costo di una centrale a gas della stessa potenza. È come comprare una Duna al prezzo di una Ferrari! Attualmente Enel investe nel nucleare tre volte tanto che nelle rinnovabili.

Banca Intesa Sanpaolo si presenta - almeno a livello pubblicitario - come un soggetto responsabile che ha a cuore l'ambiente. Greenpeace crede che Intesa Sanpaolo possa fare lo stesso passo di ING Group: decidere di ritirarsi dal finanziamento di Mochovce. Già nel 2006 - in seguito alle pressioni di Greenpeace - Unicredit Group e Deutsche Bank si erano ritirate dal finanziamento di una centrale nucleare di tipo sovietico in Bulgaria.

fonte: http://www.GreenPeace.org

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