Dopo Brasile e Vietnam, l’Indonesia. L’arcipelago del Sud Est asiatico quest’anno ha superato la Colombia, attestandosi terzo produttore mondiale di caffè. E ha recentemente aperto un Consolato Onorario a Trieste, porto strategico per i suoi traffici, mettendovi a capo Vinko Sandalj, trader del caffè di lunga esperienza, presidente dell’Associazione Caffè Trieste, a cui abbiamo posto alcune domande.
Quali prospettive per il commercio di caffè tra Italia e Indonesia?Tra Italia e Indonesia c’è un legame di antichissima data: il caffè indonesiano è sempre stato popolare nelle miscele espresse italiane.
L’Indonesia è oggi un produttore dinamico in notevole sviluppo: quest’anno, per la prima volta, la produzione si assesterà sui 10 milioni di sacchi annui, contro i 6-8 milioni delle medie degli anni precedenti. Ma la produzione non sta aumentando solo in termini quantitativi. Cresce anche in qualità.
In che modo?
L’Indonesia produce sia Arabica che Robusta. Il 90% è ancora Robusta, ma la percentuale di Arabica è in incremento. Il Governo sta promuovendo l’espansione di queste colture.
È riconoscibile pertanto una precisa volontà governativa alla base di questo sviluppo?
In parte. In primo luogo c’è l’interesse dei privati, considerati i prezzi remunerativi del caffè. E poi, per la prima volta, il Governo ha iniziato a sostenere le associazioni di contadini con programmi di aggiornamento e di sviluppo tecnico, finora assenti.
Il contesto è molto vario, anche dal punto di vista ambientale. Fatto interessante, che spiega la varietà dei gusti che si ritrovano in tazza.
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