Nello stesso stabile che ospita uno dei 14 enti lirici italiani, il teatro Verdi di Trieste, dopo circa settant’anni riapre un “Caffè”. Appena entrati si resta colpiti dalla grande foto del vecchio locale sullo sfondo.
Claudia Rolando, vicepresidente della cooperativa vincitrice dell’appalto per la ristrutturazione e la gestione del locale, ci racconta una scelta di qualità: prodotti freschi, preparati da aziende locali. Prodotti DOP a chilometri zero. Per l’occhio: il design essenziale si sposa alla qualità nel menù progettato da Antonio Villas.
Abbiamo interrvistato l’architetto Ariella Valente curatrice del progetto.
Per la realizzazione del progetto ha seguito delle linee guida? Ha incontrato vincoli storico architettonici?
Dello storico caffè del teatro non rimanevano testimonianze abbastanza significative da poter organizzare il progetto intorno alla loro presenza fisica. C’erano solamente alcuni elementi da mantenere, come il pavimento in seminato veneziano e le cornici di marmo delle porte. Né credo fosse giusto realizzare un “finto caffè storico”. L’ispirazione che sta alla base delle scelte progettuali, tuttavia, deve molto alla consapevolezza che questo caffè va ad inserirsi in un locale come il Teatro Verdi: prestigioso ed elegante, una parte importante nello spirito comune di questa città. Ho pensato al teatro e mi è tornato alla mente il colore rosso, forse una semplice associazione visiva, che mi ha portato poi a collegarmi ai colori della città e a decidere di azzardare questa associazione. D’altra parte anche i prodotti offerti nel locale “parlano” del nostro territorio.
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